Napoli, al Vomero l’assalto del racket nei mesi della grande paura: «Pizzo durante il lockdown»

Napoli, al Vomero l’assalto del racket nei mesi della grande paura: «Pizzo durante il lockdown»
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 26 Settembre 2022, 23:45 - Ultimo agg. 27 Settembre, 07:30
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Il racket al Vomero? Non si è fermato nemmeno durante la pandemia: terminato il lockdown, già nel maggio dell’anno scorso, i clan tornarono all’assalto di molti esercizi commerciali della zona collinare. E in almeno due casi (il primo, nel negozio di un parruchiere) i camorristi entrarono addirittura con le pistole in mano. In questi che si prospettano mesi difficilissimi per i rincari energetici, con il commercio che vive una delle stagioni più complesse e con le palpitazioni al cuore, viene da chiedersi quale sarà la strategia della criminalità organizzata, giacché il “caro vita” non potrà che produrre effetti anche sul pizzo. La camorra non si preoccupa certo dei disastri economici e sociali, del clima fuori controllo, della guerra in Ucraina: i soldi nelle casse devono entrare, sempre e comunque.

Ma i segnali che da giugno ad agosto si sono susseguiti nei quartieri di Vomero e Arenella non vanno sottovalutati. In questi due quartieri popolati da una borghesia medio alta che lavora, produce ed è storicamente estranea a contesti criminali (sebbene qui si siano insediati nel tempo almeno tre gruppi criminali), le infiltrazioni camorristiche sono proseguite anche dopo il pentimento del boss Luigi Cimmino su due fronti: il primo decisamente silenzioso, affidato - con la complicità dei soliti colletti bianchi - al riciclaggio del denaro sporco con investimenti immobiliari anche importanti, e intestazioni a dir poco sospette di attività rilevate a furor di versamenti “cash”; il secondo, decisamente più clamoroso: con i colpi di pistola esplosi contro una pizzeria, qualche raid incendiario ai danni di un commerciante, e con il tentativo di insediare nuove piazze di spaccio gestite dalle “paranze” del centro storico.


Ma nella zona collinare c’è chi ha occhi e orecchie per osservare e raccogliere questi segnali inquietanti. Polizia, carabinieri e finanza, per cominciare.

Ma c’è anche tanta gente della società civile (dal presidente del Comitato Valori collinari, Gennaro Capodanno, a rappresentanti commerciali come Enzo Perrotta, all’imprenditore Ciro Coppola, solo per fare qualche nome), e soprattutto la Municipalità, che a breve dovrebbe annunciare una seduta monotematica dedicata alla lotta alla criminalità nell’area collinare.

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Tra le “sentinelle” che continuano a monitorare il territorio c’è da anni anche Davide Estate, presidente della Federazione antiracket e antiusura del Vomero-Arenella. «Il susseguirsi di denunce dei fenomeni di illegalità nella zona collinare da parte di cittadini e associazioni sono il segnale evidente di una situazione allarmante che nessuno deve sottovalutare. L’Associazione F.A.I Vomero-Arenella “Maurizio Estate” da tempo impegnata a contrastare sul territorio, estorsione ed usura, è fortemente preoccupata per il diffondersi soprattutto di questi reati».

«Reati - prosegue Estate - sicuramente accentuati dalla lunga pandemia legata al Covid e alla conseguente crisi economica che sta devastando il tessuto commerciale di una delle zone più attive della città. La Federazione antiracket e antiusura ritiene che questa difficile situazione debba essere posta al centro dell’attenzione per costruire un confronto serio con le istituzioni e individuare concreti ed efficaci strumenti di contrasto in grado restituire sicurezza all’intera comunità. Un confronto aperto alla partecipazione dei cittadini, della rete di associazioni e imprenditori locali, che segua la linea del lavoro e dell’operato dell’Associazione Antiracket, fatto di ascolto attento e discreto, ma forte ed incisivo. Tale da potersi tradurre in una comune strategia di contrasto alla criminalità costruita con il convinto sostegno dei cittadini in un consolidato rapporto con le forze di polizia che restano un importante presidio di legalità. Siamo pronti a rispondere alle iniziative della Municipalità e a sostenerla nei confronti istituzionali che è necessario aprire nel più breve tempo possibile con Prefettura e Comune di Napoli».

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