Sorrento, la Cooperativa Ceps chiede 5 milioni di euro di danni al Comune

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Lunedì 3 Maggio 2021, 13:59 - Ultimo agg. 14:16
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Notificato all'amministrazione comunale l’atto di citazione dell’avvocato Massimo Mandara per la richiesta di risarcimento di una serie di danni patiti dai soci del Ceps-Cooperativa Edilizia Penisola Sorrentina, quantificati in circa 5 milioni di euro. L'iniziativa a sostegno dell’azione civilistica contro il Comune di Sorrento dopo l’annullamento del Permesso a costruire per carenze amministrative sanzionate nelle rispettive sentenze emesse dal Tar Campania, per la costruzione di 48 appartamenti in località Atigliana che dovevano costruirsi con il Piano Casa. La richiesta configura un consistente danno patrimoniale documentato dagli ingenti esborsi finalizzati alla costruzione degli appartamenti nonché un danno non patrimoniale, come il danno d’immagine recato alla Ceps ed ai suoi soci e di cui si chiede al giudice la quantificazione. 

Danni derivanti dalla lunga, estenuante e defatigatoria attività procedimentale ad opera dell’amministrazione comunale guidata da Giuseppe Cuomo e dal Dirigente responsabile dell’ufficio tecnico, la cui condotta ondivaga aveva ingenerato affidamento incolpevole in Ceps nel periodo che va dal deposito del progetto edilizio fino all’annullamento del Permesso a costruire ad opera del Consiglio di Stato con sentenza del maggio 2020. «Ciò, in quanto il Ceps, senza sua colpa - spiega nella sua corposa citazione l’avvocato Massimo Mandara, aveva confidato nella legittimità apparente del procedimento e nella buona fede e correttezza della condotta dell’Ente pubblico già messa in guardia dalle osservazioni emerse nel corso dell’istruttoria procedimentale ad opera della Città Metropolitana poi completamente disattese dal Comune di Sorrento venendo meno al rispetto dei principi generali di comportamento di cui all’articolo 97 della Costituzione, quali la perizia, la prudenza, la diligenza, la correttezza.

Una vicenda dagli esiti paradossali in cui il cittadino avrebbe dovuto aspettarsi uno sforzo maggiore, in termini di correttezza, lealtà, protezione e tutela dell’affidamento, rispetto a quello che si attenderebbe dal chiacchiericcio popolare del “si dice” o “si può fare”». Un iter che di fatto ha negato ai tanti soci della cooperativa Ceps la cosiddetta aspettativa del bene della vita, e pertanto si chiede al giudice il risarcimento del danno da provvedimento favorevole poi annullato per la violazione da parte della pubblica amministrazione dell’obbligo di comportarsi in buona fede, sulla base di tale affidamento incolpevole riposto dal Ceps nella legalità dell’azione amministrativa ed a cui erano sottesi i non corretti comportamenti anche meramente materiali del Comune di Sorrento.

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