Corrono i contagi in città: Omicron, la nuova variante più contagiosa di Sars-Cov-2, fa esplodere i casi e l’incidenza (numero di casi in una settimana) in rapporto a 100 mila residenti, sale a quota 480, 200 in più dall’ultimo valore medio certificato per la Campania, mentre la percentuale di positività ai tamponi nel capoluogo sale a 5,64% contro il valore medio di 4,2 della Campania di una settimana fa. L’effetto Omicron sui contagi, dunque, comincia ad essere molto ben visibile e anche se provoca una patologia meno severa rispetto alla Delta induce fatalmente, nei fragili, un’aumentata richiesta di ricoveri in ospedale.
Il risultato finale è il caos nei pronto soccorso. A pagare pegno è soprattutto l’Ospedale del Mare, Qui il percorso Covid perde colpi e al crescere dei casi, sovrapposti agli accessi per tutte le altre patologie, va puntualmente in tilt la prima linea.
La ricettività dei reparti Covid non è sufficiente. L’ex day surgery, dove c’è il Covid center, ha 12 pazienti ricoverati ma sulla carta dovrebbe disporne di 47 di cui 39 in degenza ordinaria e 8 di sub intensiva. A condizionare tutto è la carenza di pneumologi, anestesisti e in subordine internisti. Una carenza strutturale cui si aggiungono le defezioni dei medici e infermieri in malattia o in quarantena in quanto positivi. I pazienti restano in Osservazione al pronto soccorso o in Medicina di urgenza, in attesa di trasferimento, anche per giorni. Le necessità di stanze singole, nei reparti specialistici di altre discipline, riduce ulteriormente la ricettività e in pronto soccorsosi crea un imbuto. In medicina di Urgenza ieri sono stati confermati altri due positivi al tampone molecolare. L’area dei codici verdi è chiusa per ridurre il caos ma il codice giallo diventa il luogo di approdo di tutto con decine di pazienti anche in serie condizioni da visitare e avviare al ricovero (ieri 34). Quanto ai percorsi le soluzioni strutturali individuate dall’ufficio tecnico nei mesi scorsi, per dividere con delle porte stagne il percorso Covid (area codici bianchi e codici verdi) da quella di uscita verso la postazione del triage e codice rosso, non sono state ancora installate. Talvolta tra un paziente positivo e uno che non lo è c’è solo una tendina.
Ce n’è abbastanza per mobilitare la dirigenza medica. La Uil ha chiesto un incontro urgente con i vertici della Asl e dell’ospedale e sulla stessa scia c’è anche l’intersindacale. Viene chiesto al personale di fare rispettare il percorso dei pazienti sospetti tramite il pretriage e isolamento, si lamenta l’ingorgo dei positivi che non vengono trasferiti per mancanza di posti di subintensiva e dunque trattati in Pronto soccorso dove il personale ha imparato a trattare patologie respiratorie complesse. Dito puntato sull’eccesso dei carichi di lavoro: vista l’affluenza e la complessità, il personale è costretto a suddividersi tra le diverse aree (sospetti e varie tipologie di codice colore) ed il rischio di errori aumentano. Le richieste? La separazione fisica dell’area sospetti dall’area restante del pronto soccorso, l’individuazione di personale dedicato ai soli sospetti o in alternativa, accertata la positività al tampone rapido, il trasferimento nei reparti Covid.