Napoli, ospedali sotto attacco; flash mob dei medici: «Polizia e pene certe»

Manifestazione di protesta al Cardarelli in piazza la Uil e il parlamentare Borrell

Ospedali sotto attacco flash mob dei medici
Ospedali sotto attacco flash mob dei medici
di Ettore Mautone
Sabato 13 Gennaio 2024, 00:00 - Ultimo agg. 19:22
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No alla violenza e all’imbarbarimento del rapporto tra cittadini e camici bianchi: una manifestazione degli operatori sanitari dei pronto soccorso della Campania è stata indetta ieri da Giovanni Sgambati e Nicola Di Donna, segretari generali di Uil e Uil Fpl di Napoli e Campania. In prima linea anche il deputato napoletano dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli. La partecipazione è stata significativa anche da parte di altre sigle sindacali dei camici bianchi impiegati in prima linea all’ospedale Cardarelli Cto, nei pronto soccorso del San Paolo e del Vecchio Pellegrini a Napoli, del Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli e San Giuliano di Giugliano, del San Leonardo di Castellammare. Hanno partecipato all’iniziativa anche gli operatori del San Luca di Vallo della Lucania e del Moscati di Aversa.

Una mobilitazione nata sul tam-tam delle chat di medici, infermieri e tecnici impegnati in turni massacranti da metà dicembre e che nonostante i sacrifici e gli sforzi per smaltire durissimi carichi di lavoro vengono poi ripagati da un’utenza che per una piccola ma perniciosa parte è intolleranze, insultante, minacciosa e violenta. 

«Vogliamo usare ogni mezzo per dire basta alle aggressioni - avverte Sgambati - vogliamo essere rispettati.

Questa mobilitazione è l’ennesimo grido di denuncia del grave e intollerabile disagio patito da medici, infermieri e operatori sanitari per un fenomeno che oltre alla sequela quotidiana di episodi eclatanti (parliamo di schiaffi, pugni, calci) è alimentato da uno stillicidio di insulti, brutte parole, minacce che inquinano la relazione di cura, ammorbano l’aria che si respira nelle corsie e sgretolano come una goccia che scava la pietra la motivazione di medici e operatori alimentando la grande fuga dai pronto soccorso in una spirale che aggrava le difficoltà di tutti utenti compresi».

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«Non possiamo più tollerare vili aggressioni e barbare violenze nei confronti delle nostre lavoratrici e lavoratori che nella sanità lavorano per tutelare la salute e per salvaguardare la vita dei cittadini. Vogliamo risposte per la sicurezza dei nostri lavoratori, serve incrementare gli organici, inasprire le pene e le sanzioni sul piano, amministrativo, civile e penale e rafforzare i presidi delle forze dell’ordine». Borrelli, in prima linea al Cardarelli e a Giugliano spiega: «Il Ministro aveva promesso presìdi in tutti gli ospedali. Sono invece pochi e per poche ore, non di notte, insufficienti. Una situazione che da tempo ha superato e di gran lunga, il limite della sopportabilità. Questi trogloditi oltre a danneggiare il personale medico provocano un disagio all’utenza dato che gli operatori sanitari sono delle figure fondamentali che già operano in sotto numero. Molto spesso quelli che aggrediscono il personale sono gli stessi che devastano gli ospedali impunemente. Nemmeno una multa». 

«Va apprezzato lo sforzo del Prefetto per allargare la platea dei presìdi dotati di drappello - aggiunge Teresa Rea, presidente dell’Ordine degli infermieri - ma bisogna considerare che non basterà se la società civile non partecipa compatta a stigmatizzare questa deriva che è sintomo di un imbarbarimento più profondo. La situazione è diventata insostenibile». «Occorre intervenire anche sui social con un attento monitoraggio - aggiunge Manuel Ruggiero dell’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate - oltre a contare e classificare i casi segnalati ci imbattiamo ogni giorno in tik toker che inneggiano all’uso della violenza e si producono in assurdi video che dimostrano solo una totale ignoranza dell’uso degli strumenti di rianimazione e cura in urgenza».

L’Ordine delle 18 professioni sanitarie tecniche della prevenzione e riabilitazione, dopo aver partecipato alla riunione in prefettura sta invece lavorando a un progetto che coinvolge l’albo degli Assistenti sanitari. «Intendiamo valorizzare il ruolo di questi colleghi - sostiene il presidente dell’Ordine Franco Ascolese - già impiegati nei servizi di Protezione e prevenzione e negli Uffici relazioni con il pubblico per una puntuale disamina e classificazione di tutti gli eventi critici segnalati per intervenire con strategie di attenuazione del rischio». «Dobbiamo agire sulla prevenzione - conclude l’Ordine dei Medici di Napoli - per provare ad arginare l’ondata di violenza ai danni degli operatori sanitari. Va benissimo puntare sulle misure straordinarie di controllo - sottolinea il presidente Bruno Zuccarelli - ma è sulla prevenzione degli atti di violenza che si deve agire in modo significativo».

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