Regionali Campania 2020, è Caldoro l'ultimo ostacolo all'intesa nel centrodestra

Regionali Campania 2020, è Caldoro l'ultimo ostacolo all'intesa nel centrodestra
di Valentino Di Giacomo
Giovedì 11 Giugno 2020, 07:30 - Ultimo agg. 13:02
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L'ennesimo muro contro muro, ancora un round a vuoto nel centrodestra. Un altro vertice senza riuscire a trovare l'intesa sui candidati alle prossime elezioni regionali. Stavolta la discussione si arena soprattutto sul nome di Fi in Campania, Stefano Caldoro, difeso però a spada tratta non solo da Tajani, ma anche da Berlusconi, intervenuto telefonicamente. L'unico segnale di unità tra Salvini, Tajani e Meloni arriva dalla comune decisione di non partecipare agli Stati generali convocati da Giuseppe Conte per discutere insieme alle opposizioni della Fase 3 per uscire dall'emergenza Coronavirus. Una scelta presa in poco tempo, neppure scontata dal momento che appena martedì Berlusconi aveva invitato gli alleati a riflettere sulla partecipazione al meeting di Villa Pamphili.

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I tre leader del centrodestra si riuniscono a ridosso delle 17 nelle stanze di Palazzo Madama riservate alla Lega, poco dopo giunge la decisione di declinare l'invito di Conte. Salvini fa da mediatore tra l'interesse di Fi a partecipare e il no categorico di Giorgia Meloni. Arriva quindi il niet a recarsi agli Stati generali, se però Conte invitasse la delegazione del centrodestra a Palazzo Chigi, o comunque in una sede istituzionale, il leader del Carroccio ha promesso a Berlusconi che a quel punto la coalizione andrebbe compatta a vedere le carte che il premier ha da offrire. Poi è stallo, fortissimamente stallo sulla questione dei candidati, nonostante l'intenzione di far filtrare di un incontro trascorso in un clima disteso. La Lega prova a mettere paletti su Raffaele Fitto in Puglia, poi un tentativo di accaparrarsi le Marche, anche questa negli accordi preesistenti ad appannaggio di Fdi. Meloni erige una sorta di linea Maginot. «Noi - fa notare la leader di Fdi - governiamo solo in Abruzzo, siamo al 15% nei sondaggi, ci mancherebbe pure che molliamo due Regioni, dove tra l'altro i nostri candidati risultano vincenti».

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Passano ore al tavolo senza riuscire a trovare la quadra. Le riserve della Lega arrivano su Stefano Caldoro, stavolta il no alla discesa in campo dell'ex governatore è deciso da parte di Salvini che continua a chiedere cambiamento e rinnovamento. Silvio Berlusconi interviene al telefono per difendere il proprio candidato. «Matteo - spiega il Cavaliere in collegamento da Nizza a Salvini - è Stefano il candidato migliore, è anche in testa nei sondaggi». Le resistenze però restano. Poi, prima delle 20, l'assemblea viene sciolta perché il leader del Carroccio è chiamato nell'aula del Senato per tenere un intervento nel corso delle comunicazioni effettuate dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Nella stanza restano qualche altro minuto Antonio Tajani con Licia Ronzulli e Giorgia Meloni insieme a Ignazio La Russa. Il vicepresidente di Fi fa capire che difenderà Caldoro fino alla morte, frase che ripete anche al telefono al diretto interessato. Eppure il partito di Berlusconi frigge anche a causa delle recenti inchieste che hanno coinvolto Luigi Cesaro. Nel pomeriggio Tajani viene avvistato per circa mezz'ora nel cortile di Montecitorio a confabulare con Cosimo Sibilia, al loro fianco c'è pure Paolo Barelli. La scena non passa inosservata, al punto che dentro Fi rimbalzano voci di un cambio in corsa del candidato. Nella rosa dei candidati alternativi a Caldoro restano infatti il deputato avellinese, Paolo Russo, ma resta vivissima l'ipotesi Antonio Martusciello. Soluzioni estreme perché stavolta né Berlusconi e tanto meno Tajani hanno intenzione di mollare. «Se perdiamo la Campania - viene spiegato da Fi - il partito è finito».
 


Un nuovo vertice è previsto per oggi, il puzzle è quasi completo per le sei Regioni chiamate al voto a fine settembre. Se su Luca Zaia in Veneto e Giovanni Toti in Liguria non ci sono ostacoli, si discute sugli altri. Complesso ipotizzare che Fdi ceda su Raffaele Fitto in Puglia e Francesco Acquaroli nelle Marche perché si metterebbe clamorosamente a rischio l'unità della coalizione. Salvini dovrebbe confermare Susanna Ceccardi come propria candidata in Toscana. Il nodo da sciogliere resta proprio la Campania, ma finché potrà Fi difenderà la sua discesa in campo per consentire all'ex governatore la rivincita su Vincenzo De Luca.
Per ora l'unica scelta compatta è sul meeting di Villa Pamphili. Oggi ancora un round, vince chi incassa meglio i cazzotti. 

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