La verità dai filmati: l'incendio dei rifiuti a Caivano è doloso

La verità dai filmati: l'incendio dei rifiuti a Caivano è doloso
di Marco Di Caterino
Venerdì 27 Luglio 2018, 23:09
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CAIVANO. Svolta, forse decisiva, nelle indagini sul devastante incendio di mercoledì scorso, che ha ridotto in cenere migliaia di tonnellate di balle di plastica e carta nell’area di stoccaggio dell’azienda “Di Gennaro Spa”, nella zona del consorzio Asi di Pascarola facendo temere un autentico disastro ambientale nell’epicentro della tanto martoriata Terra dei fuochi. 
La novità arriva dalle analisi dei filmati del sistema di video sorveglianza dell’azienda sequestrati dai carabinieri qualche minuto dopo la comparsa della nube di fumo denso e nero alimentato dal furioso incendio. Da quanto trapela, le immagini riprendono il movimento di alcune persone proprio tra le balle stoccate nei circa diecimila metro quadrati del piazzale interno dell’azienda alcuni minuti prima che si sviluppassero le fiamme. 

Materiale molto interessante ai fini investigativi, l’hanno definito gli inquirenti fra i quali si fra strada la convinzione che l’incendio sia di natura dolosa, tesi confermata anche dalla rapidità di propagazione e dall’area piuttosto ampia in cui si sono sviluppate le fiamme.
Il fascicolo aperto dai pubblici ministeri Patrizia Dongiacomo e Fabio Sozio, coordinati dall’aggiunto Domenico Airoma della procura di Napoli Nord, individua ancora genericamente il reato di incendio, ma non è probabile che nei prossimi giorni si aggiungerà anche quello di disastro ambientale.
Si attendono infatti i risultati definitivi dei rilievi dell’Arpac che tante polemiche hanno scatenato dopo la pubblicazione dei primi dati sulla qualità dell’aria definita sostanzialmente nella norma, risultato poi smentito dal direttore dell’agenzia. Un nuovo comunicato è stato diffuso ieri in cui si sostiene che «rientrano nella norma i valori relativi alle polveri sottili misurati nell’area circostante il maxi-incendio» ma si aggiunge che «per il principio di precauzione non è al momento possibile definire il quadro complessivo della contaminazione ambientale». Bisognerà attendere i prossimi giorni, mentre il perito al quale i pm hanno conferito l’incarico ha effettuato un primo sopralluogo, nonostante che l’incendio ancora in atto. In procura sono stati ascoltati dai due pm anche i figli del presidente della “Di Gennaro Spa” che da anni collaborano nella conduzione dell’azienda.

L’impresa era già finita lo scorso anno nel mirino della Forestale che in seguito a un’ispezione avevano imposto l’immediata rimozione dei “sovvalli”, materiale di scarto della vagliatura di plastica, vetro, legno, carta che per legge dovrebbero essere inviati o in discarica o nei termovalorizzatori. 
Resta da chiarire anche un altro episodio dai contorni ancora molto confusi, la presenza di quattro uomini che ad incendio già sviluppatosi cercavano di allontanarsi con una certa fretta dall’area di stoccaggio. I quattro sarebbero stati poi bloccati da alcuni volontari delle guardie ambientali di Caivano ai quali hanno riferito che erano li solo per scattare alcune foto. Un altro mistero da chiarire. 

Il danno ambientale dell’incendio di Caivano, che segue di tre settimane quello di San Vitaliano, ha scatenato le proteste dei comitati ambientalisti. Tra questi la “Isde medici per l’ambiente Nola-Acerra£, che in un comunicato a firma del presidente Gennaro Esposito rilancia «come proposta immediata l’avvio di uno screening sulla popolazione per monitorare gli eventuali effetti negativi sulla salute dei cittadini, sostenendo quanto deciso dal sindaco di San Vitaliano, di reclutare giovani tra i 18 e i 24 anni che saranno sottoposti ad analisi complete tossicologiche su sangue, capelli e sperma e verificare eventuali danni diretti sul DNA da parte di queste so
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