Ucraina, un ponte culturale da Napoli: «Così riconquistiamo la pace»

Il dibattito alla presentazione del libro “Ucraina” di Umberto Ranieri

Umberto Ranieri, autore del libro Ucraina
Umberto Ranieri, autore del libro Ucraina
di Dario De Martino
Venerdì 21 Aprile 2023, 11:00 - Ultimo agg. 13:55
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«Napoli ha una comunità ucraina molto numerosa. Per questo la cultura partenopea deve porsi come protagonista in ogni operazione di sensibilizzazione verso questo conflitto». Maurizio de Giovanni apre così la presentazione del libro “Ucraina” di Umberto Ranieri. Il neo-presidente della fondazione Premio Napoli ha scelto un'opera di respiro internazionale per il battesimo del suo incarico da numero uno di quello che, nelle intenzioni dello scrittore e del Comune di Napoli, vuole essere un nuovo polo culturale per la città. «La fondazione Premio Napoli deve essere attenta a ogni fenomeno che ha riflessi sulla città. E l'analisi di questo conflitto, per la presenza di una comunità ucraina numerosa, identitaria e coesa, ha un fronte anche interno», spiega de Giovanni. E in quest'ottica l'unione d'intenti con il sindaco Gaetano Manfredi pare evidente: «La Fondazione che immaginiamo deve essere sempre più un'agenzia di promozione della cultura in città. E questo incontro ha un significato di grande rilievo», le parole del sindaco.

Anche per l'ex rettore il conflitto ha un riflesso cittadino: «Abbiamo accolto il maggior numero di profughi e in città vive una comunità molto numerosa, attiva e democraticamente organizzata cui abbiamo dato e vogliamo offrire supporto», ha aggiunto. Ma oltre la prima uscita di de Giovanni come presidente del Premio Napoli, la giornata è stata soprattutto un'occasione di dibattito e di approfondimento sulla guerra. Moderato dal direttore del Mattino Francesco de Core, l'incontro si è snodato attorno alle riflessioni sull'opera, edita da Guida editore, di Umberto Ranieri, per anni esperto di politica estera del Pci, con commenti di Giuliano Ferrara, Ernesto Galli della Loggia, Ferdinando Nelli Feroci. «Ho scritto questo volume per contrastare la tendenza diffusa a rintracciare la causa della guerra nelle scelte compiute dall'occidente dopo la guerra fredda - spiega l'autore - La Russia si è sottratta allo sforzo di riavvicinamento compiuto dagli Stati Uniti e dall'Europa».

Sul conflitto, Ranieri aggiunge: «È indispensabile pensare a una soluzione negoziale, ma la guerra non può concludersi premiando l'aggressore riconoscendogli i territori annessi. Per questo i negoziati, unica soluzione alla guerra, necessitano di posizioni ragionevoli di partenza». Intorno a questi temi si è snodato un interessante dibattito sul conflitto e sugli equilibri geopolitici mondiali.

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Il sindaco Manfredi, pur condividendo l'intervento di sostegno economico-militare all'Ucraina, non è stato tenero con l'Unione europea: «Ha assunto una posizione debole presentandosi divisa e incapace di assumere quel ruolo di terzietà che poteva portarla ad essere protagonista di una trattativa per la pace». L'ex ministro ha espresso anche grande preoccupazione per «una geopolitica mondiale in cui il ruolo dell'Europa e dell'Italia è estremamente fragile». Maggiore sostegno alla posizione europea è arrivato dall'eurodeputata del Pd Pina Picierno che vede il conflitto come «un'aggressione al cuore dell'Europa e direttamente all'Unione europea. Questa guerra - ha aggiunto - riguarda soprattutto noi europei più che gli Stati Uniti». Nel corso del dibattito, durante il quale sono intervenuti anche il magistrato Alfredo Guardiano e i docenti dell'Università Orientale Massimo Galluppi e Paolo Wulzer, il padrone di casa Maurizio de Giovanni ha concluso con una riflessione con al centro la dimensione culturale: «Diciamo no ad ogni tipo di censura della cultura russa. La musica, la danza e la letteratura devono essere fattori di unione. La cultura è un ponte, non un muro». 

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