Al Trianon Viviani, domani, 14 gennaio, alle 21, sarà di scena Eugenio Finardi. Il cantautore proporrà i brani del suo ultimo album «Euphonia suite», un percorso emozionale che si dipana tra i brani del suo repertorio e quelli di autori da lui profondamente amati, riletti come meditazioni sulla condizione umana. Ma questo concerto nel teatro della Canzone napoletana avrà anche una sua parentesi speciale per il musicista milanese, cresciuto a Boston da madre americana e padre bergamasco: «Amando Napoli, la sua musica e la sua lingua da sempre – afferma Finardi –, penso di proporre anche qualcosa, come Te voglio bene assaje e Torna a Surriento».
Dopo anni in cui ha alternato nei suoi concerti l’interpretazione delle sue composizioni alla narrazione e all’analisi parlata, quasi una conversazione con il suo pubblico, in Euphonia il cantautore si abbandona al flusso musicale, alla costante ricerca di un senso ulteriore e interiore. Euphonia è un’esperienza sempre diversa, che supera la parola per arrivare a una trascendenza condivisa tra musicisti e pubblico: al di là di un «canovaccio», ogni concerto è unico, diverso da tutti gli altri, influenzato dalla sala, il pubblico, il momento...
Questo gioco di improvvisazione e reinvenzione di Euphonia è frutto della particolare intesa del cantautore con il pianista Mirko Signorile e il sassofonista Raffaele Casarano, che collaborano con lui da più di dieci anni. Questa «magia», come la definisce Finardi, è caratterizzata da «una costante ricerca del senso profondo della Musica e della sua straordinaria capacità di metterci in contatto con l’Assoluto Cosmico», di quella «mitica Armonia delle Sfere che Dante descrive come massima espressione del Paradiso e la scienza descrive come la vibrazione che tutto lega e tutto contiene».