Napoli, ora è lo scetticismo l’avversario più insidioso

di Francesco De Luca
Venerdì 15 Settembre 2023, 00:00
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Quando il Napoli vinse il primo scudetto, trentasei anni fa, Bianchi spiegò che al di là dell’avvento di Maradona c’era stato qualcosa di nuovo nell’ambiente. Attraverso i brillanti risultati e la serietà del lavoro la squadra era riuscita ad evitare che vi fossero, al primo passo falso, quegli sbalzi di umore che lo stesso allenatore aveva subito da calciatore azzurro anni prima.

Non a caso, proprio ricordando quell’epoca, Bianchi ha intitolato “Sopra il vulcano” la sua autobiografia. Su un vulcano non è certamente seduto Garcia, che ha accettato il prestigioso e oneroso compito di sostituire Spalletti alla guida dei Campioni d’Italia. Ha trovato un presidente che lo ha scelto dopo vari sondaggi e una piazza carica di entusiasmo. Ma dopo la sconfitta contro la Lazio (con un primo tempo positivo e una ripresa mediocre: situazioni che possono verificarsi ad inizio stagione) si sono notate in una parte della tifoseria alcune reazioni forti, eccessive. Un venticello di scetticismo. Come se la squadra avesse compiuto chissà quali e quanti passi indietro rispetto alla scorsa stagione straordinaria.

Straordinaria, appunto. Cioè, fuori dall’ordinario perché mai si era visto un club vincere lo scudetto con un distacco di 16 punti. Ma ciò non significa che quel successo non sia ripetibile, anche in presenza di una concorrenza meglio strutturata. Sacchi, autore di uno dei capitoli più esaltanti del calcio italiano ai tempi del Milan, sostiene che possano esservi quest’anno due rischi per il Napoli: l’appagamento dopo il trionfo e la poca abitudine alle vittorie, ciò che lo rende differente rispetto a Inter, Milan e Juve. A fronte di queste perplessità, va ricordato che la squadra ha conservato l’intelaiatura dello scorso anno quasi interamente. Ha perso un eccellente centrale come Kim però, prima di emettere giudizi, il 22enne brasiliano Natan va visto in azione. De Laurentiis, il suo staff e Garcia hanno meditato su questa scelta, che non dovrebbe essere stata di ripiego dal momento che in cassa c’era la disponibilità dei 50 milioni incassati dal Bayern per il coreano. È arrivato il momento di fare la conoscenza con Natan e di iniziare a stabilire il nuovo livello della difesa.

Il Napoli si prepara a tre consecutive trasferte (Genoa, Braga e Bologna) nelle quali deve ribadire la propria forza, rispetto anche a sbalzi di umore (limitati, per fortuna) e a teorie su cambiamenti non convincenti che Garcia ha apportato rispetto a Spalletti. La risposta migliore è arrivata da Lobotka, il cui gioco è stato ritoccato da Rudi: «È arrivato un nuovo allenatore e ovviamente ci vuole tempo per abituarsi alle novità».

I lavori in corso non durano a lungo, però. Ed ecco perché già domani sera sul campo del Genoa si vuole vedere una squadra che sia compatta ed efficace in attacco, differente da quella slabbrata e imprecisa là davanti vista contro la Lazio. Garcia avrà la possibilità di sfruttare un’altra arma, Lindstrom, laddove meritano la giusta considerazione i due giocatori che hanno brillato nelle qualificazioni a Euro2024: Raspadori ha avuto spazio finché non è rientrato Kvara mentre Elmas è stato utilizzato per una manciata di minuti. Il turnover, che rappresenta una forma di tutela per la freschezza fisica e mentale della squadra quando il calendario diventa più intenso, consentirà di sfruttare in profondità una rosa di qualità, quella che - secondo il sito specializzato Transfermarkt - ha il valore più alto in serie A: 577 milioni contro i 529 del Milan, i 523 dell’Inter e i 433 della Juve. È la conferma che nelle mani di Garcia vi è un potenziale elevato: terzo e primo posto di Spalletti sono stati l’inizio di un percorso.

Il campionato - dopo la pausa in cui si è ammirato il primo ottimo intervento del nuovo ct sulla Nazionale in occasione della partita contro l’Ucraina - riparte con belle sfide. A parte quella del Napoli contro i rossoblù di Gilardino, l’unico campione del mondo seduto su una panchina di serie A, ci sono Lazio-Juventus e il derby di Milano. Lo scudetto è una partita a quattro: tra i campioni uscenti, le milanesi e i bianconeri. E il Napoli ha sempre ottime carte in mano.
 

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