Gianicolo, le roulotte con vista ci sono ancora

Gianicolo, le roulotte con vista ci sono ancora
di Laura Bogliolo
Mercoledì 19 Febbraio 2014, 10:05 - Ultimo agg. 10:09
2 Minuti di Lettura
Una rosa bianca dove Carlo ha trovato la morte. La roulotte non c’ pi, stata portata via. A ricordare la vita di Joseph White Klifford c’è solo un chiodo trafitto su un muro dal quale penzola un filo usato per stendere i panni. Via Garibaldi, il giorno dopo la morte di Carlo Macro, 33 anni, è diventato il luogo di una lunga processione dove amici e sconosciuti si fermano in sella allo scooter, fanno il segno della croce e poi salgono al Gianicolo. C’è rabbia per quella morte così assurda e forse annunciata: «Quel curvone la sera è buio, può succedere di tutto» dice Maria Rosetti che a Trastevere è nata.



L’abbandono Sono una ventina le roulotte di disperati accampate al Gianicolo, in via Giacomo Medici, via delle Mura Gianicolensi, via Angelo Masina. Ruote sgonfie, alcuni camper senza targa, altri circondati da bustoni neri, cassette stracolme di cianfrusaglie, sedie rotte. «Non ho niente da dire» dice con accento straniero un anziano all’interno di una roulotte in via Giacomo Medici, a pochi passi da porta San Pancrazio. Alcune di quelle roulotte sono offerte dalla Comunità Sant’Egidio che da sempre assiste i senzatetto. «Tenere distante la macchina» c’è scritto a penna su una roulotte senza ruote in via delle Mura Gianicolensi. Accanto un materasso abbandonato, vestiti in terra, cartoni.



«Accampamenti di disperati nel cuore del Gianicolo, cosa penseranno di noi i turisti?» lamenta Sara De Toma, residente. I fotogrammi de La grande bellezza che consacrano il colle e il suo panorama si disperdono nelle immagini di baracche su ruote, stendini improvvisati, transenne usate per poggiare i panni. Proprio accanto al luogo dove Carlo è morto c’è un altro camper senza ruote che occupa le strisce blu. E subito dopo un’auto verde trasformata in rifugio. Sul tettino decine di sampietrini per tenere fermi teloni di plastica. Si prosegue su via Garibaldi, si entra a Trastevere dove c’è preoccupazione e rabbia per quella morte. I residenti raccontano del degrado in piazza San Cosimato, degli gli angoli dove appena fa buio si riuniscono gruppi di spacciatori e sbandati.



C’è un piccolo insediamento anche all’angolo con via Natale del Grande, proprio davanti all’edicola della Madonna col bimbo. «Gli abbiamo chiesto di spostarsi, ma non vuole andare via» borbotta una signora. «Vagabondi dormono tra i banchi del mercato della piazza» raccontano i residenti. C’è poi chi teme l’arrivo dell’estate: «Non solo per la movida violenta - racconta Marina - ma per quegli accampamenti alla fine di via Agostino Bertami, accanto alla rampa Monte Aureo che porta al Gianicolo». Si è fatto buio, l’angolo dove Carlo è stato ucciso è illuminato solo dai fari di qualche auto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA