Napoli, strage di cani dopo un dispetto: uccisi con le esche avvelenate

Napoli, strage di cani dopo un dispetto: uccisi con le esche avvelenate
di Nello Lauro
Sabato 4 Gennaio 2020, 00:00 - Ultimo agg. 07:06
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Senza pietà. Con cattiveria. Perché quando vuole l’uomo sa essere la vera bestia. Una strage di cani quella della scorsa notte avvenuta in contrada «Foresta» a Casamarciano, piccolo centro di poco più di tremila abitanti alle porte di Nola. Cinque cani (quattro randagi e una femmina di pastore tedesco) sono stati letteralmente eliminati da esche avvelenate piazzate nell’area periferica del paese. 

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A raccontare la storia è il proprietario del pastore tedesco che vive in quella zona: «Ero uscito da casa per portare da mangiare al mio cane, come di consueto, nel mio appezzamento di terreno. Ho riscontrato, sul tragitto che ho percorso, la presenza di diversi cani senza vita, sparsi in un raggio di circa cinquanta metri. E dopo aver raggiunto la gabbia del mio pastore tedesco purtroppo ho trovato anche lei riversa nelle stesse condizioni degli altri animali». Il racconto è crudo, senza filtri. Un misto di delusione, tristezza e rabbia: «Era riversa per terra con vomito e materiale biliare che fuoriusciva dalla bocca, con occhi semiaperti, una scena inquietante e raccapricciante al tempo stesso. Subito dopo ho presentato una denuncia, seguita da un’attività di sopralluogo da parte delle autorità competenti che hanno poi provveduto alla rimozione delle carcasse per i rilievi con gli esami necroscopici». Poi il colpo al cuore. «Per quanto riguarda il mio cane ho preferito non sottoporlo all’ennesimo strazio - racconta commosso e stravolto da tanta crudeltà il padrone del pastore tedesco - individuando una sepoltura non lontano dalla sua cuccia abituale».
 

 

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Una vicenda meschina e misteriosa per la quale sono stati allertati anche i carabinieri forestali della stazione di Roccarainola che, insieme ai medici del servizio veterinario di Nola dell’Asl Napoli 3, hanno prelevato i corpi di due cani e li hanno mandati all’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno di Portici che nei prossimi giorni comunicherà i risultati dell’esame necroscopico per stabilire l’esatta causa del decesso. Un esame che dovrebbe confermare, con pochi margini di errore visti i sintomi comuni a tutti gli animali coinvolti, l’avvelenamento attraverso le micidiali esche.
 

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Resta da stabilire il «movente» della strage silenziosa. Tra le possibili ipotesi un dispetto tra confinanti di terreni, il fastidio per un gruppo di cani che stazionava da quelle parti in questo ultimo periodo. Qualunque sia la risposta che scaturirà dalle indagini, che partiranno nei giorni a venire, non giustificherà in alcun modo il comportamento per nulla umano che ha portato alla morte i cinque cani. Nel caso in cui venissero individuati, i colpevoli del gesto rischiano: chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona infatti la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni secondo quanto stabilito dalle legge 189 del 2004 «dei delitti contro il sentimento degli animali» che ha profondamente modificato l’assetto normativo in tema di animali. Abbaiare può essere talvolta una colpa: il cane resta il migliore amico dell’uomo, ma l’uomo non è il migliore amico del cane.
 

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