Creatività e innovazione: gli smalti dello Studio Del Campo al Plart

Creatività e innovazione: gli smalti dello Studio Del Campo al Plart
Sabato 11 Maggio 2019, 18:03
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La Fondazione Plart, museo della plastica, palcoscenico ormai da un decennio di rassegne, dove sono protagonisti i materiali e le loro declinazioni, con l’utilizzo di diverse superfici e tecnologie, ospiterà nella sede di Napoli, dal 9 maggio all’11 luglio 2019, la mostra Creatività e innovazione: gli smalti dello Studio Del Campo 1957 – 1997. Un link della città partenopea con quella Iulia Augusta Taurinorum, dove tra pochi mesi si inaugurerà il Plartwo, secondo “figlio” della Fondazione Plart, che nel 2017 ha acquisito uno spazio industriale dismesso nell’area di via Cigna (proprio accanto al Museo Ettore Fico e al polo gastronomico di Edit), una ex fabbrica di tappeti, risalente ai primi anni del ‘900, con l’obiettivo di aprire il nuovo Centro di Arte Innovazione e Ricerca PLARTWO. 

L’esposizione, a cura di Anty Pansera, storica e critico del design e delle arti decorative e applicate, mostrerà nello spazio di via Martucci quasi centocinquanta pezzi provenienti da collezioni private, disegni di progetti e preziose documentazioni cartacee nell’allestimento multimediale curato da Mario Capasso / CAPWARE lab; accompagnando gli spettatori in un percorso intrigante che permetterà di conoscere due coppie di amici e di coniugi, straordinari “artieri”, autentici testimoni di excellent  craftsmanship.

La storia dello Studio Del Campo, un sodalizio artistico, artigianale e progettuale, è caratterizzata da una denominazione che si rifà a quel “campo” di una strada ancora rurale di Torino (via Ludovico Bellardi 100), dove Lydia Lanfranconi (inglese di nascita, classe 1930) e Virgilio Bari (Taranto 1928, dal 1934 a Torino), Bianca Tuninetto (Rivoli, classe 1927 - 2015) e Euclide Chiambretti (La Spezia 1923 – 2012), aprirono nel 1957, una “bottega” di smalti a gran fuoco, portando avanti per decenni un affascinante sodalizio, che ha saputo intrecciare un sapiente e costruttivo dialogo tra la cultura del progetto, della creatività e dell’innovazione. 

Dal milanese Gio Ponti al torinese Toni Cordero, numerosissimi sono stati gli architetti/designer che hanno affiancato i Del Campo, capaci di dialogare e di “mettere in forma” anche progetti altrui, senza mai venir meno ad un loro proprio linguaggio che si caratterizza non solo per la raffinata tecnica artigiana, dalla quale certo traggono le loro modalità espressive, ma per la capacità di affrontare le più diverse tipologie, dalla micro alla macro scala, per gli interni e la casa ma anche per gli esterni e le architetture. Di Ponti ricordiamo una serie di piatti da lui disegnati e realizzati con straordinarie bicromie, che furono esposti all’XI Triennale, lo stesso modello realizzabile in gradazioni di blu, giallo, verde…; per Cordero, fu suo il progetto di un audace “Vocabolario”, una serie di tavolini-consolles, piatti, coppe-portafrutta, candelieri e piccoli sgabelli da usare anche come servo muto.  Stimolanti anche i contatti con Nanni Valentini, Bruno Munari, Fausto Melotti, Romano Rui ed anche Ettore Sottsass jr, incontrati in occasione delle mostre collettive. Per l’occasione il Plart presenta, per le Edizioni Fondazione Plart, un catalogo con testi di Maria Pia Incutti, Anty Pansera, Maria Chiara Salvanelli, Paola Cazzola Zanotelli e Giovanna Cassese. 

La bottega di smaltatori Studio del Campo, attiva a Torino, era composta da quattro artisti-artigiani - Virgilio Bari e Lidia Lanfranconi, Euclide Chiambretti e Bianca Tuninetto – uniti nel lavoro e nella vita, che hanno saputo confrontarsi con le esperienze artistiche a loro contemporanee e allo stesso tempo con il disegno industriale che si stava affermando nella metà degli anni ’50, raggiungendo esiti originali e unici nel panorama italiano del secondo Novecento. Studio del Campo rappresenta anche la storia condivisa di un’amicizia e di una passione che portò i quattro torinesi a conoscersi nei primi anni ‘50 presso la “Comunità Artistica Torino” di Idro Colombi, da cui poi si distaccarono nel 1955 per fondare la propria bottega. La Triennale di Milano li tenne a battesimo nel 1957 e da quel momento fino al 1997 numerosi furono gli architetti, i designer, gli artisti, i critici e le gallerie d’arte con cui la bottega entrò in relazione: Gio Ponti, Toni Cordero, Romano Rui, Nanni Valentini, Bruno Munari, Filippo Scroppo, solo per citarne alcuni e molte le gallerie in cui esposero tra cui Martina, Il Sestante, Bosisio Arte. Parteciparono a tre edizioni della Triennale di Milano, a tutte le più grandi fiere campionarie e di arredamento italiane ed europee; esposero in Giappone e negli Stati Uniti (si ricorda collaborazione trentennale con la galleria Hudson & Rissman di Los Angeles); ricevettero anche grandi committenze pubbliche, tra l'incarico per l'esecuzione di pannelli decorativi per le specchiere delle cabine di prima classe degli ultimi transatlantici italiani, le turbonavi Michelangelo e Raffaello, nel 1963. 
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