Affori, centro sociale RiMake sgomberato dalla polizia:

La polizia controlla gli occupanti
La polizia controlla gli occupanti
di Salvatore Garzillo
Giovedì 31 Maggio 2018, 08:03 - Ultimo agg. 12:28
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Aveva appena compiuto 4 anni, ormai si reggeva sulle proprie gambe senza bisogno di aiuti, nel quartiere lo conoscevano tutti. Questo “bambino”, come lo definiscono molti dei volontari, si chiamava Ri-Make ed era il progetto di recupero di militanti dei centri sociali e universitari del grande stabile che un tempo ospitava la sede dalla Bnl in via Astesani 45/47 e che ieri si è concluso con lo sgombero da parte della polizia.
Nessuno scontro, solo una “resistenza pacifica”: una ventina di persone sedute davanti all’ingresso con le braccia conserte e la voce come unica arma. L’occupazione abusiva era partita quattro anni fa e si era ripromessa di riqualificare un pezzo di periferia abbandonata, ad Affori.
Entrarono i ragazzi che nel luglio 2013 erano stati sgomberati dal Cinema Maestoso di corso Lodi 39. Il tentativo di Ri-Make in via Astesani è stato più strutturato e per quattro anni ha proposto - a dire del collettivo antagonista - molte attività che hanno ridato vita a una zona dimenticata: una cucina popolare che permetteva ai senzatetto e ai migranti di pranzare con tre euro, una stamperia sotterranea, lo spazio giocoleria, una sartoria solidale.
Un centro sociale a tutti gli effetti ma senza l’attitudine commerciale che hanno in molti, dove è labile il confine tra onlus e locale pubblico. In ogni caso lo stabile di via Astesani doveva essere liberato. La società immobiliare proprietaria è in liquidazione e da qualche mese si era rivolta alle forze dell’ordine per ottenere la restituzione dell’immobile. La risposta è arrivata alle 7 di ieri con un intervento di polizia, carabinieri, polizia locale e vigili del fuoco. Alle 18,30, a molte ore dal termine dell’intervento, un centinaio di persone è partita in corteo dall’ingresso dell’ormai ex Ri-Make e ha sfilato lungo le strade del quartiere per annunciare ufficialmente che l’esperienza è finita.
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