Ecco perché il Napoli impaurito
adesso deve fare attenzione

Ecco perché il Napoli impaurito adesso deve fare attenzione
di Francesco De Luca
Lunedì 6 Gennaio 2020, 23:28 - Ultimo agg. 7 Gennaio, 09:43
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Partita regalata all’Inter: lo scivolone di Di Lorenzo e gli errori di Meret e Manolas hanno consentito a Conte di assicurarsi la vittoria e di restare al fianco della Juve sul primo gradino della classifica, distante 21 punti per gli azzurri.

Il timido Napoli - passato in svantaggio per la quarta volta consecutiva - aveva offerto il meglio di sé sullo 0-2, dopo la doppietta segnata dallo straordinario Lukaku in 19 minuti. Ecco finalmente la personalità, il pressing, le giocate e il gol di Milik che sul finale del primo tempo aveva consentito di riaprire la partita. Napoli padrone del campo sull’1-2. L’Inter catenacciara, stretta intorno ad Handanovic, era in difficoltà però dopo i favori fatti al bomber belga vi è stato quello di Manolas per il suo partner, Lautaro: il pallone toccato male e sistemato in modo che potesse essere tranquillamente gettato alle spalle di Meret. E questo proprio quando sembrava che quel fortino potesse crollare, con il San Paolo che alzava la voce per provare a spaventare la capolista: è arrivato invece il colpo del ko. Prosegue il digiuno a Fuorigrotta, l’ultimo successo in campionato risale al 19 ottobre. 
 
 

Gattuso aveva dovuto affrontare il terzo appuntamento della sua gestione in una situazione di emergenza. Scelte obbligate in attacco per l’assenza di Mertens e la precaria condizione di Lozano, in difesa la decisione di spostare Di Lorenzo da destra al centro per sopperire alla contemporanea indisponibilità di Koulibaly e Maksimovic: la resa è stata differente. Il Napoli ha subito l’Inter e la sua potenza fisica. Milik ha sfruttato l’assist di Callejon, la fiamma di Insigne si è accesa ma non ha scottato la difesa dell’Inter, se non a un quarto d’ora dalla fine quando il capitano ha colpito la traversa su punizione ricevendo l’incoraggiamento della sua gente. Di fronte a un avversario non bello ma granitico, abile a concretizzare le situazioni propizie, bisognava avere un atteggiamento più aggressivo fin dalle prime battute e soprattutto non commettere errori e invece Di Lorenzo, Meret e Manolas hanno favorito la vittoria dell’Inter, che da 22 anni non conquistava i tre punti al San Paolo. Nel finale Gattuso ha osato inserendo Lozano e Llorente - due controfigure - ma non ha cambiato il corso di una partita segnata da quegli errori e anche dai problemi che sono sorti nei mesi scorsi, con operazioni di mercato sbagliate e imprevisti cali di rendimento di giocatori molto apprezzati nella precedente stagione: Fabian, ad esempio, è stato fischiato al momento della sostituzione perché irriconoscibile. C’è attesa per la definizione dell’acquisto del centrocampista Lobotka, però non ci sembra l’uomo che possa cambiare volto al Napoli. Devono essere questi giocatori ad avere maggiore convinzione nelle loro capacità perché altrimenti la situazione di classifica diventerà ancor più pesante (la zona Europa League è ora a 5 punti). Maggiore attenzione in difesa e precisione in attacco, ma soprattutto lo scatto di personalità che cancelli le angosce: non basta l’abbraccio di Gattuso a ogni giocatore prima che cominci la partita, lo sguardo basso di Meret è l’immagine di una squadra che ha paura e si arrende troppo presto. Non è un caso che gli azzurri entrino in partita quando vanno in svantaggio: è come se si liberassero di un peso e non avessero più nulla da perdere. È cominciato male il 2020 e il duro ciclo di partite che porterà il Napoli sabato sul campo della Lazio e domenica 26 di fronte all’ex maestro Sarri e alla sua Juve. Brutto colpo per Gattuso, che proverà a sfruttare quanto di positivo si è visto nel secondo tempo, a cominciare dalla crescita di Insigne. Ma è ancora poco, non può bastare.
 

La prima giornata del nuovo anno ha offerto una serie di altre indicazioni. Anzi, di conferme.

Sarri è una grande risorsa e non un grande problema della Juve, che ha ripreso a segnare (tris di Cristiano Ronaldo) e a vincere senza dover essere costretta al tridente: serviti i nostalgici di Allegri e del suo calcio.

La Lazio, tra quattro giorni avversaria del Napoli all’Olimpico, è la più accreditata come terza incomoda nella sfida scudetto, avendo anche una partita da recuperare. Immobile, dall’alto dei suoi 19 gol, si candida legittimamente come titolare agli Europei.

Gasperini ha fatto dell’Atalanta una squadra dalla forza impressionante. Dieci gol e sei punti nelle ultime due partite, con il tecnico che orgoglioso ha sottolineato: «Difficile mantenere il nostro passo».

Ibrahimovic non poteva - o meglio: sicuramente per ora non può - risolvere i problemi del Milan, fermato dalla Sampdoria al Meazza. Pioli è andato oltre gli slogan di Zlatan e ha ammesso: «Ci manca qualità». Squadra costruita male.

Balotelli ha segnato il primo gol del 2020 e ha ascoltato gli insulti che lo accompagnano purtroppo da sempre per il colore della sua pelle. Niente cambierà, caro Mario, e quindi ignorali: per quelli il tempo non passa mai.
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