Degas per la prima volta a Napoli, la mostra attesa da oltre un secolo

L’esposizione raduna quasi 200 opere dell’artista francese

Degas per la prima volta a Napoli, la mostra attesa da oltre un secolo
di Valentina Bonavolontà
Venerdì 13 Gennaio 2023, 22:31
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Per la prima volta in assoluto e dopo oltre un secolo Napoli celebra il rapporto tra la città e il pittore francese Edgar Degas, attraverso una mostra ospitata al Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore fino al 10 aprile 2023. L’esposizione, realizzata da Navigare srl in collaborazione con il Comune di Napoli e curata da Vincenzo Sanfo, raduna quasi 200 opere dell’artista francese che visse a Napoli una delle fondamentali tappe della sua vita artistica proprio lì, a pochi passi da Palazzo Pignatelli di Monteleone, residenza del nonno paterno e di parte della famiglia, meglio conosciuto come Palazzo Degas.

A Napoli Degas fu profondamente legato: non solo perchè appunto nel capoluogo partenopeo venne spesso in visita al nonno paterno che vi aveva trovato rifugio, esule dalla Francia della Rivoluzione francese, ma perché Napoli gli regalò ottimismo, calore, buon vivere e, soprattutto, la luce - straordinaria, unica, diversa da quella di ogni altro impressionista - e la sensibilità ai grandi tempi sociali che caratterizzarono la sua produzione pittorica. A spiegarlo è Vincenzo Sanfo, esperto d'arte, curatore della mostra evento "Degas il ritorno a Napoli" che, per la prima volta, vede esposta nella nostra città un'antologia di opere (molte provenienti da collezioni private e mai prima d'ora offerte in visione al pubblico) che celebrano questo legame.

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«Il vero scopo della mostra è aprire un percorso attorno a questo rapporto tra Degas e Napoli, affinché possa ampliarsi e possa creare la possibilità di creare delle mostre ancora più grandi e di indagare sul rapporto artistico tra vari autori e la città, da Degas fino a Warhol, artisti che qui a Napoli hanno scoperto nuove fonti di ispirazioni.

E' un racconto questo, fatto di tanti piccoli racconti». - spiega il Professore Vincenzo Sanfo. 

Di fatti tre sono le aree tematiche in cui si articola l'esposizione:

La prima riguarda gli anni giovanili di Degas: sono ricostruite le atmosfere della Napoli di fine Ottocento attraverso immagini storiche e l’analisi del ritratto del nonno Hilaire De Gas, primo importante dipinto realizzato proprio a Napoli dal futuro pittore impressionista, e quello della famiglia Bellelli, suoi parenti, proposti in mostra in una riproduzione multimediale.

La seconda area tematica ripercorre i temi distintivi dell’arte di Degas: ballerine, prostitute, cavalli da corsa e café-chantant della Belle Époque, in una galleria di disegni, studi preparatori, numerose incisioni tra monotipi, litografie e xilografie, e tre sculture in bronzo: sono opere fondamentali per comprendere a pieno l’arte del “pittore delle ballerine”.  Accanto alla produzione di disegni e incisioni dell’artista, rappresentata dalle serie La maison Tellier e La Famille Cardinal e, in facsimile, dal Carnet di disegni per Ludovic Halévy, spiccano in questa esposizione numerosi altri celebri artisti tra cui Pablo Picasso (acquaforte Degas e Desboutin, serie La Celestine) e Jules Pascin (disegni a inchiostro Maison Close). A corredo dell’esposizione anche una selezione di volumi d’epoca dedicati alla persona e all’artista Degas.

La terza area rappresenta la parte più prestigiosa dell'intera esposizione poiichè racchiude al suo interno il prezioso disegno, originale, "Ritratto di Eugene Manet", fratello del celebre Edouard Manet realizzato da Degas e proveniente dalla Vente Degas realizzata alla morte dell'artista. Questa è la sezione degli aspetti più mondani della vita di Degas: le sue frequentazioni con altri artisti e gli anni più tormentati della sua esistenza, minata dalla cecità. Esposte opere pittoriche e grafiche di artisti napoletani, come Filippo Palizzi, conosciuto alla Reale Accademia di Belle Arti di Napoli, con il quale Degas condivise il dissenso per l’insegnamento accademico. L’area tra gli altri ospita anche Domenico Morelli, Frank Boggs, Giuseppe Canova e Ferdinando Pappacena. 

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