Rifiuti, tornano i siti dell’emergenza:
cave dismesse per affrontare la crisi

Rifiuti, tornano i siti dell’emergenza: cave dismesse per affrontare la crisi
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 1 Agosto 2018, 22:50
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Il testo sui rifiuti passa tranquillamente in Consiglio regionale. Ma lo scontro (e i veleni) si consuma tutto sulle «stazioni ecologiche a servizio degli stir». In pratica piazzole in cui stoccare rifiuti da trattare in caso di emergenza. «Ritornano le ecoballe», tuona il centrodestra mentre i grillini attaccano: «Temporanei ma che diventeranno permanenti». «Come già abbiamo visto durante gli anni dell’emergenza rifiuti», attacca l’opposizione. Ma l’accusa più perfida arriva dai grillini: «De Luca come Bassolino, evoca l’emergenza per riempire la Campania di siti di stoccaggio».
Tocca a Fulvio Bonavitacola, il vice del governatore con delega all’Ambiente, rispondere alla minoranza: «Le ecoballe, non sono aumentate, ma sono diminuite e diminuiranno fino a sparire. Abbiamo avuto un guasto al termovalorizzatore di Acerra, che lavora 750 mila tonnellate di frazione secca all’anno. Potete fare la divisione di 750 mila per tre e moltiplicare per i giorni in cui c’è stato il guasto, che è quasi un mese, e vi rendete conto che questo crea una criticità importante», spiega Bonavitacola ammettendo come «il ciclo dei rifiuti in Campania si mantiene in un equilibrio ancora precario: basta un anello della catena che viene meno e si crea un problema o una criticità». Che poi è la situazione di queste ultime settimane. Con gli Stir pieni, gli incendi che hanno interessato alcune aziende private che si occupano di riciclo e poi il termovalorizzatore di Acerra dove solo domenica è ripartita la terza linea dopo gli ordinari lavori di manutenzione. 
LO SCENARIO
Non è emergenza «ma è dietro l’angolo se non si fa qualcosa», per usare le parole del governatore di due giorni fa che vuole evitare come si superi la soglia di criticità. Specie nei prossimi mesi quando deve giocarsi la carta delle elezioni in Regione. E gli impianti attuali non bastano. Con la differenziata ferma e i ritardi nei trasferimenti verso l’estero, mancano all’appello circa 500mila tonnellate l’anno che non si sa dove smaltirli. Da qui l’istituzione dei siti provvisori nel mirino dell’opposizione. «La Regione realizzerà almeno 2 o 3 impianti di stoccaggio di rifiuti in cave dismesse senza, ovviamente, indicare dove», attacca Stefano Caldoro, il capo dell’opposizione di centrodestra mentre i grillini sottolineano come a questi siti «manchi l’indicazione di provvissorietà e i relativi tempi. Da qui il rischio che diventino perenni. 
«Sono altri che sono riusciti ad accumulare 5 milioni e 600 mila tonnellate e altri a guardarle e a contemplare le stelle per molti anni», controbatte in Aula Bonavitacola per riferirsi agli anni dell’emergenza di Bassolino e poi a Caldoro che doveva gestire lo smaltimento delle famigerate ecoballe. «Solo il 2 per cento smaltite nonostante i 600 milioni stanziati da Renzi premier», attacca di nuovo l’ex governatore. «Quando gli stir sono pieni e la spazzatura resta per strada significa che ci sono due emergenze: una politica, da imputare a chi governa la Regione ed ha fallito, ed una ambientale che non può essere affrontata con la classica foglia di fico», sottolienai il capogruppo Fi Armando Cesaro. 
IL GOVERNATORE
Vincenzo De Luca non entra nei tecnicismi ma attacca grillini e, naturalmente, il sindaco di Napoli ma senza nominarlo. «Prendiamo atto che i 5 Stelle sono favorevoli ad avere una situazione di totale disarmo della Regione di fronte a eventuali emergenze rifiuti. Questa legge si preoccupa di evitare l’emergenza», replica De Luca prima di puntare l’indice sul capoluogo già stretto, in molti quartieri, da enormi criticità nella raccolta dei rifiuti che rimangono in strada. E ora non solo in periferia: «Il punto di principale criticità è Napoli e, rispetto a questa realtà, i 5 Stelle non hanno mai detto una parola in questi anni: questo conferma la totale complicità di questo movimento politico con chi non ha alzato un dito in questi anni per incrementare la differenziata».
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