Tasse, a Napoli scende in campo l'Agenzia delle Entrate

Tasse, a Napoli scende in campo l'Agenzia delle Entrate
di Luigi Roano
Mercoledì 29 Dicembre 2021, 09:20 - Ultimo agg. 16:52
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Ora è ufficiale il Comune ha affidato all'Agenzia delle Entrate - ex Equitalia - la «riscossione coattiva» vale a dire «l'affidamento dell'attività di riscossione coattiva delle entrate tributarie e patrimoniali proprie del Comune, ivi incluse di quelle gestite dalle partecipate».

A Napoli a pagare mediamente è solo il 27% dei contribuenti. Il via libera è arrivato dal Consiglio comunale di ieri e la scelta di affidarsi a un partner pubblico, per un solo anno e senza nessuno aggravio alla voce spesa, potrebbe preludere a un progetto di riscossione in proprio a cui sta lavorando l'assessore al bilancio Pier Paolo Baretta sulla scorta di quanto avviene, per esempio, a Milano. Per il momento - con le ultime riforme - l'Agenzia delle entrate è la migliore opzione non ha più necessità di consegnare la cartella, basta l'avviso di notifica. Da quel momento, il destinatario ha 60 giorni di tempo per mettersi in regola altrimenti scatta «l'esecuzione forzata». La stretta c'è ma contestualmente arriva anche un importante annuncio Su questa tematica arriva però anche l'annuncio da parte dell'assessora all'Urbanistica Laura Lieto «della riapertura dei termini del condono» e sugli abusi di necessità la Lieto è ancora più esplicita: «Sono una realtà e non possiamo ignorarli e sono pronta a discuterne con gli organismi competenti».

Tensione c'è stata sulla proroga degli aiuti ai commercianti - nella sostanza sullo stop alla Cosap - dove Gennaro Esposito della lista Manfredi sindaco ha chiesto di stoppare tavolino selvaggio c'è voluta tutta la diplomazia del sindaco e la promessa che dal 31 marzo si cambia registro per far votare sì alla delibera ad Esposito.

Una giornata - quella di ieri in Sala dei Baroni - non senza spigolosità, con pezzi della maggioranza che sostiene il sindaco Gaetano Manfredi come Gaetano Simeone di Napoli libera e Rosario Andreozzi di Napoli solidale Sinistra, che hanno messo sotto accusa il direttore generale Pasquale Granata che ha dirottato - secondo i due consiglieri comunali - almeno un quinto dei neoassunti con il concorsone della Regione come staffisti negli assessorati.

Lasciando sguarniti, invece, i gruppi consiliari che senza dirigenti e funzionari non possono svolgere la loro azione di controllo sugli atti della giunta. «Serve maggiore rispetto del ruolo e delle prerogative del Consiglio da parte del Direttore generale. I consiglieri comunali devono poter rendere conto ai cittadini che li hanno votati» le parole di Simeone ed Andreozzi.

Dalle loro segreterie - e da pezzi di sindacato - spifferano come tra gli staffisti degli assessori ci sarebbero addirittura assistenti sociali alcuni dei quali dirottati agli sportelli per fare le carte di identità invece che in strada e nelle Municipalità dove ce ne è più bisogno. Vero? Falso? Difficile dirlo adesso, la carenza di personale è un problema per i consiglieri, ma anche per gli assessori. E per chi deve smistarlo come Granata. La sensazione è che quello che è successo ieri assomiglia molto a un sintomo di una malattia ancora curabile e che la luna di miele con la nuova amministrazione sembra un po' in fase calante, urge mettere ordine nella filiera decisionale di Palazzo San Giacomo. Nella monumentale Sala dei Baroni l'insoddisfazione - riconosciuta anche dal sindaco - sul per ora mancato cambio di passo nella cosiddetta «quotidianità da migliorare per i napoletani» a circa 100 giorni dall'insediamento sta montando.

E non basta più dare la colpa «all'eredità del passato» per smarcarsi dalle criticità, serve lo scatto in avanti. Con 85 milioni già in cassa e un miliardo e 300 milioni erogati dal Governo a fondo perduto per alleggerire il debito che ammonta a 5 miliardi qualche passettino in avanti va fatto. L'ex rettore ne è consapevole e sulla problematica dei rifiuti- per esempio - è sferzante. «La gestione è insoddisfacente ora c'è uno stato di emergenza - dice Manfredi - ci sono cumuli di rifiuti in strada e l'assessore ha chiesto ad Asìa di intervenire subito». Quanto allo stop delle 60 assunzioni nell'Azienda che si occupa di igiene urbana è lapidario: «Non abbiamo ancora capito perché non sono state mai fatte». A bloccarle è stato - tuttavia - l'assessore competente e presidente del Pd Paolo Mancuso. È lui ex magistrato che ha stoppato una procedura già arrivata al vestiario dei neoassunti per presunte relazioni di alcuni di loro con big del sindacato. Che eventualmente riguarderebbe solo 10 dei 60 vincitori del concorso. Aria frizzantina, così in Sala dei Baroni è comparso il segretario metropolitano Marco Sarracino a difendere Mancuso dall'insoddisfazione generale sulla gestione dei rifiuti. Anche perché Asìa, come denuncia Andreozzi, ha fatto un bando per un «direttore acquisti». Per il consigliere «uno schiaffo alla città che soffre per un servizio carente». Sul fronte delle opposizioni il capo delle minoranze Catello Maresca denuncia il bubbone dei debiti fuori bilancio: «Più di 35 milioni è il segnale di un deficit strutturale a cui occorre mettere mano».

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