Terzo mandato per De Luca, è rinvio ora si attende il governo

Il consiglio regionale
Il consiglio regionale
di Adolfo Pappalardo
Lunedì 4 Settembre 2023, 09:56
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Per ora, al di là dei rumors e dei chiacchiericci estivi della politica, il tema del terzo mandato non verrà ufficialmente messo nero su bianco. Meglio attendere e capire se la maggioranza di governo andrà avanti sul progetto di togliere il limite dei mandati ai sindaci e reintrodurre il voto diretto dei presidenti di Provincia. Un complesso di norme in cui rientrerebbe anche il caso dello stop, dopo due legislature, per i governatori. Bocce ferme, quindi, anche a palazzo Santa Lucia per capire come ci si orienterà a livello nazionale. Anche perché per presentare una norma ad hoc in consiglio regionale vi è tempo: si vota nella primavera 2026. Inutile quindi infervorare animi già tesi. Non solo per il no della segretaria Pd Elly Schlein (ribadito appena l'altro giorno, tra l'altro) ma anche perché per mettere mano ad una legge regionale, come hanno già fatto in passato Formigoni e Zaia, si dovrebbe passare anche per un innalzamento delle soglie di sbarramento su cui i partiti più piccoli della coalizione potrebbero alzare barricate. Senza contare come una norma ad hoc per De Luca rischia di essere impugnata dal governo dalla Consulta. Meglio attendere, quindi, e vedere il nuovo scenario.

Di fatto è oggi che si rientra pienamente al lavoro negli uffici del consiglio regionale al Centro direzionale. Con la conferenza dei capigruppo da convocare a giorni per decidere la rotta dei lavori delle prossime settimane. Passando, ovvio, anche per una riunione della maggioranza che Vincenzo De Luca dovrebbe convocare sempre a giorni.

Con il governatore deciso a mettere il piede sull'acceleratore, in particolare, al piano paesaggistico regionale da portare a casa entro dicembre. O anche prima, ha spiegato ai suoi. Perché occorre superare «quel quadro di vincoli che in buona sostanza paralizzano l'attività di trasformazione del territorio». D'altronde De Luca parlando del nuovo piano ha sempre ribadito come «ci sia un paradosso: l'Italia è il Paese che ha la normativa vincolista più pesante al mondo e contemporaneamente ha il livello più alto al mondo di abusivismo».

Ormai il nuovo piano, a cui lavora l'assessore regionale all'Urbanistica Bruno Discepolo, è quasi pronto (lavoro partito nel 2016 ma da concordare con il ministero dei Beni culturali) e mancherebbero solamente le ultime audizioni delle associazioni ambientalistiche.

Una pausa invece è stata messa sul terzo mandato. Non perché il governatore abbia cambiato idea, anzi, ma si sta valutando di attendere le evoluzioni della norme a livello nazionale. Proprio domani il Parlamento torna a riunirsi dopo la pausa estiva e la commissione Affari costituzionali del Senato dovrà esaminare un emendamento della Südtiroler Volkspartei per concedere la possibilità ai sindaci di candidarsi per un terzo mandato consecutivo. Si tratta di un emendamento al disegno di legge di Fratelli d'Italia per reintrodurre l'elezione diretta dei presidenti delle province, all'esame proprio in commissione. Tema assolutamente bipartisan se si trovano alla fine del secondo mandato ben 8 sindaci di città capoluogo di regione (tra centrodestra e sinistra) mentre i mandati di Zaia, Bonaccini, De Luca ed Emiliano termineranno alla fine del 2025.

Un tema, quindi, assolutamente bipartisan e che vede molti fautori del superamento del doppio mandato. Dalla maggioranza di governo (a cominciare dal ministro leghista Salvini) passando per il centrosinistra e dall'Anci, l'associazione dei comuni, guidata dal dem Antonio Decaro. Ufficialmente, quindi, il tema è sparito per ora dall'agenda di palazzo Santa Lucia e anche del consiglio regionale. Nessuna proposta è stata presentata e né dovrebbe esserlo nelle prossime settimane.

Con l'idea che il vero spartiacque per capire i nuovi equilibri ci sarà solo dopo le Europee della prossima primavera. A cominciare da quelli interni al Pd, il partito del governatore. Un risultato non buono, o peggio una batosta per i dem infatti, potrebbero far cambiare gli scenari interni e costringere l'opposizione a riorganizzarsi contro la maggioranza Schlein. O comunque se pure non accadesse mancherebbero ben due anni al voto alla Regione. E ci sarebbe quindi tutto il tempo per approvare una norma sul terzo mandato sul modello di Zaia di in Veneto.
 

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