Unesco a Napoli, Tajani e Sangiuliano: «Grande accoglienza, ministri del G7 a Capri»

Il ministro degli Esteri: «Questo è luogo di apertura e confronto, simboli Unesco»

Unesco a Napoli
Unesco a Napoli
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Mercoledì 29 Novembre 2023, 23:30 - Ultimo agg. 1 Dicembre, 07:27
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C’è tanta Napoli nel futuro dell’Unesco; c’è, soprattutto, quello “Spirito di Napoli” che è stato evocato fin dal primo giorno dei lavori della conferenza internazionale e che ieri è divenuto definitivamente centrale nel programma Unesco.

La “call for action”, la chiamata ad utilizzare protocolli collettivi, e condivisi in tutto il mondo, per affrontare meglio il futuro della tutela dell’arte e della cultura, resistendo alla tenacissima pressione del turismo, parte dalle buone pratiche di Napoli e si estende all’intero Pianeta: «Questa tre giorni ha definitivamente consacrato la città come centrale nel mondo Unesco - ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, tornando a Palazzo Reale per le conclusioni della conferenza - la scelta di trasportare lo spirito di Partenope nei progetti futuri dell’organizzazione è stata vincente e ha conquistato tutti i partecipanti».

Entusiasta anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il quale ha messo piede dentro palazzo Reale, sede del meeting, spiegando che «la scelta di accogliere questa conferenza Unesco a Napoli era vincente in partenza. È una città colma d’arte, di cultura, di passione, un luogo che è rappresentazione stessa dei principi fondanti dell’Unesco. L’accoglienza di questo territorio è unica, ecco perché abbiamo deciso di tornare in questa terra in Primavera, per il G7 che si svolgerà a Capri». 

All’uditorio internazionale il ministro Sangiuliano ha spiegato, con orgoglio, di essere un “indigeno napoletano”, fiero di tramandare egli stesso cultura e tradizioni partenopee. Ha citato il Mann e il mosaico della Battaglia di Isso per spiegare l’importanza della capacità di unire i popoli anche dopo i momenti di tensione, poi ha provato a dare [il senso dello “Spirito di Napoli” che scaturisce dalla conferenza e lo fa prendendo ad esempio Enrico Caruso «che è la sintesi perfetta fra patrimonio materiale e immateriale.

Lui non c’è più ma le sue interpretazioni liriche sono rimaste. E così è la città di Napoli: sintesi perfetta tra fisicità ma con una forte immaterialità che nasce dalle tradizioni e passa di generazione in generazione».

Poi Sangiuliano ha unito i fili del discorso riportandolo alla “call for action” della conferenza: «Ecco, qui a Napoli le delegazioni internazionali hanno potuto toccare con mano ciò che poi è stato scritto nel documento conclusivo: tramandare monumenti e cultura, difenderli, cercare soluzioni per evitare l’assalto del turismo come stiamo facendo noi, provando a spostare masse di visitatori verso luoghi meravigliosi d’Italia anche se poco conosciuti». 

Sangiuliano ha concluso ricordando che il prossimo G7 della cultura si terrà a Positano. Poi ha ceduto il podio al ministro degli Esteri Tajani per la conclusione della conferenza.

Anche Tajani ha ricordato i giorni in cui è scaturita la decisione di portare il meeting Unesco a Napoli «una scelta fortemente voluta, con ministro Sangiuliano, perché Napoli ha la dimensione della grande capitale, è ricca tante culture diverse che si sono intrecciate nei secoli, è stata ed è un crocevia di arte e di idee, pensiamo solo al Cristo Velato». 

Proprio dal racconto delle tante bellezze della città, il Ministro degli Esteri ha allargato il concetto: «In tutto il Paese esistono bellezze uniche e consentono all’Italia, che non è una potenza militare né economica, di utilizzare questo strumento, la cultura, come strumento di politica estera: perché la diplomazia della cultura non può che essere diplomazia di pace». 

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Il Ministro ha ricordato all’uditorio internazionale l’origine del sul cognome, probabilmente proveniente dall’altra parte del Mediterraneo «perché contiene origini arabe, racconta di una famiglia del passato che ha attraversato il mare per cercare lavoro, futuro». 

E proprio il tema dell’unione fra popoli per Tajani è fondante per il futuro dell’Unesco e si riassume nello “Spirito di Napoli” che ha animato la conferenza: «Il documento che nasce proprio dal grande spirito di questa città conferma che apertura e confronto consentono di costruire il futuro; e non significa rinunciare alla propria identità perché più si è consapevoli di propria identità, meno si ha paura dell’altro». 

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