Campania zona gialla tra pizze, caos e abusivi: è assalto al lungomare, clima da “liberi tutti”

Campania zona gialla tra pizze, caos e abusivi: è assalto al lungomare, clima da “liberi tutti”
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 3 Maggio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 18:56
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Folla e follia. In fondo, a ben pensarci, è questione di una sola vocale. Ma c’è ben poco da scherzare di fronte all’ultima cartolina dalla Napoli che esce di casa, si raduna, si accalca nel caos indescrivibile della prima domenica di maggio. Tanta, troppa gente: quasi tutti (ma non tutti) indossano le mascherine ma poi - tra una sigaretta e l’altra e un aperitivo e l’altro, un taglio di pizza e uno spaghetto alle vongole seduti ai dehors di caffè e ristoranti - eccolo il rischio sempre in agguato.  

Naturalmente a prevalere è la voglia di chiudere i conti con un anno e più di sacrifici e di isolamenti vari.

Per illuminare la spia (facendo ovviamente i dovuti scongiuri) basta pensare alla Sardegna, le cui sorti «cromatiche» sono mutate in poco meno di tre settimane: da zona bianca a rossa. Ed ecco perché Napoli e la Campania devono tenere alta la guardia in quello che si annuncia come l’ennesimo delicatissimo momento. 

E invece niente. Basta guardare le immagini scattate dai nostri fotografi nella giornata di ieri per accorgersi che in città prevale un incosciente ottimismo. Troppo forte la voglia di pranzare fuori casa, irresistibile quella di uscire a respirare una boccata d’aria. Ma tutti e sempre lì: concentrati sul lungomare invaso peraltro dal traffico veicolare; o piuttosto accalcati tra i vicoli dei baretti di Chiaia, di via Aniello Falcone o stipati come sardine nelle «vasche» delle isole pedonali vomeresi di Luca Giordano e Scarlatti.

Strade affollate, bar e ristoranti pieni. I napoletani si sono goduti il sole primaverile dopo un sabato Primo Maggio di pioggia e vento. Ieri tutte le principali strade cittadine erano affollate da migliaia di persone; pizzerie bar e ristoranti all’aperto sono stati presi d’assalto, da piazza Dante a via Toledo, passando per il Plebiscito e fino a Mergellina e alle aree collinari. Come sempre, il luogo più gettonato è stato il lungomare, con via Caracciolo, via Partenope e via Nazario Sauro trasformate in un infinito serpentone umano. C’è chi ha atteso anche un’ora prima di potersi accomodare a tavola.

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Un gran da fare per le forze dell’ordine preposte ai controlli. Difficile evitare calche e assembramenti, soprattutto sul lungomare. Agenti municipali, poliziotti, carabinieri, finanzieri e soldati dell’Esercito schierati ovunque, e presidiate anche le vie del mare e i litorali con il supporto delle motovedette della Capitaneria di Porto. Primo step, le buone maniere: con l’opera di convincimento ad indossare le mascherine e a non creare raduni pericolosi; poi per gli irriducibili scattano inevitabilmente le sanzioni. 

Mobilità sostenuta e traffico in tilt nelle ore di punta. Tornano a vedersi gli immancabili parcheggiatori abusivi, e così la giornata scorre fino a sera tarda con lunghe code di auto sul lungomare e a Largo Sermoneta, ma anche con una folla che ritrova dopo il tramonto ai baretti di Chiaia, sforando in qualche caso anche l’orario imposto dal coprifuoco. Bilancio dei carabinieri: nella sola giornata di sabato 55 le persone sanzionate. La gran parte perché non indossava la mascherina di protezione. Particolare attenzione è stata dedicata al rispetto del coprifuoco. Nei quartieri Chiaia e Mergellina i carabinieri sono intervenuti dopo le 22 per sensibilizzare alla chiusura gli svariati pub, ristoranti e pizzerie che ancora servivano la clientela. 

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