Incidente Frecce Tricolori, nessun allarme stormi nei 24 messaggi ai piloti. La procura: «Ipotesi guasto»

Il giorno dell’incidente emessi diversi avvisi senza menzionare il rischio uccelli

Incidente Frecce Tricolori, nessun allarme stormi nei 24 messaggi ai piloti. La procura: «Ipotesi guasto»
Incidente Frecce Tricolori, nessun allarme stormi nei 24 messaggi ai piloti. La procura: «Ipotesi guasto»
di Erica Di Blasi
Lunedì 18 Settembre 2023, 23:51 - Ultimo agg. 19 Settembre, 15:46
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Nessun allerta uccelli per il giorno in cui l’aereo delle Frecce Tricolori è precipitato. Nessun allarme ignorato, da quel che emerge dai registri che tutti i piloti consultano quotidianamente. Sfogliando i 24 avvisi Notam - i bollettini aeroportuale dove vengono segnalati eventuali pericoli e la preclusione di alcune aree dei vari scali - non compare da nessuna parte la parola “bird”, a indicare appunto la presenza di volatili. Mai. I file non sono segreti, consultarli è facile. «Di norma i bollettini sui volatili durano per tutto il periodo in cui ne è previsto il passaggio, specie se sono migratori - racconta un pilota esperto -. Se invece per esempio la loro presenza è causata da una discarica nelle vicinanze, allora sono praticamente permanenti». Non viene invece emesso un Notam se si nota in maniera estemporanea la presenza di uccelli. In questo caso l’informazione può però essere inserita nell’Atis (gestito da Enav, l’Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo), che viene trasmesso su una frequenza radio, dove vengono riportate le condizioni meteo dell’aeroporto, la pista in uso e le sue condizioni, eventuali malfunzionamenti degli apparati usati per l’atterraggio, vie di rullaggio chiuse e altro ancora. «In ogni caso - precisa ancora il pilota - il bollettino che avvisa della presenza di volatili di solito non impedisce l’operatività dell’aeroporto. Perlomeno in tutta la mia carriera non ho mai visto un bollettino aeroportuale che limitasse l’operatività dello scalo per presenza di uccelli». Insomma, non c’era un divieto di decollo da rispettare prima che la pattuglia acrobatica dell’Aeronautica decollasse e prima che lo schianto di Pony 4 causasse la morte della piccola Laura. 

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GLI ACCERTAMENTI

Le indagini della Procura di Ivrea intanto continuano.

A finire sotto esame da parte del perito sarà il reattore dell’aereo. Le palette del compressore, in caso di impatto con gli uccelli, si presenterebbero rotte, probabilmente con la presenza di residui. Di sicuro per far precipitare l’aereo dev’essere stato o un uccello di grosse dimensioni o più esemplari. L’altra ipotesi su cui sta lavorando la procura è quella del guasto tecnico. E anzi, questa è una teoria su cui i magistrati vogliono fare rigorosi approfondimenti.

IL FALCONIERE

Giovanni Paone, 53 anni, che possiede una quarantina di rapaci addestrati, presta servizio sulle piste di Caselle tutti i giorni. «Ero lì con i miei falchi anche sabato, qualche ora prima dell’incidente. Ma l’area è davvero vasta e gli uccelli (stormi, gabbiani, piccioni, corvi, passeracei) anche quando vengono cacciati ritornano». Ma come vengono cacciati? «I rapaci che addestro non uccidono gli altri volatili, ma li scacciano con la loro presenza. Li spaventano semplicemente». L’aeroporto internazionale Torino Caselle solo nel 2022, secondo l’ultimo rapporto dell’Enac, ha registrato 42.641 movimenti con 17 impatti con volatili e nessuno con altra fauna selvatica. Un trend stabile. 

Nel 2022 si evidenzia un aumento degli impatti con piccione (da 0 impatti del 2021 a 3), nonostante gli avvistamenti di questa specie in airside siano calati (da 88.000 a 20.000) tornando ai valori del 2020. Il numero generale della fauna avvistata in airside è diminuita (da 255.180 a 166.351 unità).

LE ACCUSE

Al momento nel registro degli indagati comprare solo il nome del pilota, il maggiore Oscar Del Dò. Ma gli indagati per la morte della piccola Laura Origliasso, 5 anni appena, potrebbero ben presto salire. Tra i nodi dell’inchiesta della Procura di Ivrea c’è infatti la strada su cui viaggiava la Citroen della famiglia. Una provinciale di competenza della Città Metropolitana di Torino. Se fosse stata chiusa la piccola Laura avrebbe potuto salvarsi? In macchina c’era anche suo fratello, Andrea di 12 anni. I suoi genitori, Paolo Origliasso e Veronica Vernetto hanno fatto appena in tempo a tirarlo fuori dalla macchina che ha preso fuoco, dopo l’impatto con dei pezzi di lamiera dell’aereo. Andrea ha trascorso la notte di domenica tranquilla con il papà al suo fianco. Ieri era sveglio, anche se i medici del Regina Margherita di Torino, hanno mantenuto ancora un bassissimo livello di sedazione. Ha ustioni di secondo grado sul 30 per cento del corpo che vengono medicate costantemente. È in buone condizioni generali, seguito dalle psicologhe cliniche. Per ora resta ricoverato nella Rianimazione dell’ospedale Regina Margherita (diretta dalla dottoressa Simona Quaglia) solo per motivi precauzionali e di monitoraggio. La mamma continua a essere ricoverata nel reparto di Chirurgia plastica dell’ospedale Cto (diretto dal dottor Fabrizio Malan), dove le vengono medicate le ustioni. Ma il dolore più grande resta quello che porta dentro di sé. Piange spesso pensando alla sua principessa, alla sua Laura che non c’è più. 

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