Giulia Tramontano, il papà: «Mia figlia è morta perché voleva un bambino. Credeva nell'amore»

In memoria di Giulia, uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello, è stata inaugurata la stanza d'ascolto per le vittime vulnerabili

Giulia Tramontano, il papà rompe il silenzio: «Mia figlia è morta perché voleva un bambino. Credeva nell'amore»
​Giulia Tramontano, il papà rompe il silenzio: «Mia figlia è morta perché voleva un bambino. Credeva nell'amore»
Domenica 24 Settembre 2023, 18:27 - Ultimo agg. 25 Settembre, 12:45
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«Giulia è morta perché voleva un bambino. Voleva crearsi una famiglia. Ha creduto nell'amore. Questo è quello che noi vogliamo dire di Giulia, non aggiungiamo altro». A dirlo Franco, padre di Giulia Tramontano - uccisa il 27 maggio scorso a Senago mentre era in attesa della nascita del figlio Thiago dal compagno Alessandro Impagnatiello - visibilmente commosso mentre veniva abbracciato dal vescovo di Cassano allo Ionio monsignor Savino, a margine della cerimonia di inaugurazione della stanza d'ascolto per le vittime vulnerabili dedicata a Giulia e a Thiago aperta nel commissariato di Castrovillari della Polizia di Stato. La stanza è stata realizzata grazie alla donazione di due cittadini di Castrovillari, Giuseppe Molino e Innocenzo Barletta, che hanno donato una somma di denaro trovata in una busta chiusa della quale non si è riusciti a risalire al proprietario. All'interno della stanza «Giulia e Thiago» è stato realizzato un murales ad opera dell'artista Antonino Perrotta e dell'associazione Rublanum.

«Basta ai femminicidi»

«Diciamo basta ai femminicidi - ha detto monsignor Savino -.

Dico a tutti gli uomini, per favore. Dobbiamo educarci tutti quanti al senso della non appartenenza. La donna non ci appartiene, appartiene a se stessa, alla vita. Appartiene a chi si è fatta strumento di vita per loro. Liberiamoci dalla cultura del possesso. L'amore non è possesso, l'amore è dialogo, è rispetto, costruzione. L'amore è guardare verso la stessa direzione. Sono contento di questa inaugurazione perché è importante la memoria, non soltanto perché dobbiamo ricordare le vittime, ma dobbiamo anche ricordare perché non ci siano più vittime». Per la prefetta di Cosenza Vittoria Ciaramella «è stata una giornata particolarmente emozionante. Dedicare una sala d'ascolto a una ragazza uccisa da un criminale, perché dobbiamo dire cosi, può far sì che un papà, oggi è presente, possa avere contezza che la figlia abbia continuità nel ricordo di tante altre persone per evitare che casi del genere possano nuovamente verificarsi».

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Il questore di Cosenza Michele Maria Spina ha sottolineato come «vogliamo essere vicini alle donne che subiscono violenze. Abbiamo creato questa stanza, con questo murales, proprio per creare un ambiente favorevole dove le donne possano sentirsi più a proprio agio. Abbiamo voluta dedicarla a Giulia e a Thiago perché la vicenda di Giulia Tramontano ci ha molto scossi. Èstato un delitto efferato. L'uccisione di una ragazza così giovane incinta al settimo mese ci ha colpito moltissimo e avremmo voluto saper fare qualcosa per impedirlo, non ci siamo riusciti. Ora, invece, proviamo, con questa sala, insieme a tutte le altre iniziative, a intervenire, proprio culturalmente, su questo fenomeno». Il sostituto procuratore di Castrovillari Valentina Draetta, che si occupa specificamente di questi reati, ha sostenuto che «purtroppo abbiamo numeri piuttosto alti. Io stessa sono dovuta intervenire sulla scena di un delitto in cui aveva perso la vita una donna incinta per mano del compagno. Purtroppo i casi di stalking, di maltrattamenti in famiglia, di violenza sessuale e di gruppo sono all'ordine del giorno».

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