La Softlab apre a Maddaloni
spiraglio anche per la Jabil

La Softlab apre a Maddaloni spiraglio anche per la Jabil
Sabato 20 Marzo 2021, 08:25
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Torna alla carica il gruppo Softlab specializzato nella fornitura di servizi e applicazioni wireless, tra i più impegnati, forse il primo, nell'ambito del programma di ricollocazione del personale in esubero della Jabil di Marcianise. Dopo le «incomprensioni» che sono stata registrate mesi fa nei suoi rapporti con Seri, la società di Caserta inaugura un nuovo percorso di crescita aprendo un nuovo sito nel comprensorio di Maddaloni (al confine con Marcianise), confermando il suo interesse nei riguardi della new economy, indirizzando le sue competenze verso le nuove frontiere del 5G, ovvero il web del futuro.

Il giorno 30 Marzo il management di Softlab sarà in grado di fornire ai sindacati, sempre per via telematica, ampi dettagli e delucidazioni sul nuovo investimento. Dovrebbero essere precisate quali saranno le ricadute dell'operazione sul piano occupazionale e le opportunità che potranno essere colte attraverso il Recovery fund. L'appuntamento sarà replicato il giorno dopo, il 31 Marzo, a Roma, attraverso una interlocuzione con i sindacati che riguarderà l'intero piano industriale del gruppo dell'It (information technology) a definizione dell'informativa preliminare già avviata nella consultazione del 15 febbraio scorso.


Tuttavia, quasi in controluce rispetto a notizia così favorevole per il comparto, si confermano di pari passo pure i timori e le incertezze che incombono per la sorte dei lavoratori della Jabil, 350, la maggior parte dei quali è stata reimpiegata presso Softlab, solo in minima parte assunti dal gruppo Orefice. In effetti, per i dipendenti di Marcianise ancora non ci sono certezze per il loro posto di lavoro e nemmeno può rappresentare un motivo rassicurante la proroga del blocco dei licenziamenti che il Governo ha previsto per il protrarsi dell'emergenza sanitaria. Ecco perché adesso sono le Rsu a protestare, tanto è vero che hanno organizzato per lunedì prossimo (dopodomani) un presidio in Prefettura per riaccendere i fari sulla vertenza e per rilanciare il confronto al Mise.

L'obiettivo finale è quello di far si che la direzione aziendale esca allo scoperto precisando intenzioni e direttive chiare sul versante produttivo, soprattutto quali azioni intenderà assumere per avvalersi sia dei fondi sia del sostegno della Regione. «Bisogna attrezzarsi al più presto- questo il parere di Francesco Percuoco segretario della Fiom provinciale -anche per poter utilizzare le risorse del Recovery Found che dovrebbero favorire il rilancio dei settori tecnologici, informatici e della green economy. Sapendo che, senza di questo, avremo drammatiche ripercussioni sul territorio quando termineranno gli ammortizzatori sociali.

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«Le questioni da affrontare sono tante, in altre parole, soprattutto urgenti», come sottolinea Nicodemo Lanzetta della Fim Cisl. Anche la Uilm avanza dubbi e perplessità: «Chiediamo all'azienda di impegnarsi di più - rimarca Mauro Musella, delegato - investendo sull'innovazione tecnologica». Insomma la condizione di Jabil resta delicata.

E si rischi si parla anche per quel che riguarda Tfa (mater ferro) a San Nicola. Le segreterie di Fim Fiom e Uilm hanno chiesto un incontro con la società per conoscere l'andamento del piano industriale. Un allarme motivato dalla perdita da parte di Eav, l'ente committente di riferimento, di un ordinativo da 250 milioni di euro, a tutto danno di fornitori che rispondono ai nomi di Hitachi, dello stesso gruppo indiano: «Adesso chiediamo - ha riferito il delegato Giovanni Ianniello di impegnarsi di più per aggiudicarsi l'altra gara cui Tfa sta partecipando, quella per la realizzazione di carrozze per la Ferrovia Roma Viterbo». Come dire che si rischia di perdere una grande opportunità, ne va di mezzo il destino della maestranze a tempo determinato, circa 200.
 

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