Conte chiede a Di Maio un chiarimento pubblico: «Non è gogna. Voto on line? Vedremo»

Conte chiede a Di Maio un chiarimento pubblico: «Non è gogna. Voto on line? Vedremo»
Conte chiede a Di Maio un chiarimento pubblico: «Non è gogna. Voto on line? Vedremo»
Giovedì 3 Febbraio 2022, 20:54 - Ultimo agg. 20:57
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Giuseppe Conte rilancia e chiede a Luigi Di Maio un confronto pubblico, aperto alla «comunità degli iscritti» 5 Stelle. A nulla, per ora, è valso l'appello di quei senatori che nella loro assemblea hanno chiesto di dirimere lo scontro in corso tra il leader politico e il ministro in una riunione congiunta dei parlamentari. «Non è una gogna, né una questione riservata tra noi due. Serve un chiarimento in tutte le componenti del M5s, che sono gli organismi ma anche la comunità degli iscritti. Perché in ballo c'è la direzione della marcia politica verso cui è diretto il M5s» spiega il leader dei 5 Stelle che tuttavia si riserva ancora di decidere «sulle modalità» del confronto e, soprattutto, se il tutto verrà sottoposto o meno al voto degli iscritti: «Non anticipo nulla su questo», frena. Né si sbilancia a prevedere se l'esito possa preludere ad una scissione: «Siamo sicuri che l'interesse dei cittadini sia questo?».

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Dal terremoto alla pacificazione

Di sicuro non è quello dei parlamentari tra i quali cresce il fronte trasversale di quanti auspicano la fine del terremoto e una pacificazione.

Bisogna «chiarirsi e abbassare i toni» dice il capogruppo alla Camera Davide Crippa. «Restiamo uniti per lavorare sulle priorità dei cittadini» sostiene anche la capogruppo del Senato Mariolina Castellone secondo la quale «Di Maio è un pilastro per il Movimento». «Non metterei in dubbio la sua collocazione», aggiunge.

«Chiariamoci ma in fretta perché siamo tutti qui grazie al simbolo del M5s» dice anche Danilo Toninelli che rimprovera a Di Maio di aver lanciato il «guanto di sfida davanti alle telecamere» ma chiede al M5s di passare presto ad occuparsi di altro.

I punti, lo dice Conte e lo sa Di Maio, sono la direzione politica ma anche, nel non detto, il nodo del governo. E l'incontro di tra Di Maio e Giorgetti, il moderato della Lega che non ha preso parte alla cabina di regia e al cdm di mercoledì scorso, quello che ha visto l'astensione dei suoi colleghi di partito, racconta anche di questo. Dell'asse per il premier che si voleva anche al Quirinale. Al contrario di Conte che, oltre a non aver voluto il premier al Colle, ora preme per ottenere di più, vuole un «patto» con Draghi che espliciti le priorità per il M5s. Così come chiede Salvini.

Insomma dietro lo scontro tra Conte e Di Maio ci sarebbe anche la linea da tenere sulla fedeltà all'esecutivo, nell'ottica di possibili futuri scossoni pre-elettorali. A modo suo lo dice anche l'ex 5 Stelle Alessandro Di Battista: «una resa dei conti rapida e trasparente converrebbe a Conte, forte ancora di un consenso personale. Converrebbe a Di Maio il quale potrebbe avere più elementi su cosa (e dove) fare al termine del suo secondo mandato. Conviene a chi sta fuori o è stato costretto ad uscire». Già perché il «Dibba» ci tiene a mettere in chiaro le condizioni per suo rientro:« ho lasciato il M5s per la scellerata entrata nel governo Draghi e se non cambiano i comportamenti del Movimento, non cambieranno neppure i miei». E per lui «le ragioni per le quali venne fondato il M5S sembrano essersi perse nei palazzi romani. Il Movimento, d'altro canto, non è nato per diventare un Pd buono».

 

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