Il centrodestra torna attrattivo per la società civile napoletana in vista delle prossime elezioni comunali. È pronto a scendere in campo, infatti, l'imprenditore classe '73, Gianluigi Cimmino, amministratore di Yamamay e Carpisa. «Bisogna correre per vincere, molti amici mi stanno sollecitando e accarezzo l'idea», annuncia. E, sull'ipotesi Catello Maresca, il magistrato indicato come possibile sindaco di Napoli in corsa nel suo schieramento, aggiunge: «Ben venga se è un candidato di rottura con il passato: io metterò le mie energie a sostegno di un progetto sul modello amministrativo del Nord».
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Cimmino, in primavera si vota: come immagina la Napoli del futuro?
«Sono venti anni che faccio base in Lombardia e il mio lavoro mi porta continuamente in giro per il mondo. Questo mi ha consentito di capire che la mia Napoli non solo è la città più bella del mondo, ma ha un potenziale che necessita di grandi progetti. A partire dall'utilizzo della risorsa mare e dal rilancio dell'occupazione».
Nei giorni scorsi è circolato il suo nome: ha intenzione di candidarsi a sindaco di Napoli?
«Da settimane sono stato sollecitato da tanti amici e colleghi: sto valutando quindi la possibilità di impegnarmi politicamente per la mia città. Durante questa crisi, di fronte ai continui errori di chi ci governa, a tutti i livelli, è cresciuto in me il desiderio di dare un contributo. Vorrei mettere a disposizione le competenze e le esperienze che provengono dal mio lavoro di imprenditore, mettendo in campo una squadra di persone finalmente competenti. Questa crisi, però, ha colpito a tal punto il sistema produttivo che, in un momento come questo, ho al tempo stesso il dovere di dare preminenza e salvaguardare la nostra comunità, le mie aziende e difendere i lavoratori e le loro famiglie. Certo, se dovessi avvertire che il candidato scelto non ha voglia di vincere e salvaguardare la nostra città, sarei pronto a mettermi a disposizione».
Come vede l'ipotesi Catello Maresca? Si candiderebbe anche se il magistrato scendesse in campo?
«Maresca è un valoroso magistrato e gode di tutta la mia stima.
Perché il mondo dell'impresa guarda al centrodestra più del passato?
«Perché è la coalizione del lavoro, parla alla società civile ed al mondo delle professioni, prova a rappresentare le istanze delle imprese e soprattutto predica lo sviluppo e non la decrescita. La supposta superiorità morale della sinistra, se c'è mai stata, dopo le terribili prove anche qui in città, non esiste più».
Lo scenario attuale vede Napoli e la Campania colpiti dalla crisi economica e migliaia di aziende denunciano ritardi nei ristori. Lei è stato molto duro con il governo. Sono fattori che incideranno sugli elettori?
«Si tratta di essere realisti. Il disimpegno civico, che purtroppo è responsabilità anche di molti della mia generazione, ha consentito che a guidare il Paese vi siano persone senza capacità e l'Italia sta sprofondando. In una Italia che sprofonda, Napoli sprofonda più delle altre. Non è stato completato nessun grande progetto: basta fare gli esempi di Bagnoli o Napoli Est».
Si può importare il modello di governo del Nord?
«Ho vissuto per molti anni in Lombardia e so come viene amministrata la maggior parte delle comunità locali del Nord. Rappresentano evidentemente un modello di efficienza che dovrebbe e potrebbe essere portato anche al Sud a partire, ovviamente, da Napoli».
Salvini riuscirà ad investire sulla Campania?
«Me lo auguro. Il suo è un modello di buona amministrazione che sostiene lo sviluppo attraverso le imprese. Di Salvini apprezzo che sia l'unico politico in Italia a battersi apertamente contro questi incapaci che hanno preso le redini del Paese vincendo il biglietto della lotteria portandoci alla rovina. Ed è sempre vicino poi a imprese e famiglie».