Napoli, il grande sacrificio che cancella l'emergenza

di Francesco De Luca
Lunedì 10 Gennaio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 07:00
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In una giornata di pioggia battente è spuntato il sole sul Napoli, su questi coraggiosi ragazzi con le maglie rosse che dopo aver fermato la Juve sono tornati a vincere nello Stadio Maradona. Dopo la buona notizia della negativizzazione di Osimhen, che tornerà presto per mettersi a disposizione di Spalletti, ecco il successo che serviva per affrontare meglio le carenze di organico. Si è rivisto Fabian, fermo del 1° dicembre, e il tecnico ha concesso pochi minuti anche al difensore Tuanzebe, appena arrivato.

«Tre punti che danno nuovo entusiasmo», ha spiegato Luciano, che sa pesare certi momenti e certe vittorie: questa è arrivata dopo tre sconfitte consecutive nello stadio dedicato a Diego, la cui statua è riapparsa negli spogliatoi. Un segno del destino.

Eppure, alla mezz’ora era uscito Insigne: un dolore muscolare dopo uno scatto sulla sinistra e ora il capitano rischia uno stop. Nello stadio semivuoto si sono ascoltati applausi per il capitano che dalla prossima stagione giocherà nella Mls, vestendo la maglia del Toronto, il club canadese che è stato l’unico a farsi avanti (e con una ricchissima proposta) e che ha pubblicato anche ieri video per annunciare lo sbarco di Lorenzo, mostrando una galleria dei suoi gol: quelli con la Nazionale, neanche uno dei 114 nel Napoli, che stile. Su un punto Spalletti è stato chiaro: Lorenzo è serio e sarà utile fino alla fine della stagione, con la fascia sul braccio of course.

L’uscita di Insigne non ha impensierito il tecnico, abituato a prendere le situazioni di petto. L’inserimento di Politano è stato un toccasana perché si è velocizzata la manovra. La Samp si era chiusa a protezione dell’area e ha retto finché non vi è stata la prodezza di Petagna, al secondo gol in campionato. Il primo e unico lo aveva segnato a fine agosto contro il Genoa a Marassi, negandosi poi proprio al club doriano che volentieri lo avrebbe preso. La punta, che a Napoli ha giocato a sprazzi e ha segnato sei reti in un campionato e mezzo, non è un vero e proprio bomber. Non sempre tira fuori colpi come la pregevole girata che ha piazzato contro la Samp, un numero d’altri tempi. Ma è un lottatore, tatticamente prezioso perché sa difendere il pallone e aprire varchi per i compagni (da segnalare l’assist per Politano nella ripresa).

Ci mette il cuore e la forza, ciò che più serve in questa fase per fronteggiare le indisponibilità dei giocatori positivi al Covid-19 o impegnati in Coppa d’Africa e per difendere la posizione al vertice della classifica. Con uno come Petagna è legittimo fino a un certo punto fare il calcolo dei gol che realizza, meglio analizzarne e apprezzarne le prestazioni.

La Samp era spuntata: Gabbiadini e Quagliarella non sono mai stati pericolosi, solo in un paio di circostanze Ospina s’è sporcato i guantoni. Undici sconfitte in ventuno partite danno il senso del peso della squadra blucerchiata. Ma il Napoli ha avuto la concentrazione e l’atteggiamento giusti, attaccando anche quando non vi erano più forze, perché il duro confronto contro la Juve di giovedì scorso si è fatto sentire nella ripresa. La difesa ha protetto bene, ancora una volta Rrahmani e Juan Jesus non hanno sbagliato un intervento e Ghoulam - da tre anni non giocava da titolare due partite consecutive - ha dato segnali molto incoraggianti che potrebbero spingere il Napoli a rinnovargli il contratto: magari tornasse vicino ai livelli di cinque anni fa, quando era tra i migliori esterni sinistri al mondo. Bene la mediana, dove Demme e Lobotka offrono ampie garanzie, in attesa del pieno recupero di Fabian e del rientro di Anguissa dalla Coppa d’Africa. È mancato il colpo del raddoppio per pochi centimetri, tuttavia capitan Mertens e Petagna si sono battuti come leoni. L’umiltà può sopperire al deficit di qualità causato dalle assenze: questo è lo spirito che serve e che può consentire al Napoli di muovere passi decisivi per assicurarsi la qualificazione Champions.

Gli azzurri restano a sei punti dal primo posto. Dopo la vittoria a Venezia il Milan è stato in testa alla classifica per poche ore, fino al gol di Skriniar con cui in serata l’Inter ha piegato la Lazio al Meazza. È stata una giornata ricca di reti e polemiche. L’Udinese e il Bologna hanno frontalmente attaccato la Lega per aver deciso di far giocare subito i bianconeri (ieri) e i rossoblù (domani), reduci dalle quarantene imposte dalle Asl per i contagi. Con queste fortissime tensioni interne sarà molto difficile trovare il punto di intesa con il governo e le regioni nel vertice sull’emergenza sanitaria convocato mercoledì. 

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