Dopo il suo ingresso in Azione, D'Amato parla di «Pd subalterno a M5S» e preannuncia nuove uscite. Cosa accade nel centrosinistra

Tra gli attacchi settimanali di Vincenzo De Luca a Elly Schlein e la "non corrente" di Bonaccini, l'ala riformista e quella cattolica provano a farsi sentire. Per ora nessuna mossa esplicita, ma le cose potrebbero cambiare dopo le europee 2024

Dopo il suo ingresso in Azione, D'Amato parla di «Pd subalterno a M5S» e preannuncia nuove uscite. Cosa accade nel centrosinistra
Dopo il suo ingresso in Azione, D'Amato parla di «Pd subalterno a M5S» e preannuncia nuove uscite. Cosa accade nel centrosinistra
di Riccardo Palmi
Lunedì 17 Luglio 2023, 16:51 - Ultimo agg. 16:59
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«Penso che nei prossimi mesi ci saranno altre scelte come la mia». Per Alessio D'Amato il suo passaggio dal Pd ad Azione non è che il primo in questa direzione. Lo stesso Carlo Calenda parla di «un processo lungo di arrivi» nei prossimi mesi. La conferenza stampa di presentazione dell'ex assessore alla Sanità del Lazio è l'occasione per rilanciare le differenze tra Calenda e il Pd targato Schlein. Per D'Amato la questione non è «essere in contrapposizione» con i dem ma rafforzare «il profilo riformista» nel centro-sinistra. E, per questo, la sua scelta di lasciare il Pd è stata dettata invece dalla «subalternità» al M5S. «Io sono cresciuto in un partito in cui il tema delle alleanze era ed è molto importante - ha dichiarato D'Amato - ma è altrettanto importante la capacità di indicare la rotta». Pertanto «se si va dietro ai 5 Stelle» diventa difficile «costruire un'alternativa di governo».

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Il futuro del "polo riformista"

I prossimi mesi saranno quindi interessanti per capire quanto Azione (e in generale il Terzo Polo) sarà in grado di costruire quel "polo riformista" proposto da Calenda come alternativo al bipolarismo. Il leader di Azione ha aperto a persone di destra come di sinistra (purché abbiano «la nostra idea di pragmatismo, siano democratiche, europeiste e si riconoscono nei valori della Costituzione»), ma è evidente che oggi il bacino possibile sembrano essere gli scontenti del nuovo corso di Elly Schlein.

Con la nuova segretaria, infatti, sono emersi dei malumori nell'ala cattolica (sintetizzati dall'addio di Beppe Fioroni) e in quella meno "massimalista". 

La nuova linea dialogante con il M5S e gli esponenti della "sinistra-Pd" (riassunta nel ritorno degli ex Articolo 1 Bersani e Speranza) è stata fortemente criticata dopo i risultati non buoni alle amministrative e soprattutto in Molise, con la sconfitta del candidato del "campo largo" Roberto Gravina. Critiche proseguite con il saluto della segretaria Schlein a Conte prima della manifestazione del M5S che ha visto le discusse parole di Beppe Grillo su «brigate di cittadinanza» e l'invito a mettere il «passamontagna». Dopo quella giornata lo stesso D'Amato si era dimesso dall'assemblea nazionale dem, passo precedente al suo addio definitivo.

I fronti aperti

Ma i mal di pancia sono sintetizzati anche dalle frasi settimanali che il presidente della Campania Vincenzo De Luca rivolge a Schlein, accusata di aver rotto «il rapporto con il mondo cattolico su temi di grande delicatezza» (come la maternità surrogata), «con il mondo dell'impresa», con i «ceti professionali» e poi sul «mondo del commercio, dell'artigianato e con la partite iva neanche una parola». Con uno stile diverso prova a farsi spazio nel Pd Energia Popolare, la "non corrente" dello sconfitto alle primarie Stefano Bonaccini, che si riunirà il 21 e il 22 a Cesena. Un evento al quale parteciperà sia l'ex premier Romano Prodi che la segretaria Schlein (un gesto, quest'ultimo, che somiglia a un ramoscello d'ulivo). Scopo della due giorni, ha detto Bonaccini, è promuovere «quel pluralismo di culture, idee e proposte che solo può garantire piena cittadinanza a tutti» nel partito. Finora nessuno minaccia addi, né congiure di palazzo. Se però le elezioni europee dovessero costituire per il Pd un passo falso, non è azzardato pensare che l'ala più riformista torni alla carica.

 

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