Benzina, bocciati i cartelli dei prezzi medi. Il ministero prepara un nuovo decreto: informazioni agli utenti ogni tre giorni

No del Consiglio di Stato all’obbligo di aggiornare quotidianamente le quotazioni

Benzina, bocciati i cartelli dei prezzi medi. Il ministero prepara un nuovo decreto: informazioni agli utenti ogni tre giorni
di Umberto Mancini
Venerdì 23 Febbraio 2024, 21:28 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 16:35
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Ok ai cartelli con i prezzi della benzina, ma non aggiornati quotidianamente. La «cadenza giornaliera» dell’obbligo di indicare la quotazione media dei carburanti nelle stazioni di servizio non è prevista dalla legge ed è «manifestamente irragionevole e sproporzionata».

Il Consiglio di Stato ha annullato, giudicandolo “illegittimo”, quest’obbligo previsto dell’articolo 7 del decreto del ministero delle Imprese e del made in Italy del 31 marzo 2023. Decreto che obbliga, anzi obbligava, dall’agosto scorso i gestori delle pompe a esporre il cartellone su strade e autostrade, rispettivamente con il prezzo medio regionale e nazionale.

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Dal ministero guidato da Adolfo Urso però non si arrendono e rilanciano, facendo sapere che riscriveranno la norma, cambiando la frequenza di aggiornamento dei prezzi.

Allo studio c’è un nuovo decreto con l’indicazione di esporre il prezzo ogni 3 giorni e non più quotidianamente. Sempre nell’ottica di dare massima trasparenza al mercato, combattere le spinte speculative e, ovviamente, rispettare le indicazioni dei giudici. 


LE MODALITÀ
Si fa notare sempre dal Mimit che il Consiglio di Stato ha di fatto accolto l’appello del Ministero delle imprese e del made in Italy, chiarendo che il decreto ministeriale è stato emesso nel pieno rispetto della procedura. E’ stato disposto solo l’annullamento del solo articolo 7 del decreto nella parte in cui esso prevede la cadenza giornaliera dell’obbligo di esposizione del cartello in quanto tale cadenza – si legge nella sentenza - non è prevista dalla legge. 


Insomma, dicono al Mimit, riformulando l’articolo 7 in modo da prevedere una diversa cadenza si dovrebbe superare la criticità riscontrata dai giudici. Come si ricorderà, il decreto 5 del 2023 aveva previsto che gli esercenti «l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione, compresi quelli operanti lungo la rete autostradale, esponessero con adeguata evidenza cartelloni riportanti i prezzi medi di riferimento». Non aveva previsto invece che l’aggiornamento dovesse avvenire con cadenza giornaliera: questa specifica prescrizione è stata introdotta dal decreto del 31 marzo 2023, si legge nella sentenza. «Tale prescrizione, però - prosegue il Consiglio di Stato - si presenta come manifestamente irragionevole e sproporzionata». Per un verso - spiegano - si impone di rendere conoscibile nei singoli punti vendita una informazione che il consumatore può avere (in forma ben più completa visto che è possibile sapere anche quale distributore applica i prezzi più bassi nella zona di riferimento) collegandosi al sito del ministero ovvero scaricando delle app; per altro verso si addossano i relativi costi informativi unicamente in capo ai distributori imponendo loro degli oneri irragionevoli e sproporzionati rispetto alla limitata utilità che l’informazione relativa al prezzo medio, in sé considerata, può avere», spiega la sentenza, che per questo definisce l’articolo 7 del decreto «illegittimo», stabilendo che «deve essere annullato». Secondo i giudici, inoltre, l’esposizione di una pluralità di prezzi, come già rilevato dall’Antitrust, «può confondere il consumatore invece di aiutarlo ad assumere la soluzione migliore nel proprio interesse». 


TRASPARENZA
Per il Codacons lo stop del Consiglio di Stato al decreto sui cartelli con i prezzi medi dei carburanti non avrà effetti sui consumatori perché «la misura, nonostante garantisse maggiore trasparenza ai cittadini, non ha prodotto gli effetti sperati sul fronte del contenimento dei listini alla pompa». «Questo ovviamente non significa che il Governo non faccia bene ad intervenire sul fronte dei carburanti, ma deve farlo sia con misure più incisive in grado di difendere i consumatori dalle speculazioni, sia riducendo la tassazione che vige su benzina e gasolio» sottolinea il presidente Carlo Rienzi. In particolare l’esecutivo - a giudizio delle associazioni dei consumatori - in vista delle festivita e degli esodi legati alle vacanze deve studiare un provvedimento che blocchi i rincari speculativi dei carburanti che puntualmente si verificano in occasione delle partenze degli italiani. Proprio il ministro Matteo Salvini, solo un paio di giorni fa, aveva sottolineato che bisogna fare denuncia se i prezzi della benzina superano i 2 euro. 

 

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