Apriamo le Porte al Natale da giovedì ​al Pozzo e il Pendolo Teatro di Napoli

Sul palco parole, musica, tradizioni, suggestioni e ritualità

Una scena di Per mano mia di Maurizio de Giovanni
Una scena di Per mano mia di Maurizio de Giovanni
Martedì 6 Dicembre 2022, 14:29
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Prenderà il via giovedì 8 dicembre alle 21, al Pozzo e il Pendolo Teatro di Napoli, Apriamo le Porte al Natale, un programma interamente dedicato alle imminenti festività, che si snoderà attraverso parole, musica, tradizioni, suggestioni e ritualità, fatte di storie, di persone, di momenti belli e unici da condividere.

Due gli appuntamenti in scena per la prima settimana di programmazione, che vedrà Laura Pagliara, Andrea De Rosa, Marco Palumbo e Peppe Papa protagonisti, giovedì 8 dicembre, della Tombola dei Fantasmi, per svelare l’atmosfera magica del teatro di Piazza San Domenico Maggiore, con parole e musica dell’antica tradizione partenopea insieme a un buffet di dolci natalizi. 

Presi per mano da una compagnia di guitti d’altri tempi, si compie un viaggio immaginario tra ombre, storie e leggende perse nella nebbia del passato: la storia del Munaciello, di Cola Pesce, della Bella Imbriana, di Re Nasone, la leggenda dell’Uccello Grifone, delle Gazze della Pignasecca e la storia di Maria D’Avalos.

E sulle note di Ciaola, Passione, La Carmagnola, Serpe a Carulina, Fenesta Vascia le storie segneranno il passo di questo viaggio nella memoria, in cui i personaggi di questo spettacolo hanno un’eternità da raccontare. 

Il Natale del Commissario Ricciardi approderà con tutte le sue suggestioni sul palcoscenico partenopeo, sabato 10 dicembre (repliche nei giorni 11, 17 e 18), in Per mano mia di Maurizio de Giovanni, con Paolo Cresta, nell’adattamento di Annamaria Russo e la regia di Paolo Cresta.

È Natale 1931, in una Napoli sferzata dal gelo.

Luigi Alfredo Ricciardi, il commissario dagli occhi verdi condannato ad ascoltare l’ultimo pensiero dei morti, deve fare luce sull’omicidio di Emanuele Garofalo, funzionario della milizia, e di sua moglie Costanza.

A guidarlo, come sempre, l’ultimo pensiero delle vittime, e i cocci di una statuina del presepe, infranta come a voler raccontare il dolore che ha armato la mano dell’assassino.

Per mano mia, prima di essere un giallo è un affresco di una città che, allora come oggi, svela i suoi segreti e il suo spirito attraverso ritualità e tradizioni che affondano le proprie radici nella notte dei tempi

In una città che si stende davanti a lui “come un immenso Presepe”, il commissario Ricciardi si troverà costretto, ancora una volta, a farsi largo tra menzogne credibili, verità improbabili, lacrime di gioia, sorrisi disperati, vittime colpevoli e assassini innocenti.

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