Napoli, spinelli e alcol per i minori al Vomero:
«Lo sballo comincia nel pomeriggio»

Napoli, spinelli e alcol per i minori al Vomero: «Lo sballo comincia nel pomeriggio»
di Maria Chiara Aulisio
Sabato 4 Gennaio 2020, 00:00 - Ultimo agg. 5 Gennaio, 10:44
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Mauro Boccassini, avvocato, presidente del Comitato civico Aniello Falcone - che lavora in stretta collaborazione con il Comitato civico Vomero - i minorenni che bevono e fumano spinelli a partire dalle cinque del pomeriggio, li vede quotidianamente. L’ultimo sfogo di Boccassini è raccolto in un breve post che l’avvocato napoletano - protagonista di una vera e propria battaglia di civiltà contro la movida selvaggia e i locali fuorilegge - ha pubblicato ieri pomeriggio su Facebook: «Sono le 17.20 - scrive - e sotto casa mia già vedo ragazzini che fumano canne e bevono spritz acquistato al bar di fronte».

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Situazione d’allarme anche in via Aniello Falcone, dunque.
«Ormai li riconosco dalle voci. Sono bambini, lo senti quando parlano, da ciò che dicono. Te ne accorgi anche dalla statura che sono proprio piccoli».

E già bevono?
«Hai voglia se bevono. Bevono e fumano canne. Di pomeriggio, alla luce del sole, come se niente fosse». 

Quindi alcol libero anche nei bar di quella zona.
«Ma certo. I ragazzini arrivano nel pomeriggio, dalle 17 in poi, buttano giù birre e cocktail ad alto tasso alcolico, poi vanno via, intorno alle 22, quando monta il secondo turno».

Arrivano i grandi.
«E comincia la festa: caos, traffico, sosta abusiva, urla, mazzate, fuochi d’artificio, musica a palla e bottiglie e bicchieri buttati ovunque». 

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I controlli?
«Sempre troppo pochi. Altrimenti vendere alcol ai minorenni non sarebbe così facile. Qualche sera fa, in uno di questi locali, si festeggiava un compleanno. Credo che gli invitati non avessero più di quattordici, quindici anni al massimo».

Alcol anche per loro?
«Avrei dovuto fotografare che cosa c’era su quel tavolo intorno al quale sedevano i ragazzini: birre e bicchieri da cocktail ovunque come se il party fosse stato organizzato da una comitiva di trentenni. Bevono come i grandi e poi stanno male o, peggio, finiscono in coma etilico».

Capita spesso?
«L’estate scorsa l’ambulanza è arrivata più di una volta. Anche se a volte nemmeno la chiamano».

E come fronteggiano le emergenze?
«Li osservo dalla finestra: quando uno di loro si ubriaca fino a non reggersi più in piedi, viene adagiato dagli amici sul sedile di una di quelle macchinine e lasciato lì, mentre gli altri proseguono tranquillamente la serata».

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Voi residenti che cosa fate?
«Vi assicuro che le abbiamo provate tutte. Denunce, esposti, proteste di piazza, niente da fare: qui a via Aniello Falcone non si può più vivere. Ho anche provato a mettere in vendita la casa ma, quando i potenziali acquirenti capiscono dove si trova, non vengono neanche a vederla».

Quale potrebbe essere la soluzione?
«Una sola, i controlli. Faccio un esempio: l’unica regola che i titolari di questi locali rispettano sapete qual è? L’orario di chiusura delle 2.30 ma solo perché alle 2.40 passa una macchina della polizia».

Basterebbe una volante fissa, insomma.
«Devo dire che anche i vigili urbani fanno un lavoro straordinario, grazie a loro abbiamo vissuto una estate un po’ meno drammatica del solito, purtroppo non sempre riescono a presidiare la zona. In ogni caso basta anche solo una luce blu che si intravede in lontananza per seminare il panico tra gestori e clienti e ripristinare la legalità: niente alcol ai minori, niente risse e via i parcheggiatori abusivi che normalmente occupano la strada come fossero i padroni».
 

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