Covid, il calo dei contagi rallenta, Gimbe: «Ma in Campania e altre sei regioni si registra un aumento dei casi»

Covid, il calo dei contagi rallenta, Gimbe: «In sette regioni, Lazio per prima, si registra un aumento dei casi»
Covid, il calo dei contagi rallenta, Gimbe: «In sette regioni, Lazio per prima, si registra un aumento dei casi»
Giovedì 21 Ottobre 2021, 10:40 - Ultimo agg. 22 Ottobre, 13:01
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Si eseguono più tamponi, quindi si trovano più contagiati, è vero, ma si registra comunque un lieve aumento dei casi positivi in corrispondenza dell'entrata in vigore dell'obbligo di Green pass. A livello nazionale i casi si riducono: è una rassicurante discesa che dura ormai da 7 settimane. La Fondazione Gimbe fa notare che negli ultimi 7 giorni, tuttavia, il calo è solo dell'1,9% anche in ragione di un aumento di quasi il 50% dei tamponi: sono stati ben 930 mila in più rispetto alla settimana precedente. Inoltre, in 7 regioni si registra un lieve aumento percentuale dei contagi. I dati sono relativi alla settimana 13-19 ottobre 2021.

Nel dettaglio, confrontati con quelli della settimana precedente, i dati mostrano una lieve diminuzione dei nuovi casi (17.870 rispetto a 18.209, pari a -1,9%) e una sostanziale stabilità dei decessi (271 rispetto a 266). Sono in calo le persone in isolamento domiciliare (71.768 rispetto a 79.511, pari a -9,7%), i ricoveri con sintomi (2.423 rispetto a 2.665, pari a -9,1%) e le terapie intensive (355 rispetto a 370, pari a -4,1%).

Tuttavia, in 7 Regioni, precisa Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, si rileva un aumento percentuale dei contagi, anche se in termini assoluti gli incrementi sono modesti: Liguria (+14), Umbria (+19) Friuli Venezia Giulia (+114), Campania (+120), Lombardia (+129), Piemonte (+131), Lazio (+156). «Sul fronte ospedaliero - afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione - si registra un ulteriore calo dei posti letto occupati dai pazienti Covid-19: rispetto alla settimana precedente scendono del 9,1% in area medica e del 4,1% in terapia intensiva».

A livello nazionale il tasso di occupazione rimane molto basso (4% in area medica e 4% in area critica) e nessuna Regione, in base al monitoraggio quotidiano dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) supera le soglie di allerta del 15% per l'area medica e del 10% per l'area critica.

Si eseguono più tamponi (+78,5% in una settimana) ma pure più vaccini (+4,7%)

Nell'ultima settimana sono stati effettuati 2.151.081 tamponi con un aumento, rispetto alla precedente, del 78,5%.

Qualcuno si è anche convinto a sottoporsi alla vaccinazione: d'altronde il costo del tampone ogni 48 ore a fine mese pesa moltissimo sulle tasche, considerato che un non vaccinato può arrivare a sottoporsi sino a 3 tamponi a settimana. Nell'ultima settimana sono state vaccinate 407.404 nuove persone, pari a +4,7%. 

La media giornaliera dei tamponi effettuati, evidenzia è salita da 173.235 del 13 ottobre a 309.297 il 19 ottobre mentre la media giornaliera dei nuovi vaccinati rimane sostanzialmente stabile: è passata dai 57.275 del 13 ottobre ai 58.201 del 19 ottobre. «Tuttavia, nell'interpretare gli effetti del green pass su tamponi e nuovi vaccinati - precisa il presidente Gimbe Nino Cartabellotta - bisogna tenere conto che ogni persona non vaccinata può arrivare a sottoporsi sino a 3 tamponi a settimana, mentre per aumentare la copertura vaccinale è sufficiente che il numero di nuovi vaccinati non tenda allo zero».

Delle 407.404 nuove persone vaccinate nella settimana 13-19 ottobre, rileva Gimbe, l'86,4% appartiene a fasce anagrafiche che includono persone in età lavorativa: 78.387 nella fascia 20-29 anni, 90.960 nella fascia 30-39 anni, 85.745 nella fascia 40-49 anni, 68.812 nella fascia 50-59 anni e 27.934 nella fascia 60-69.

Terza dose

A partire dal 16 settembre sono state somministrate solo 700.623 terze dosi di vaccino anti Covid, con un tasso di copertura del 9,3% rispetto a una quota di 7,6 milioni di persone di vaccinabili previsti dalla circolare ministeriale del 27 settembre scorso, ovvero immunocompromessi, over 80, ospiti e personale delle RSA, operatori sanitari over 60 o vulnerabili.

Notevoli, inoltre, sono le differenze regionali: si passa dal 28,1% del Molise all'1,2% della Valle D'Aosta. Lo rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe, che chiede di «accelerare» su questa strada e sottolinea come non siano ancora disponibili i dati della platea vaccinabile in base alla successiva circolare dell'8 ottobre, che ha esteso l'indicazione del richiamo a tutti gli over 60 e ai fragili con specifiche patologie. «Osservando scenari poco rassicuranti di altri Paesi - spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione - e nell'attuale impossibilità sia di definire percentuali magiche per conquistare l'immunità di popolazione sia di prevedere i tempi per raggiungere un preciso target vaccinale, con la stagione invernale alle porte e l'efficacia vaccinale che a 6 mesi dal completamento del ciclo inizia lentamente a declinare, la Fondazione Gimbe invita a perseguire una strategia basata su più obiettivi per tutelare la salute delle persone e garantire l'irreversibilità delle riaperture».

Tra questi, «accelerare la somministrazione della terza dose» e introdurne l'obbligo per gli operatori sanitari, estendere progressivamente la platea vaccinabile con dose booster alla fascia 50-59 e successivamente, se necessario, alle altre fasce anagrafiche. E infine, «mantenere l'obbligo di utilizzo delle mascherine nei luoghi chiusi».

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