Asl, in Italia fino a 400 giorni
per saldare i fornitori

Asl, in Italia fino a 400 giorni per saldare i fornitori
di Marco Esposito
Domenica 8 Novembre 2020, 10:24 - Ultimo agg. 19:05
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La svolta nella sanità pubblica non c'è stata. Almeno nei tempi di pagamento. Erano 106 giorni in media a febbraio 2020 e sono diventati 104 giorni secondo la rilevazione più recente, a settembre 2020. A fare i conti è Confindustria Dispositivi medici, l'associazione di categoria che unisce i produttori di beni sanitari, un insieme con ben 1,5 milioni di prodotti che vanno dalle siringhe alle Tac. Alcuni settori produttivi stanno conoscendo un vero e proprio boom con la pandemia, ma la maggior parte soffre del rallentamento delle prestazioni sanitarie di routine. E così è attualmente di 1.852 milioni l'importo che il sistema sanitario pubblico deve alle aziende fornitrici, con la cifra regionale più consistente relativa proprio alla Campania e pari a 223 milioni di euro, sempre secondo la rilevazione a settembre scorso. Il sistema sanitario campano però non è il peggiore in tema di tempi per i pagamenti e può vantare anzi due strutture (su diciotto) che riescono a rispettare nella sostanza l'obbligo di saldare i conti entro 60 giorni, previsto da una direttiva europea del 2011: sono l'Azienda ospedaliera di Colli di Napoli e l'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino, rispettivamente con una media di 64 e di 65 giorni (dato stavolta aggiornato ad agosto 2020). Nell'intero Mezzogiorno solo una struttura fa meglio: l'Asl di Ragusa con 62 giorni.

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IL COMMISSARIAMENTO
La situazione più critica nei pagamenti riguarda di gran lunga la Calabria, nonostante il prolungato commissariamento, durato undici anni.

O anzi, proprio a causa di un commissariamento scarsamente monitorato dalla strutture statali, come emerso drammaticamente in questi giorni. I peggiori cinque pagatori d'Italia secondo il monitoraggio aggiornato ad agosto sono infatti tutte strutture calabresi con il record negativo dell'azienda ospedaliera Materdomini di Catanzaro che arriva a 452 giorni, ovvero un anno e tre mesi. Peraltro negli ultimi tre mesi rilevati (giugno-luglio-agosto) l'ospedale catanzarese è riuscito ad accumulare altri 63 giorni di ritardo passando da 389 a 452. Fuori della Calabria, il pagatore peggiore è l'Asl di Olbia, con un ritardo di 331 giorni, ovvero undici mesi invece dei due previsti dagli standard comunitari. I migliori pagatori, invece sono tutti al Nord. La più rapida di tutte a saldare i conti degli acquisti sanitari è l'Azienda autonoma sanitaria Friuli Occidentale, di Pordenone, che salda le commesse in 32 giorni. Brillano in Lombardia l'Asst di Lodi (40 giorni), l'Ast di Milano e l'Asst Niguarda sempre nel capoluogo lombardo (entrambe con 41 giorni) segue ancora una struttura lombarda con i 42 giorni dell'Asst Ovest milanese mentre con 44 giorni c'è l'Asl 5 della Liguria che opera a La Spezia.


Una lettura secca dell'Italia spaccata in un Centronord capace di rispettare i tempi e in un Mezzogiorno tutto in ritardo sarebbe però semplicistica. I sessanta giorni appaiono infatti uno standard lontanissimo da raggiungere in Asl come la Torino 2, la Pisa 5 e la Livorno 6, tutte ben oltre i duecento giorni, ovvero al livello della peggiore della Campania: l'Asl di Benevento. Mentre i due mesi per saldare i conti sono rispettati in alcune strutture del Mezzogiorno e cioè la già citate aziende ad Avellino, Napoli e Ragusa.


In Campania la migliore per tempi di pagamento è l'Azienda ospedaliera specialistica dei Colli, nota per l'eccellenza del Cotugno - in prima linea nella battaglia alle malattie infettive - e che comprende anche Monaldi e Cto. Segue il Moscati di Avellino mentre al terzo posto - ma staccate, con 105 giorni - ci sono la Soresa e l'Azienda ospedaliera universitaria della Federico II. Due strutture molto diverse visto che la prima non svolge funzioni sanitarie dirette ma ha il ruolo di centrale acquisti per la Regione Campania dei prodotti destinati alle aziende del sistema sanitario regionale. In tale ambito specialistico, 105 giorni non sono certo un vanto ma neppure uno scandalo, visto che la tempistica è in linea con la media nazionale Inoltre il valore è molto stabile nel tempo ed era di 105 giorni anche lo scorso febbraio, prima dello scoppio della pandemia. La maggioranza delle aziende capane (quattordici su diciotto) fa peggio della media nazionale, con risultati particolarmente negativi (superiori ai sei mesi) all'Azienda ospedaliera San Sebastiano di Caserta, l'Azienda ospedaliera della seconda università di Napoli e soprattutto all'Asl di Benevento, con 232 giorni, valore però in recupero rispetto ai 284 giorni toccati lo scorso aprile.


L'INNOVAZIONE
I tempi di pagamento sono un tassello significativo di quello più ampio della qualità del sistema sanitario nazionale. «È chiaro a tutti secondo il presidente di Confindustria Dispositivi Medici Massimiliano Boggetti - che oggi più che mai è necessario un ritorno agli investimenti in salute. Che si traduce in investimenti nel territorio e nell'innovazione, promuovendo negli ospedali un aggiornamento del parco tecnologico per garantire alle persone l'accesso alle migliori tecnologie per la salute sia in casi di emergenza che per la prevenzione della salute. Occorre uno svecchiamento del parco apparecchiature diagnostiche e di terapia intensiva perché non è più tollerabile che, per esempio, oltre il 50% dei ventilatori per la terapia intensiva abbiano più di 10 anni».

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