Napoli, Gattuso e la banda degli alti e bassi

di Francesco De Luca
Giovedì 3 Dicembre 2020, 23:34 - Ultimo agg. 4 Dicembre, 07:00
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Il Napoli ha gettato al vento l’occasione di battere l’Az e conquistare la qualificazione ai sedicesimi di Europa League con un turno di anticipo: si giocherà tutto negli ultimi 90’ contro la Real Sociedad, che peraltro ieri ha regalato il primo punto ai croati del Rijeka. La brillante squadra che ne aveva dati quattro alla Roma domenica scorsa non si è vista e non solo per il turnover effettuato da Gattuso. È una questione di mentalità, più che tecnica e tattica, perché il Napoli non riesce a tenere alto il ritmo e a chiudere le partite. Eppure, l’avvio era stato incoraggiante in Olanda: gli azzurri a segno dopo sei minuti.

Anche un giocatore di grande esperienza, primo marcatore nella storia di una squadra, può accusare periodi opachi e così Mertens ha fatto un urlo liberatorio dopo aver portato la squadra in vantaggio sul campo dell’Az. Avvertiva, Dries, un’aria strana intorno a lui perché all’inizio di questa stagione ha dovuto adattarsi a un altro ruolo dopo quello brillantemente svolto fin dal 2015, quando Sarri lo piazzò al centro dell’attacco appena s’infortunò Milik: ha iniziato a giocare, con poco profitto, alle spalle di Osimhen. Le prestazioni non sono state sugli abituali standard di Dries e lo ha evidenziato anche Gattuso, che aveva spinto De Laurentiis a prolungare il contratto del belga, diventato l’uomo simbolo della squadra con i suoi gol, le sue giocate e il suo entusiasmo. E un gol importante è arrivato sul campo degli olandesi, che erano stati subito pericolosi (primo tiro dopo dieci secondi deviato da Ospina). Mertens ha scritto le pagine recenti della storia del Napoli e non deve essere sottoposto a esami, eppure ha sofferto in questi primi mesi, per lui non esaltanti: ecco perché ha alzato il pugno al cielo dopo aver perforato Bezot finalizzando il perfetto assist di Di Lorenzo.

A differenza dell’ultima trasferta di Europa League in casa del Rijeka, il Napoli ha avuto l’approccio giusto ma non ha avuto continuità. Poco aggressivo, ha concesso campo all’Az già a metà del primo tempo, quando Ospina ha dovuto respingere il tiro dal limite dell’area di Aboukhal, lasciato libero dai centrali azzurri.

Il ritmo della squadra di Gattuso si è subito abbassato, non sono riusciti a piazzare il secondo colpo e gli olandesi hanno attaccato sul lato sinistro, dove Politano e Di Lorenzo hanno sofferto contro Koopmeiners e Wijndal, i migliori in campo. Sull’altro lato, inconsistente Insigne, che ha provato a entrare nel vivo del gioco scambiando la posizione con Mertens, e sotto tono Ghoulam, che non riuscirà a tornare l’ammirato esterno visto fino a tre anni fa, cioè all’infortunio che ha condizionato la sua carriera e anche il Napoli.

L’inizio della ripresa è stato uno choc per gli azzurri, che hanno subito la pressione dell’Az e Martins Indi è riuscito ad arrivare al pareggio: forse era in posizione irregolare, ma nella fase a gironi di Europa League non è prevista la presenza del Var e ciò basterebbe per capire quanta importanza si attribuisce a questa manifestazione. Il Napoli ha rischiato di subire la seconda rete dopo pochi minuti, però Ospina soprannominato El Patron ha parato il rigore di Koopmeiners. Ancora una volta decisivo il portiere, la sua esperienza è stata decisiva per evitare una sconfitta che avrebbe potuto compromettere il discorso qualificazione. A questo punto Gattuso, che aveva visto alcuni giocatori a corto di fiato, ha effettuato una serie di sostituzioni, schierando Petagna e Lozano, poi anche Demme, Elmas e Rui. Ha tentato così di vincere la partita e di chiudere il discorso qualificazione, invece si deciderà tutto tra sei giorni al San Paolo. Questa stagione compressa, tra impegni di campionato e coppe, oltre a quelli delle nazionali, mette oggettivamente le squadre in difficoltà ma il Napoli deve tentare di avere una continuità di prestazioni altrimenti non riuscirà a spiccare il volo e sarebbe un peccato, soprattutto in campionato, dove non vi è una leader. Ma è un problema se il tempo passa e i difetti, seppure non in tutte le partite, restano. E sarebbe un vero peccato se il Napoli dovesse fallire il primo obiettivo stagionale, ovvero superare un girone di Europa League tutt’altro che insidioso.

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