La Svimez: mense e asili nido, il Pnrr ha tradito l'obiettivo Sud

Dossier sui bandi per la scuola: Napoli e Palermo in coda per le risorse

Flash mob per gli asili nido a Montecitorio
Flash mob per gli asili nido a Montecitorio
di Marco Esposito
Domenica 14 Maggio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 15 Maggio, 07:04
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Una occasione persa. Lo afferma la Svimez, secondo la quale il Pnrr non riuscirà a colmare i divari territoriali nel delicatissimo comparto della scuola: proprio nelle due regioni dove è più grave la dispersione scolastica, cioè Campania e Sicilia, meno efficace è stato l’intervento del piano, per una somma di responsabilità del governo centrale e degli enti locali. 

Non sono opinioni ma la radiografia dei decreti di riparto e delle graduatorie dei progetti ammessi al finanziamento per il piano “Futura-la scuola per l’Italia di domani”. I risultati, pur noti in linea generale, sono clamorosi una volta esaminati nel dettaglio provinciale. Per esempio in provincia di Ferrara, un’area della Romagna dove la copertura di asili nido è già oltre l’obiettivo del livello essenziale delle prestazioni del 33%, con una quota del 36,5%, sono in arrivo 2.831 euro per bambino con meno di tre anni mentre nella provincia di Caltanissetta, caratterizzata da una copertura del servizio di appena il 5%, i fondi per rafforzare il servizio sono appena 589 euro.

Significativo anche il caso delle mense scolastiche, indispensabili per garantire il tempo pieno alle elementari. Ebbene: il fabbisogno più elevato si registra nelle città metropolitane di Palermo e di Napoli, dove gli alunni che frequentano scuole elementari dotate di mensa sono appena il 4,7% nel capoluogo siciliano e il 5,7% in quello campano.

Nella classifica per risorse assegnate Palermo però è in coda alla posizione 101 e Napoli non molto sopra al posto 77. La città con la copertura di mense migliore è Torino con l’89,8% la quale però riceverà in rapporto agli alunni delle primarie cinque volte più di Palermo.

La Svimez ha preparato analisi puntuali su asili nido, mense e palestre: «Le tabelle - si legge nel rapporto - evidenziano come, di frequente, le province con i maggiori fabbisogni tendano a collocarsi nella parte più bassa della graduatoria delle risorse procapite ricevute». Ciò si verifica sia a livello nazionale, sia nella singola regione perché la provincia con il ritardo di servizi più grave non è mai o quasi mai quella che beneficerà di maggiori risorse. 
In pratica l’obiettivo della coesione per la scuola si può dichiarare fallito. Le responsabilità, secondo la Svimez, sono molteplici. In primo luogo le risorse sono state ripartite tra le regioni a tavolino in base a criteri non sempre legati direttamente all’effettivo fabbisogno, danneggiando in particolare le regioni del Sud più popolose e cioè Campania, Sicilia e Puglia. «L’efficacia perequativa del Piano - si legge nel rapporto - è risultata, poi, ulteriormente indebolita, in alcune circostanze, dalla limitata sensibilità e capacità amministrativa delle istituzioni locali nel farsi portatrici dei fabbisogni dei loro territori attraverso la partecipazione ai bandi emanati dal ministero dell’Istruzione». 

L’istituto diretto da Luca Bianchi, però, invita a non arrendersi e a fare tesoro delle esperienze per correggere il tiro in occasione degli interventi dei fondi europei del 2021-27 e, soprattutto, delle politiche di coesione nazionali, dove c’è una disponibilità finanziaria di 49 miliardi, spendibili senza la tagliola del Pnrr del 30 giugno 2026. Il problema non è solo quello delle risorse, ovviamente. Ad avviso della Svimez non ci si può affidare all’iniziativa degli enti locali e neppure delle Regioni. L’auspicio è «un intervento diretto delle strutture ministeriali che, sulla base del vasto patrimonio informativo disponibile» hanno la possibilità di sensibilizzare e supportare le amministrazioni locali dei territori più svantaggiati. In particolare si devono individuare le aree territoriali con i più gravi indicatori di diffusione del tempo pieno e di dispersione scolastica e poi operare con «apposite task force» per il finanziamento e la realizzazione dei posti di asilo nido dove mancano (rispetto al Lep del 33%) e per garantire il tempo pieno a scuola. «Un percorso non semplice e immediato - conclude la Svimez - ma cruciale per offrire pari opportunità e servizi alle nuove generazioni e ai genitori del Mezzogiorno».
 

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