Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano, il video della festa per il figlio. «Lui la stava già avvelenando»

Il barman, che nelle immagini mostrate durante il processo appare felice con la compagna e con la sua famiglia riunita a Senago, stava già provando - secondo l'accusa - ad avvelenare Giulia da mesi

Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano, il video del gender reveal del figlio. «In quel momento lui la stava già avvelenando»
Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano, il video del gender reveal del figlio. «In quel momento lui la stava già avvelenando»
Venerdì 8 Marzo 2024, 11:43 - Ultimo agg. 17:13
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Un video, datato 17 marzo 2023, in cui Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano scoprono il sesso di Thiago, che la ragazza portava in grembo quando è stata uccisa dall'ex. E proprio il barman, che nelle immagini mostrate durante il processo appare felice con la compagna e con la sua famiglia riunita a Senago, stava già provando - secondo l'accusa - ad avvelenare Giulia da mesi, almeno da dicembre 2022. Negli atti del processo a carico di Impagnatiello, quindi, ci sono anche le immagini del gender reveal. Solo due mesi dopo, il 27 maggio 2023, poi l'avrebbe uccisa. 

Video

Il video del gender reveal

Nelle immagini del gender reveal, che era stato pubblicato sui social dalla sorella di Giulia Tramontano, Chiara, e mostrato in aula, Alessandro Impagnatiello e la compagna fanno scoppiare un palloncino che rivela loro il sesso del figlio mai nato: sarebbe stato un maschio, Thiago.

Il barista scoppia anche in lacrime alla scoperta dei palloncini azzurri, ed entrambi sono travolti dall'affetto della famiglia.

 

I tentativi di avvelenamento

Secondo l'accusa, Impagnatiello avrebbe tentato di avvelenare Giulia per mesi, almeno dal dicembre del 2022, somministrandole del topicida messo nelle bevande, ma anche ammoniaca, a sua insaputa, prima di ucciderla con 32 coltellate la sera del 27 maggio scorso. Poco prima la giovane, in un vocale inviato ad una sua amica, aveva detto che era pronta a rifarsi una vita senza di lui, da sola col suo bambino. Un video del babyshower simile a quello pubblicato oggi ma da un'angolazione differente è stato depositato agli atti durante la prima udienza del processo. «In quel periodo, ormai da mesi, l'imputato somministrava veleno alla vittima», ha spiegato il pm Alessia Menegazzo. 

Il processo

In aula per il processo due madri, una che ha perso la figlia e il suo bambino Thiago non ancora nato: «Desideravamo tantissimo un nipote e Giulia amava la vita. Non sono più una mamma», ha detto. Quella di Impagnatiello singhiozza: «Volevo morire io. Ho perso mio nipote Thiago e anche mio figlio Alessandro io non ce l'ho più». E poi A.C., 23 anni, la fidanzata parallela del barman che davanti al giudice mette in fila un anno di raggiri e doppiezze di un uomo che propinava bugie con la stessa professionalità con cui serviva i drink all'Armani bar. «Salvati, appena puoi», il suo consiglio accorato a Giulia il giorno stesso in cui è morta.

La testimonianza

Nell'udienza in Corte d'Assise testimonia A.C., collega con la quale nasce prima un'amicizia, quindi una relazione. Ma lei non sa che già dall'inizio del 2021 lui ha una compagna, Giulia, naturalmente anche lei all'oscuro dell'esistenza del doppio binario sentimentale. A.C. depone chiedendo di essere coperta da un paravento, è turbata, piange, racconta di essere rimasta incinta, di avere abortito e di come poco alla volta la nebbia di menzogne si sia dissolta. Scopre il finto test del dna confezionato da Impagnatiello per dimostrarle di non essere il padre del bambino di Giulia: «È andata a Napoli e ha conosciuto un ragazzo, mi ha detto». Lui non demorde, sette giorni prima dell'omicidio è a cena con A.C. per festeggiare il compleanno della giovane. In un video scherzano, Impagnatiello le appoggia la testa sulla spalla: «A settembre mi auguro di essere ufficialmente fidanzato con lei», dichiara a favore di telecamera. «Fra quelle mille persone scelgo te». In quel momento A.C., come spiega alla Corte, ha raccolto tutte le prove necessarie ed è pronta a un confronto con Giulia. Vuole mostrarle la realtà che il compagno ha sempre occultato, salvo rivelarle una volta che aveva una relazione per poi codardamente ritrattare. In aula risuonano le parole di Giulia e di A.C., sono i messaggi vocali che si scambiano qualche ora prima delle coltellate. «Ti prego, salvati appena puoi. Proteggi te e tuo figlio - la implora A.C. - Se avessi scelto di tenere il bambino sarei nella tua stessa situazione di adesso. Lui avrebbe avuto due figli con due donne diverse nello stesso periodo. Io soffro ancora per l'aborto, è stata la scelta più difficile della mia vita. Da una parte lo volevo tenere e ogni giorno ci penso. Quello che voglio in questo momento è salvare te e il tuo bambino».

 

Le immagini al processo

Anche Giulia, quando sa di essere incinta, è titubante. Lui le parla dell'altra ragazza, lei prende appuntamento in un consultorio per l'interruzione di gravidanza. «Non è un'idea condivisa, ma una resa», afferma nella sua testimonianza la mamma Loredana Femiano. È lei ad affrontare Alessandro: «Hai finito questa altalena?». Lui risponde: «Ho paura, avevo altri progetti. Non posso pensare di avere un figlio, se torna al Sud io poi non posso crescerlo». Finisce diversamente, con la festa di babyshower. Loredana ricorda la sua freddezza: «Giulia non si trovava e io ero disperata, in lui non ho visto nessuna disperazione». Riferisce dei bruciori di stomaco che tormentavano la figlia, del mal di testa continuo, «ma anch'io ne ho sofferto nelle mie tre gravidanze. Ora lo attribuisco ad altro», ai ripetuti tentativi di avvelenamento sostenuti dall'accusa. Quando entra nell'appartamento di Senago, cercando la figlia, resta «sgomenta» per il disordine: «La vasca da bagno era sporca. In quelle condizioni, lei che faceva le pulizie tutti i sabati, non l'avrebbe mai lasciata». 

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