Napoli, caos all'Ospedale del Mare: pazienti positivi nell'area no Covid

Napoli, caos all'Ospedale del Mare: pazienti positivi nell'area no Covid
di Ettore Mautone
Mercoledì 29 Dicembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 30 Dicembre, 08:47
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Corrono i contagi in città: Omicron, la nuova variante più contagiosa di Sars-Cov-2, fa esplodere i casi e l’incidenza (numero di casi in una settimana) in rapporto a 100 mila residenti, sale a quota 480, 200 in più dall’ultimo valore medio certificato per la Campania, mentre la percentuale di positività ai tamponi nel capoluogo sale a 5,64% contro il valore medio di 4,2 della Campania di una settimana fa. L’effetto Omicron sui contagi, dunque, comincia ad essere molto ben visibile e anche se provoca una patologia meno severa rispetto alla Delta induce fatalmente, nei fragili, un’aumentata richiesta di ricoveri in ospedale.

Il risultato finale è il caos nei pronto soccorso. A pagare pegno è soprattutto l’Ospedale del Mare, Qui il percorso Covid perde colpi e al crescere dei casi, sovrapposti agli accessi per tutte le altre patologie, va puntualmente in tilt la prima linea.

Sebbene sia passato un anno i problemi del presidio di via Enrico Russo restano quelli già venuti al pettine durante la seconda ondata epidemica. Ieri, nel mega ospedale di Napoli est, in pronto soccorso stazionavano 15 malati, 9 positivi conclamati al Covid e gli altri sospetti di cui alcuni in grave insufficienza respiratoria e dunque da trattare in sub intensiva dove però, non c’era posto. Nè risulta agevole il trasferimento di questi pazienti tramite la centrale del 118.

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La ricettività dei reparti Covid non è sufficiente. L’ex day surgery, dove c’è il Covid center, ha 12 pazienti ricoverati ma sulla carta dovrebbe disporne di 47 di cui 39 in degenza ordinaria e 8 di sub intensiva. A condizionare tutto è la carenza di pneumologi, anestesisti e in subordine internisti. Una carenza strutturale cui si aggiungono le defezioni dei medici e infermieri in malattia o in quarantena in quanto positivi. I pazienti restano in Osservazione al pronto soccorso o in Medicina di urgenza, in attesa di trasferimento, anche per giorni. Le necessità di stanze singole, nei reparti specialistici di altre discipline, riduce ulteriormente la ricettività e in pronto soccorsosi crea un imbuto. In medicina di Urgenza ieri sono stati confermati altri due positivi al tampone molecolare. L’area dei codici verdi è chiusa per ridurre il caos ma il codice giallo diventa il luogo di approdo di tutto con decine di pazienti anche in serie condizioni da visitare e avviare al ricovero (ieri 34). Quanto ai percorsi le soluzioni strutturali individuate dall’ufficio tecnico nei mesi scorsi, per dividere con delle porte stagne il percorso Covid (area codici bianchi e codici verdi) da quella di uscita verso la postazione del triage e codice rosso, non sono state ancora installate. Talvolta tra un paziente positivo e uno che non lo è c’è solo una tendina.

Ce n’è abbastanza per mobilitare la dirigenza medica. La Uil ha chiesto un incontro urgente con i vertici della Asl e dell’ospedale e sulla stessa scia c’è anche l’intersindacale. Viene chiesto al personale di fare rispettare il percorso dei pazienti sospetti tramite il pretriage e isolamento, si lamenta l’ingorgo dei positivi che non vengono trasferiti per mancanza di posti di subintensiva e dunque trattati in Pronto soccorso dove il personale ha imparato a trattare patologie respiratorie complesse. Dito puntato sull’eccesso dei carichi di lavoro: vista l’affluenza e la complessità, il personale è costretto a suddividersi tra le diverse aree (sospetti e varie tipologie di codice colore) ed il rischio di errori aumentano. Le richieste? La separazione fisica dell’area sospetti dall’area restante del pronto soccorso, l’individuazione di personale dedicato ai soli sospetti o in alternativa, accertata la positività al tampone rapido, il trasferimento nei reparti Covid.
 

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