Regionali Campania 2020, Forza Italia perde pezzi: nel partito ora si apre la sfida sulla leadership

Regionali Campania 2020, Forza Italia perde pezzi: nel partito ora si apre la sfida sulla leadership
di Valentino Di Giacomo
Venerdì 12 Giugno 2020, 00:00 - Ultimo agg. 09:30
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Ancora stallo in Campania in vista delle elezioni regionali nel centrodestra, un altro giro a vuoto nonostante due ore e mezza di discussione. Si sono rivisti anche ieri mattina Matteo Salvini, Antonio Tajani e Giorgia Meloni, ma tutto è rimasto come nelle scorse settimane. La situazione più delicata la vive Forza Italia in Campania, accerchiata dagli alleati, ma pure dai dissidi interni. Non c’è intesa sui candidati perché nessuno dei partiti è disponibile a fare un passo indietro. Il nodo più spinoso è rappresentato proprio dalla Campania, lì dove Salvini ha posto il veto alla ricandidatura di Stefano Caldoro. Non c’è accordo neppure su Puglia e Marche, con Fratelli d’Italia che non arretra di un millimetro sui propri nomi: Raffaele Fitto e Francesco Acquaroli. Neppure Berlusconi è intenzionato a mollare Caldoro, anzi, vive l’ingerenza di Salvini come una mancanza di rispetto dal momento che è stato lo stesso Cavaliere ad indicarlo. Per ora, però, non c’è verso di convincere i leghisti che ieri, tuttavia, hanno posto pure una sorta di «questione morale» agli alleati dopo le recenti inchieste su Luigi Cesaro. Salvini comincerà oggi un tour tra Sicilia e Calabria, nuovi contatti per dirimere le questioni avverranno solo telefonicamente. Stop ai vertici. 

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Il clima è però febbrile in Forza Italia. Non solo le questioni giudiziarie che hanno coinvolto il centro di potere campano del partito, ma pure i tanti addii delle ultime settimane che pongono Fi in una posizione di difficoltà. «Ormai – spiega un forzista di lungo corso - registriamo due, tre abbandoni di peso dal partito alla settimana. Se continua così rischiamo che in alcune province, persino a Napoli, non abbiamo neppure candidati da presentare». Una fuga continua da Fi che in appena sette giorni ha fatto volare via gli ex Severino Nappi e Giampiero Zinzi verso la Lega. Poi è toccato a Flora Beneduce, traslocata armi e bagagli ad appoggiare Vincenzo De Luca. Con la consigliera regionale, anche l’ex sindaco di Vico Equense, Gennaro Cinque. A Benevento anche Clemente Mastella, entrato in rotta di collisione con Salvini, ha scelto la stessa strada: appoggiare De Luca, già pronte le liste che impoveriranno ancor di più le file berlusconiane nel Sannio. Sono solo gli ultimi addii di una fuga che sembra non conoscere fine.

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È da anni che Fi perde pezzi. L’addio, forse il più eclatante, fu quello dello scorso anno di Nunzia De Girolamo. Tra mille dissidi con il partito locale fu prima estromessa dai capilista in Campania, poi recuperata da Berlusconi in Emilia-Romagna senza risultare eletta. Una sfida con il coordinatore regionale di Fi Mimmo De Siano e con Luigi Cesaro finita persino a carte bollate per le accuse – poi archiviate – che l’ex deputata beneventana aveva rivolto ai ras del partito. Ad erodere il fortino forzista, ci hanno pensato anche gli alleati di centrodestra. La Lega, ad esempio, ha inglobato da Fi il sindaco di San Giuseppe Vesuviano, Vincenzo Catapano, poi è toccato a quello di Sorrento, Giuseppe Cuomo. Stessa sorte per l’ex coordinatore vicario di Caserta, Giovanni Schiappa. Prima ancora era toccato a volti storici di Fi come Pina Castiello, transitata alla Lega, o Giovanna Petrenga passata in Fdi. Ma sono solo alcuni degli addii che Fi ha registrato negli ultimi anni.
 


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Proprio questa continua erosione del partito costringe ora Forza Italia a non arretrare sulla scelta di un proprio candidato. La Campania resta uno degli ultimi fortini di voti insieme a Sicilia e Calabria. Ecco perché, dovesse insistere Salvini nel porre il veto su Caldoro, restano comunque vive piste alternative, ma tutte interne. In lizza, eventualmente, Antonio Martusciello, Paolo Russo e il non allineato Cosimo Sibilia. Ma l’aria nel partito campano è ricca di tensione perché oltre al rebus sul candidato governatore, resterà pure da capire chi comporrà le liste. Dopo le inchieste, lo smacco sulla questione candidature in Campania, in molti ora chiedono un rinnovamento della classe dirigente del partito con un azzeramento dei vertici regionali e provinciali. Nel mirino – dopo le continue fughe da Fi – ci è finita la poltrona di coordinatore di Mimmo De Siano, pur fedelissimo di Berlusconi. Per ora le fibrillazioni si muovono sotto traccia, ma nessuno esclude che presto possa partire un giro di valzer anche sul partito campano. Eventualmente gli stessi nomi per guidare Fi in Campania resterebbero gli stessi che sono stati sondati per rimpiazzare Caldoro. Anche se sull’ex governatore Berlusconi e Tajani continuano a tenere la barra dritta e difendono la sua discesa in campo. 
 

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