La mostra “Luce e sangue” al Museo del Tesoro di San Gennaro

La mostra sarà prorogata fino a martedì 13 febbraio 2024 per consentire al pubblico di poter visitare l’esposizione delle due opere site specific dell’artista Nicola Samorì

Luce e sangue
Luce e sangue
Venerdì 19 Gennaio 2024, 19:00
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Grande successo di pubblico per la mostra “Luce e Sangue” in corso al Museo del Tesoro di San Gennaro che sarà prorogata fino a martedì 13 febbraio 2024 per consentire al pubblico che lo desidera, e che non ha ancora avuto modo di farlo, di poter visitare l’esposizione delle due opere site specific dell’artista Nicola Samorì.

La mostra, a cura di Demetrio Paparoni, la cui chiusura era inizialmente prevista a metà gennaio, presenta due opere di grandi dimensioni che si ispirano alla cultura barocca e ai capolavori su rame custoditi nella Cappella e nella Sacrestia del Tesoro di San Gennaro ad opera di Luca Giordano, Jusepe de Ribera, il Domenichino e Massimo Stanzione.

Realizzati su grandi lastre di rame, i lavori di Samorì sono allestiti presso gli spazi della Sacrestia.

Propongono una rilettura contemporanea e una diversa fruizione delle opere classiche sollecitando nuove percezioni ed esperienze dei dipinti custoditi al museo. Il sangue è la chiave, il simbolo in cui si riassume il legame tra il santo e il suo popolo, quel sangue che muore come umano e rivive come divino.

Intitolate “Il Sangue dei Santi”, le opere si ispirano ai dipinti Santa Maria Egiziaca di Jusepe de Ribera e San Paolo eremita di Luca Giordano, conservati rispettivamente al Museo del Prado di Madrid e al Virginia Museum of Fine Arts.

La mostra rientra negli intenti della Deputazione che da sempre ha il compito e la responsabilità di custodire le reliquie e il Tesoro di San Gennaro, e di promuovere ed innovare l'interesse per il culto del Santo Patrono. L’obiettivo è quello di aprire il Tesoro a diverse forme di arte e, nel rispetto della tradizione, rinnovare lo spirito di committenza e il legame tra la città di Napoli e il suo Santo. Il dialogo tra ciò che è stato ed il presente, si manifesta in interpretazioni nuove che aprono a confronti moderni su questioni antiche. In questo senso appare lineare il rapporto tra la ricerca dei lavori di Luca Giordano presenti in sacrestia, da poco restaurati, e quelli appositamente creati da Nicola Samorì, in cui gli obiettivi opposti di compiutezza del primo e di voluta incompiutezza del secondo, si riconciliano nelle tecniche e nei materiali, lasciando al pubblico l'interpretazione della vita dei santi e dei relativi messaggi di fede e valori.

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