Nucleare, avviate le gare per smantellare il reattore della centrale del Garigliano

I lavori prevedono lo smantellamento del contenitore d’acciaio di forma cilindrica e di altri componenti dove durante l’attività , avveniva la reazione nucleare

La centrale nucleare del Garigliano a Sessa Aurunca (Caserta)
La centrale nucleare del Garigliano a Sessa Aurunca (Caserta)
Gianni Molinaridi Gianni Molinari
Martedì 1 Agosto 2023, 15:29 - Ultimo agg. 2 Agosto, 08:11
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Sogin, la società dello Stato per lo smantellamento degli impianti nucleari e la gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, ha avviato l’iter della gara per affidare i lavori di smantellamento del vessel della centrale del Garigliano. 

Il vessel è il contenitore d’acciaio di forma cilindrica, e di altri componenti, denominati internals, posizionati al suo interno, nel quale, durante l’esercizio, avveniva la reazione nucleare.

Si tratta dell’attività più complessa dal punto di vista ingegneristico e operativo che l’Italia affronterà per la prima volta nel piano di smantellamento delle centrali nucleari.

La gara, per un valore di circa 36 milioni di euro, prevede che «le operazioni di taglio e estrazione dei componenti e del vessel, che sono fortemente contaminati, avvengano sotto battente d’acqua, elemento naturale per schermare le radiazioni e quindi consentire ai tecnici di procedere in sicurezza».

Per svolgere le attività sono stati già ripristinati i sistemi ausiliari dell’edificio reattore (impianto elettrico, di ventilazione, di automazione e controllo) e il circuito di allagamento del vessel e del canale reattore all’interno dei quali si svolgeranno le operazioni, da dove sono stati rimossi gli elementi di acciaio al carbonio (denominati rack) e le loro strutture di supporto (rastrelliere).

Con “l’attacco al vessel”, che terminerà nel 2027, si entra nella fase finale del decommissioning della centrale campana.

Al termine i rifiuti radioattivi prodotti saranno trattati e inseriti all’interno di appositi contenitori cilindrici schermanti che verranno stoccati nei depositi temporanei del sito in attesa del loro conferimento al Deposito Nazionale, una volta disponibile.

Lo smantellamento della centrale del Garigliano produrrà complessivamente circa 268mila tonnellate di materiali.

Di queste, saranno inviate a recupero circa 258 mila tonnellate (il 96%), per la maggior parte composte da metalli e calcestruzzo.

La centrale nucleare del Garigliano - che aveva un unico reattore da 160 megawatt a uranio leggermente arricchito - è entrata in attività il 1 giugno 1964 ed è stata in funzione fino al 1978 quando è cominciata una fase di manutenzione al termine della quale, nel 1982, è stata decisa la disattivazione definitiva.

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