Centro direzionale di Napoli, torre Enel venduta a un consorzio di imprese

Centro direzionale di Napoli, torre Enel venduta a un consorzio di imprese
di Luigi Roano
Lunedì 5 Settembre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 6 Settembre, 07:21
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Si è conclusa un’importante operazione immobiliare al Centro direzionale: una delle due torri dell’Enel è stata venduta a un consorzio di 30 imprese, e la Torre di piani ne ha 34 cosa che potrebbe fare immaginare che ciascuna impresa potrebbe occuparne almeno uno di piano. La notizia arriva direttamente da Palazzo San Giacomo, perché il Consorzio è stato invitato al workshop che sta organizzando il Comune per il rilancio del sito. Ne ha parlato - del workshop - la vicesindaca Laura Lieto a Il Mattino sull’edizione di domenica: «Al tavolo che stiamo formando - ha detto la Lieto - siederanno molti interlocutori lo scopo è avviare una consultazione sulla destinazione futura del Centro direzionale. Ci saranno ovviamente i proprietari degli immobili, le università Pegaso e Parthenope, compagnie private, il commercio, la Gesecedi che deve occuparsi della manutenzione del sito e dei parcheggi non pertinenziali e anche la Regione». E tra i proprietari degli immobili ci sta appunto questo nuovo consorzio di 30 imprese.

Una transazione chiusa, mentre sulle cifre trapela ben poco, si tratta di edifici inaugurati nel 1995 e alti 122 metri, due torri perfettamente uguali di cui una è passata di mano.

Insomma, qualcosa si muove, l’investimento che comunque dovrebbe essere non di poco conto, può essere la scintilla per riaccendere altri interessi intorno a un sito che da qualche anno tra crisi finanziarie, economiche e pandemia ha molto sofferto. Ed è anche assai probabile che in quell’edificio ci andranno funzioni non solamente di tipo terziario e direzionale. Vale a dire esattamente quello che serve al Centro direzionale, nuova linfa e nuove e idee. Una scintilla accesasi già quando la Regione ha deciso di costruirsi duecento metri più avanti - su dei suoli delle Fs investimento da circa un miliardo - il suo nuovo quartier generale lasciando gli immobili che occupa al Centro direzionale depauperando ancora di più il sito. Una decisione controversa a oggi stoppata dal Comune perché servirebbe un corposo aumento degli indici di fabbricabilità. 

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In questo contesto però viene fuori dal Burc - Bollettino unico della Regione Campania - una annuncio che risale ad aprile del 2021 che apre un piccolo giallo. Di cosa si tratta? È il 16 aprile dell’anno scorso quando viene pubblicato sul sito della Regione l’annuncio di una «Indagine di mercato per ricerca immobili da destinare ad uffici». Ebbene la Regione in questa sua ricerca andò a visionare la Torre acquistata dal Consorzio delle 30 imprese, ma bocciò il sito ritenendolo non adatto. Soprattutto quello che si evince è che la Regione cercava immobili già pronti per l’uso. Improvvisamente arriva il dietrofront e l’idea di un progetto da un miliardo con una cittadella nuova di zecca: cosa ha fatto cambiare rotta alla Regione? Certo è che sul sito della Regione all’epoca - ovvero circa 19 mesi fa - si leggeva che «La Giunta Regionale della Campania - Direzione Generale Risorse Strumentali – rende noto che, nel quadro delle operazioni di razionalizzazione delle attività degli uffici regionali situati nella città di Napoli, per assicurarne la contiguità e la concentrazione e nel contempo ridurre la spesa per locazioni passive, si intende avviare una ricerca di mercato per valutare le possibilità e le condizioni per l’acquisto in proprietà di una o più unità immobiliari da destinare a sede dei propri uffici di Napoli».

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Nell’avviso pubblico si possono trovare tracce che delineano uno scenario tutto da decifrare. Tenendo ben presente che l’Ente di Santa Lucia, il grosso degli uffici lo ha proprio al Centro direzionale. Così sull’avviso pubblicato sul sito e sul Burc alla voce “Caratteristiche richieste” si legge: «La ricerca è ristretta al territorio comunale di Napoli, in zona servita da mezzi pubblici, non distante dalle principali arterie e linee di collegamento e con disponibilità, nelle immediate vicinanze, di parcheggi». Sembra l’identikit del Centro direzionale dove a fine aprirà anche la stazione della Linea, quanto ai parcheggi ci sono 4000 posti solo per quelli non pertinenziali cioè liberi. E ancora: «È stimata necessaria l’acquisizione di una superficie ad uso uffici complessivamente non inferiore a 60mila metri quadri, si intende la superficie dei soli locali destinati ad ufficio. Detto fabbisogno può essere utilmente soddisfatto anche attraverso l’acquisizione di singole offerte di immobili, ciascuno in ogni caso di superficie non inferiore a 10mila metri quadri».

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Per la cronaca, la torre dell’Enel sviluppa 90mila metri cubi in altezza ma ben 57.500 metri quadri è la superficie dei piani appena 2500 in meno degli standard richiesto dalla Regione. Insomma, i metri richiesti nell’avviso sono gli stessi chiesti alle Fs per fare il nuovo headquarter della Regione, eppure al Centro direzionale ci sono disponibili già quei siti belli e pronti. Che senso ha costruirne dei nuovi? Una delle tante ipotesi su questi cambi di scenari improvvisi si può fare. La ricerca di mercato pubblica potrebbe essere stata una mossa politica per lasciare tracce concrete del tentativo di restare al Centro direzionale, di qui la vista alla torre Enel per mettere la mani avanti di fronte alla puntuale e lunga filiera di no che sta avendo la Regione al suo nuovo progetto. Sia sul piano amministrativo che dalla città. 
 

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