Delitto Sarah, parla mamma Concetta:
«Michele dice la verità. Sabrina no»/Video

Delitto Sarah, parla mamma Concetta: «Michele dice la verità. Sabrina no»
Mercoledì 27 Ottobre 2010, 09:50 - Ultimo agg. 23 Novembre, 18:07
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AVETRANA (27 ottobre) - Mio cognato dice la verit. Sabrina no. Concetta Scazzi, la madre di Sarah, parla in esclusiva all'inviato di News Mediaset ad Avetrana, dopo la pubblicazione dei file degli interrogatori, secondo quanto rende noto Mediaset.



«Sabrina - dice Concetta Scazzi (VIDEO) - non solo non sta dicendo il vero ma non lo dirà mai». E aggiunge che «una spiegazione logica ancora non c'è». È necessario - continua - capire che cosa sia successo: dal movente («non si può uccidere una persona per cose futili») alla dinamica dell'omicidio: «Bisogna vedere chi l'ha uccisa. È qui il dilemma».



Valentina: papà mi ha detto cose clamorose. «Papà è molto provato, dimagrito e depresso; ha voluto parlare e io l'ho ascoltato: mi ha detto cose importantissime, clamorose, che devo riferire al colonnello Russo e ai magistrati». Lo rivela Valentina Misseri al quotidiano «La Gazzetta del Mezzogiorno».



Notizie «importantissime». La figlia di Michele Misseri e sorella di Sabrina, tutti e due in carcere con l'accusa di aver ucciso Sarah Scazzi, fa quindi capire che le notizie «importantissime» avute dal padre potrebbero aprire nuove ipotesi d'indagine. La donna sottolinea anche che con il padre, che ha visitato in carcere il 22 e il 26 ottobre scorsi, non ha mai parlato di Sabrina. «Papà - dice - deve dire tutta la verità; noi non vogliamo influenzarlo, ma non accettiamo che a condizionarlo tenti qualcun altro, a noi interessa la verità, perché sono convinta che la verità aiuti Sabrina».



Il procuratore nessun altro indagato.
«Non ci sono altri indagati. Stiamo facendo tutti gli accertamenti del caso e attendiamo i risultati degli esami tecnici dei Ris e del medico legale per fare le opportune valutazioni. Poi vedremo cosa dirà il signor Misseri». Lo ha detto all'Ansa il procuratore di Taranto Franco Sebastio, facendo il punto sulle indagini a proposito dell'omicidio di Sarah Scazzi.



Scenario chiaro.
«Lo scenario nel quale è maturato l'omicidio è abbastanza chiaro», gli interrogatori che vengono tuttora svolti di persone informate dei fatti sono «interrogatori di routine» per precisare singoli aspetti della vicenda. Lo ha detto il procuratore della Repubblica. Anche oggi in tribunale a Taranto vengono sentite negli uffici della polizia giudiziaria due persone informate sui fatti.



Richiesta incidente probatorio.
Nell'ambito dell'inchiesta sarebbe «imminente il deposito della richiesta di incidente probatorio» per raccogliere e cristallizzare la versione dei fatti - sarebbe la sesta della serie - di Michele Misseri. Lo ha aggiunto il procuratore Sebastio. L'uomo - secondo quanto riferì nei giorni scorsi il suo difensore - avrebbe manifestato all'avvocato l'intenzione di ritrattare la parte riguardante lo stupro del cadavere.



Indagini su diffusione audio
. «C'è un'inchiesta in corso per fuga di notizie e violazione del segreto istruttorio»: lo ha aggiunto il procuratore a proposito della diffusione a organi di informazione di atti dell'inchiesta sull'uccisione di Sarah Scazzi. Si tratta, in particolare, di verbali e registrazioni audio degli interrogatori di Michele e Sabrina Misseri e anche di persone informate sui fatti.



Immutata posizione Cosima Misseri.
«La posizione di Cosima Misseri? Mi risulta non è cambiata», ha aggiunto Sebastio che ha risposto anche a una domanda a proposito delle «cose clamorose» che Valentina Misseri ha detto a un giornalista di aver appreso da suo padre e di voler trasmettere solo ai magistrati e agli investigatori. «Allo stato non c'è niente», ha detto il procuratore.



Mamma Concetta: «Vendicherò Sarah».
Delitto di Avetrana: la madre di Sarah, Concetta, scrive una lettera aperta indirizzata «ai colpevoli»: «Fate posto all’ira, la vendetta è mia». Valentina intanto ha visitato in cella il padre. Sul fronte delle indagini restano da chiarire alcune contraddizioni relativi ai disversi sms che Sabrina Misseri ha inviato all’amico Ivano Russo nelle ore immediatamente successive alla scomparsa della ragazza. Intanto spuntanto anche gli «sciacalli dell’orrore»: sono stati offerti 8mila euro per le foto del garage dove è avvenuto l’omicidio.



Un messaggino telefonico potrebbe inchiodare Sabrina. È quello inviato al suo amico Ivano Russo alle 15,19 di quel 26 agosto in cui la cugina Sarah Scazzi, 15 anni, sparì da Avetrana, in provincia di Taranto. In quel momento la giovane non si trovava, come ha sempre detto, con l'amica Mariangela Spagnoletti, teste chiave dell'inchiesta a suo carico anche per i momenti precedenti, ma, secondo i tabulati telefonici esaminati dai carabinieri, il suo cellulare agganciò una cella diversa, quella di Nardò, nella vicina provincia di Lecce e non quella di Avetrana.



Si tratta di una zona compatibile
con quella della cisterna interrata in contrada "Mosca" nel quale il padre di Sabrina, Michele Misseri, portò il 7 ottobre gli inquirenti al termine della confessione dell'omicidio, consentendo così il ritrovamento del corpo della vittima. La notizia è riportata oggi da diversi quotidiani.



In pratica, secondo questa ricostruzione
, subito dopo aver cercato Sarah, insieme a Mariangela, Sabrina, intorno alle 15, si sarebbe fatta accompagnare a casa sua dove c'erano ancora suo padre Michele e sua madre Cosima. Qui si aprirebbe un "buco" intorno ai suoi movimenti che dura per circa 40 minuti.



Anche perché nel momento in cui Sabrina effettuava questo sms al suo amico Ivano, alle 15,19, Mariangela faceva un'altra telefonata a sua madre agganciando un'altra cella, proprio quella di una via di Avetrana. Secondo gli inquirenti, questo dimostra quantomeno che erano in posti diversi e che Sabrina ha mentito sulla circostanza. Gli investigatori sono tuttavia molto cauti anche perchè la cella di Nardò ha un raggio molto ampio e comprende ad esempio la zona del mare di Torre Colimena.



Saranno i successivi accertamenti e i confronti
con altre deposizioni a confermare o meno il racconto della giovane. Se fosse dimostrato che Sabrina era nella zona del pozzo, oltre che di concorso in omicidio volontario e sequestro di persona, per lei potrebbe scattare anche l'accusa di occultamento di cadavere. Gli avvocati che difendono Sabrina, Vito Russo ed Emilia Velletri, sostengono che spesso, quando c'è sovraccarico, i cellulari si agganciano a celle diverse da quelle in cui si trova chi effettua la telefonata o il messaggio. Un particolare di cui ovviamente sono consapevoli anche gli investigatori.
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