Quanto accaduto ad Arezzo potrebbe costare molto caro a un padre rancoroso. Suo figlio è stato bocciato e lui ha deciso di imbrattare e danneggiare i muri di tutta la città con scritte offensive a sfondo sessuale nei confronti della professoressa. Per questo l'uomo sarà processato per danneggiamento alla città, ma soprattutto per diffamazione.
La storia
Venerdì 28 ottobre si è svolta la prima udienza, a margine della quale è emersa una storia che per tre anni era rimasta sconosciuta. I fatti risalgono al 2019 e i protagonisti sono un ragazzo bocciato a scuola, suo padre e, suo malgrado, la professoressa ricoperta di insulti. Quell'anno è stato ultimo con le bocciature a settembre, poi escluse a seguito della pandemia.
L'inferno
Appresa la notizia, il padre ha scatenato l'inferno. Prima sul piano verbale offendendo e minacciando, poi è passato alle scritte sui muri. Secondo le indagini sono stati almeno 60 le zone di Arezzo dove l'uomo avrebbe scritto offese a sfondo sessuale contro la professoressa. Insulti che non hanno lasciato niente all'immaginazione, perché il padre si è prodigato a scrivere anche il cognome, con un allusivo gioco di parole. Stando a quanto scrivono i giornali locali il marito della professoressa ha fatto il giro di tutte le sessanta scritte, provando a cancellare almeno il nome. Un tentativo di difendere l'onore macchiato della moglie e che, in breve tempo, potrebbe ottenere giustizia.
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