Domani è in programma il faccia faccia con il ministro Gennaro Sangiuliano - anche se c'è un margine di incertezza per le condizioni di salute dello stesso ministro - incontro pubblico dove il sindaco Gaetano Manfredi cercherà di ritagliare uno spazio privato per parlare con il titolare della delega alla Cultura nel governo guidato da Giorgia Meloni. Perché oggi in mattinata ci sarà il Consiglio di indirizzo del San Carlo dove si materializzeranno i tagli ai fondi destinati al San Carlo, una scure che si abbatterà attraverso lo stanziamento dei fondi Poc, acronimo che sta per Programmi operativi complementari in capo ai fondi sviluppo e coesione rivolto alle Regioni. Si tratta nella sostanza di fondi europei ma compartecipati dall'ente di Santa Lucia guidato dal presidente Vincenzo De Luca. Che sta tagliando all'intero comparto. Va detto che a oggi i più consistenti riguardano il festival di Giffoni che passa da 4 a 3,5 milioni. Alla fondazione Campania dei festival che passa da 4,3 a 3,5 milioni. Un taglio di ben 800mila euro. Poi cura dimagrante per 70mila euro per la fondazione Mondragone (200 invece di 270mila) e per la Fiera del libro (da 300 a 200mila euro). Invariati, invece, i contributi per altre 24 realtà. Tra cui il teatro Verdi di Salerno e il San Carlo: il primo 1,5 milioni, 2 milioni il secondo. Tuttavia il lirico napoletano viene già dai corposi tagli del passato bilancio avvenuto sui Poc quasi 4 milioni. E la stessa cosa potrebbe accadere sempre sui Poc per le annualità 2023/2025: e ammonterebbero a una cifra che oscilla tra il 15 e il 20 per cento. Nella migliore delle ipotesi il San Carlo perderebbe circa 800mila euro per annualità. Atteso che il sindaco oltre a essere il Presidente del Consiglio di indirizzo del Lirico è anche l'assessore alla Cultura del Comune, i tagli di De Luca certo non contribuiscono a migliorare i rapporti, nemmeno quello istituzionali, tra i due. E oggi il primo punto all'ordine de giorno è il budget del San Carlo per il 2023.
Di qui il dialogo aperto con il ministro della Cultura napoletano doc, che ben conosce la situazione del pianeta cultura a Napoli e anche lo stato del San Carlo. Con Sangiuliano Manfredi dovrebbe affrontare altre spinose questioni, come il futuro della Biblioteca nazionale, del complessivo taglio dei fondi ala cultura e la nomina al Teatro Mercadante che tocca proprio al Mibac. Si tratta di sostituire Federico Cafiero de Raho, già procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo che fu nominato dall'allora ministro Dario Franceschini. Che però si è candidato alle politiche con il M5S ed è stato eletto e si è dimesso dall'incarico. Il consiglio di amministrazione dell'Associazione Teatro Stabile della Città di Napoli, organismo di governo del Teatro di Napoli Teatro Nazionale che gestisce il Teatro Mercadante e il Teatro San Ferdinando è una questione seria. Con le dimissione dell'ex Procuratore antimafia il Cda del Mercadante è orfano del presidente. In campo sono rimasti Stefania Brancaccio vicepresidente vicario, Emilio Di Marzio vicepresidente Evelina Christillin e Roberto D'Avascio.