La bomba l’ha buttata Renato Brunetta e le schegge di Forza Italia sono sparse da tutte le parti. Con Berlusconi che le insegue e ha fatto arrivare all’amico Renato tutto il suo più per parole che dividono e invece è il mood del Cavaliere. Uniti per mandare finalmente una figura non di sinistra al Colle - più che a Draghi il leader fotzista pensa se stesso - e vincere le elezioni politiche del 2023 - è l’appello dell’anziano patriarca dopo l’uno-due della Gelmini (contro il cerchio magico berlusconiano filo-salvinista che avrebbe isolato il Cavaliere da tutti quelli che non vogliono appiattirsi sulla Lega) e poi l’affondo muscoloso di Brunetta.
Berlusconi, stop ai ribelli: i suoi ministri lo sfidano. E Salvini: Meloni rompe...
Forza Italia, cosa succede nel partito
C'è una tensione in Forza Italia molto alta, insomma. Berlusconi cerca di fare da paciere ma le lusinghe di Meloni e Salvini sulla sua possibile elezioni al Quirinale lo rendono più sbilanciato verso destra cdhe verso il centro dove lo vogliono portare Gelmini, Bruinetta, Carfagna e gli altri. Ma un po' si fida e un po' no Berlusconi delle promesse quirinalizie. Sono Salvini&Meloni, la strana coppia (ieri il capo leghista ha gentilmente pregato Giorgia di fare sì l’opposizione ma «senza rompere i c... alla Lega») che illude l'anziano leader di poter correre per il Colle.
Aria poco respirabile in Forza Italia come dimostra anche la vicenda dell’elezione del capogruppo a Montecitorio – eletto Paolo Barelli, ex nuotatore, ex di destra, vicino a Antonio Tajani, che alcuni considerano il più filoleghista degli azzurri ma è invece il principale sponsor dell'ancoraggio di FI nel Ppe - ha fatto esplodere l'equilibrio tra fazioni. Da una parte i tre ministri – Carfagna, Gelmini e Brunetta – e dall'altra l’ala tendenzialmente “cerchio magico” di Silvio: Tajani, Mulè, Ronzulli.
Dietro tutte le tensioni c'è questo, per dirla brutalmente: Forza Italia con chi deve stare, con Draghi o con Meloni? La questione Berlusconi la scioglierà non prima della fine della partita del Colle. Se dovesse andare male per lui come quirinabile o se in quel percorso i rapporti con Salvini e Meloni finissero per guastarsi, il draghismo di Silvio avrebbe la vittoria e non sarà esclusa la rottuta nel centrodestra. Ma per ora i giochi sono aperti e le opzioni Draghi o Meloni entrambe in campo senza che vinca la chiarezza. Del resto Berlusconi è il maestro del farsi . E dunque il dilemma: se il suo partito debba restare agganciato al carro egemonizzato dai sovranisti o lavorare per una prospettiva diversa, neocentrista, magari in un quadro politico-parlamentare ridisegnato, quando sarà, da un legge elettorale proporzionale.
Berlusconi minimizza la portata dello scontro interno ma senza convincere nessuno dei “contestatori” () ma una road map sembra averla: aspettare l'elezione del Colle e, se non dovesse toccare a lui, rompere con Salvini e Meloni e fare un partito di centro vero. Ovvero seguire la dottrina Brunetta. Intanto, i sondaggi - anche se non stratosferici affatto - un po' lo confortano. Con la Lega scivolata al 17.6 per cento e Forza Italia in risalita all'8,1 per cento. Questa la situazione, in cui l'anziano patriarca si è ripreso la centralità ma ha tanti nodi da sciogliere e un partito che come dice lui .
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout