Autonomia differenziata, De Luca contro il governo: «Risucchiano i fondi del Sud per darli al Nord»

il governatore ha parlato nel corso della riapertura del cantiere per la nuova stazione ferroviaria di Bacoli

Vincenzo De Luca
Vincenzo De Luca
Mercoledì 22 Febbraio 2023, 14:59
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«Un pericolo grave è vedere risucchiati i soldi del Sud dal Nord. C'è un capitolo sui Fsc, i Fondi di sviluppo e coesione, destinati per l'80% al Mezzogiorno. Parliamo di 67 miliardi di euro, con un riparto definito da sei mesi ma il Governo non convoca il Cipess (il Comitato interminesteriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile - ndr) per fare concretamente l'investimento con 5 miliardi e 600 milioni di euro che spettano alla Campania».

Lo ha detto il governatore Vincenzo De Luca nel corso della riapertura del cantiere per la nuova stazione ferroviaria di Bacoli.

«Questi hanno in testa - ha detto, riferendosi al governo - di prendere i fondi del Sud e spalmarli sul piano nazionale. La motivazione che daranno è che al sud non spendiamo i soldi, è una grande palla e l'ha detta anche Meloni. Questo nuovo imbroglio serve per dare una motivazione alla rapina dei fondi e dovremo ora fare una battaglia unitaria al Mezzogiorno al di là delle bandiere di partito, perché ci giochiamo il futuro delle prossime generazioni.

Dobbiamo combattere con unghie e denti per avere non soldi in più per recuperare, ma almeno gli stessi diritti che hanno i cittadini del Nord».

«Dobbiamo insieme al Sud stare attenti a cosa si muove su piano nazionale, sull'autonomia differenziata che rischia di essere non solo la rottura dell'unità d'Italia ma la morte del Sud, partendo da sanità e scuola» ha aggiunto De Luca.

«Siamo nella fase di esaltazione del governo, questo è capitato pure a Renzi e a Draghi nei primi 6-7 mesi. Il primo anno è luna di miele, poi alla fine ci svegliamo e ci rendiamo conto dei problemi» ha polemizzato il governatore.

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Poi sul tema della guerra in Ucraina ha detto: «Abbiamo ascoltato il presidente del Consiglio Meloni promuovere una nuova politica di forniture di armi. In questo momento, anziché fare armi e produrre munizioni, diamo soldi alla sanità italiana perché non c'è più un medico. Fra poco non avremo la possibilità di fare i turni nei pronto soccorsi. Questa notizia è arrivata al presidente del Consiglio?».

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