Chiusa nel suo dolore. «Troppo dolore»: così Marta Fascina descrive la sua situazione sentimentale dopo la morte di Silvio Berlusconi e spiega il perché sia sparita dalla circolazione in seguito al funeralone milanese in Duomo dove si è svolta la scena iconica di lei e Marina mano nella mano. E poi? Marta non ha partecipato alle commemorazioni del Cav in Senato e alla Camera, di cui pure fa parte come deputata (per lo più mai presente però ai lavori parlamentari). Niente Fascina nelle riunioni di Forza Italia, negli incontri tra gli eletti forzisti e Tajani.
Che fine ha fatto Marta Fascina?
E dunque? È ad Arcore e da Arcore comunica con i suoi amici mandando biglietti su carta intestata Vlsm che sta per Villa San Martino.
Anche se c’è chi cerca di parlarne bene. «Marta ha donato al Presidente amore e dedizione straordinari. Considero un privilegio che lei faccia parte del gruppo che ho l’onore di guidare», dice il capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli. Ma tutti gli altri: adesso che non c’è Lui, chi è lei? Che cosa vuole Marta? Chi si crede di essere? Per Forza Italia è tornata dunque «Fascina la muta», la deputata semplice e miracolata, la «ragazza di Portici». Non è previsto per lei nessun ruolo di rilievo, e - Tajani dixit - Marta «non ha bisogno di nessun ruolo formale». Ed è stato sempre Tajani, nella commemorazione al Senato, dedicata al Cav (Michaela Biancofiore lo ha paragonato a Zarathustra; Matteo Salvini ha letto l’Elogio della Follia) a raccontare il miracolo Berlusconi che era anche il miracolo Fascina.
Il partito attende il testamento di Berlusconi per capire il futuro ruolo di Fascina e come deve essere trattata. Chi prima la lodava adesso chiede il reset della sua corrente. Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura nonché titolare di almeno un’altra decina di cariche, come al solito non usa toni felpati: «Il ruolo della Fascina è quello di una compagna che avrà una quota di eredità. Sul piano politico, qualunque pensiero abbia è legato ad una sua dimensione provvisoria perché non risulta che abbia fatto un’attività politica che può continuare in prima persona».
Il testamento
Questo lo pensano tutti. Ma guai a dare per debole Marta, nella vita ha dimostrato di non esserlo. Anzi è molto determinata. E il Cav è il Cav, e uno come Berlusconi - si sa - era capace di tutto, anche di scrivere nel testamento che Marta deve contare più di tanti altri e di quelli che ormai la considerano poco più di niente.