Dimessa e morta. Pronti gli avvisi, decisiva l’autopsia. Ipotesi: omicidio colposo

di Giuseppe Crimaldi
Martedì 4 Novembre 2014, 23:15 - Ultimo agg. 23:45
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Approfondire il quadro clinico pregresso e individuare i medici che hanno trattato il ricovero della paziente prima della tragedia.

L’inchiesta sulla morte di Carmela Bosso, deceduta il pomeriggio del 2 novembre dopo essere stata visitata nell’ospedale Loreto Mare e successivamente dimessa è entrata in una fase delicata e importante.



Ieri mattina, di buon ora, gli agenti della polizia giudiziaria sono tornati al Loreto Mare per acquisire ulteriore documentazione relativa al ricovero: dopo il sequestro della cartella clinica l’interesse degli investigatori punta all’acquisizione di ulteriori documenti anche per procedere nelle prossime ore all’individuazione dei sanitari che hanno avuto in cura la sfortunata paziente 35enne di Ponticelli.



Appare dunque chiaro come la Procura stia per far partire gli avvisi di garanzia per quest’indagine che ipotizza - alla luce della denuncia presentata dai familiari della donna morta - il reato di omicidio colposo. Le informazioni di garanzia - che rappresentano un passaggio obbligato e soprattutto un atto dovuto (e non un’anticipazione di colpevolezza per i destinatari) - si rendono necessarie anche alla luce dell’autopsia sul corpo di Carmela Bosso, già disposta nelle ore immediatamente successive al suo decesso ma fatta slittare per decisione degli stessi magistrati inquirenti.



La nomina del perito d’ufficio potrebbe arrivare già tra oggi e domani, mentre l’esame autoptico dovrebbe svolgersi per fine settimana, e con ogni probabilità nella giornata di venerdì. Al lavoro il pubblico ministero Stefania Di Dona, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Luigi Frunzio, titolare della sezione cui pervengono i casi relativi alle colpe professionali.



Il motivo per cui si è deciso lo slittamento dell’autopsia è semplice: proprio per operare con il massimo rigore gli inquirenti vogliono preventivamente accertare quale fosse il quadro clinico della paziente; non soltanto quello che si riferisce al momento del ricovero e delle successive dimissioni dall’ospedale, ma anche quello precedente.



Di che cosa soffriva esattamente Carmela Bosso? Era in trattamento farmacologico, e se sì quale? Interrogativi importanti per definire il panorama investigativo. A svolgere i primi atti d’indagine sono stati i poliziotti del commissariato Mercato, intervenuti dopo la denuncia presentata - subito dopo la morte della 35enne - al Loreto Mare.



Qui, presso il pronto soccorso, la signora era stata ricoverata alle 10,20 di domenica scorsa: accusava violenti fitte e dolori addominali, e dopo essere stata presa in osservazione era stata dimessa nelle primissime ore del pomeriggio. Ma, una volta tornata a casa, era stata nuovamente colta da malore. A quel punto i parenti avevano allertato il 118; e mentre raggiungeva di nuovo l’ospedale la donna (poco dopo le 18,30) era intervenuta - improvvisa - la morte.



Per questo stesso episodio è stata anche avviata un’altra inchiesta, di tipo amministrativo: l’Asl Napoli 1, d’intesa con l’assessorato alla Sanità della Regione Campania, ha infatti disposto un’indagine interna per fare chiarezza. Troppi i buchi neri presenti in questa brutta storia, continuano a denunciare i parenti di Carmela.



E molte le domande rimaste ancora senza risposta.
Una su tutte: perché i sanitari decisero di dimettere la paziente? Sulla base di quale diagnosi, e dopo aver compiuto davvero tutti gli esami necessari? È evidente che il nodo di tutta la vicenda resti quello della diligenza professionale: dimostrato e verificato che il caso venne trattato con il massimo scrupolo e con la dovuta competenza, cadrebbe l’ipotesi costruita su un presunto caso di malasanità. [RIPRODUZIONE]© RIPRODUZIONE RISERVATA