Incidente pullman Mestre, identificate tutte le vittime: chi sono. I fidanzati, gli sposi, i bambini vegliati dal cagnolino

Ora hanno tutte un nome le 21 persone a bordo dell'autobus che ha sfondato il guardrail del cavalcavia a Mestre

Incidente pullman Mestre, identificate tutte le 21 vittime: chi sono. I fidanzati, gli sposi, i bambini vegliati dal cagnolino
Incidente pullman Mestre, identificate tutte le 21 vittime: chi sono. I fidanzati, gli sposi, i bambini vegliati dal cagnolino
Giovedì 5 Ottobre 2023, 08:57 - Ultimo agg. 6 Ottobre, 13:50
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C'era il calciatore in viaggio di nozze con la moglie incinta di sette mesi e quel bambino che non nascerà mai, la coppia di fidanzati, la famiglia tedesca con tanto di cagnolino al seguito e quella romena, l'autista del bus che poco prima di morire aveva scritto sui social «Shuttle to Venice». C'erano 21 persone a bordo di quell'autobus che ha sfondato il guardrail del cavalcavia a Mestre e poi ha preso fuoco, e ora hanno tutte un nome.

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Le vittime

Si tratta di nove ucraini, quattro rumeni, tre tedeschi e due portoghesi, a cui si aggiungono un croato, un sudafricano e un italiano, ovvero l'autista Alberto Rizzotto. Per la loro morte la Procura di Venezia ha aperto un'inchiesta con l'ipotesi di omicidio stradale plurimo. Le ipotesi principali sulle cause della tragedia sono una manovra azzardata o un malore dell'autista. Nessun contatto con un altro mezzo prima del tragico volo.

Chi sono

L'elenco definitivo delle vittime dell'incidente di Mestre, nove ucraini, quattro rumeni, tre tedeschi e due portoghesi, a cui si aggiungono un croato, un sudafricano e un italiano, l'autista Alberto Rizzotto. 

Annette Pearly Arendse, del 1965, sudafricana
Maria Fernanda Arnaud Maciel, del 1967, portoghese
Antonela Bakovic, del 1997, croata 
Anne Eleen Berger, del 1991, croata
Serhii Beskorovainov, del 1953, cinese con cittadinanza ucraina
Tetiana Beskorovainova, del 1954, moldava con cittadinanza ucraina
Gualter Augusto Carvalhido Maio, del 1965, portoghese
Charlotte Nima Frommerherz, del 2022, tedesca
Siddharta Jonathan Grasse, del 1995, tedesco
Vasyl Lomakin, del 1953, ucraino
Daria Lomakina, del 2013, ucraina
Anastasiia Morozova, del 2011, ucraina
Yuliia Niemova, del 1993, ucraina
Aurora Maria Ogrezeanu, del 2015, romena
Georgiana Elena Ogrezeanu, del 2010, romena
Mihaela Loredana Ogrezeanu, del 1981, romena
Mircea Gabriel Ogrezeanu, del 1978, romeno
Iryna Pashchenko, del 1993, ucraina
Liubov Shyshkarova, del 1993, ucraino
Dmytro Sierov, del 1990, ucraino

Cosa è successo, le due ipotesi

Un solo punto fermo e due ipotesi principali che solo un attento esame da parte degli esperti potrà dipanare.

Escluso che si sia trattato di un incidente stradale, le ipotesi sul tavolo della procura di Venezia che indaga per omicidio plurimo stradale contro ignoti restano due: una circostanza che ha visto vittima l'autista Alberto Rizzotto (malore o colpo di sonno) deceduto nell'impatto, dopo un volo di alcuni metri, oppure un guasto del mezzo, in circolazione da neppure un anno, guidato dal 40enne originario di Conegliano e riconducibile alla societa di trasporti La Linea. Il procuratore capo di Venezia Bruno Cerchi è avaro di parole, ma quelle che usa sono punti certi. «Non c'è stato nessun urto con altri mezzi», un autobus «era affiancato» a quello guidato da Rizzotto, ma «non risulta alcun segno su questo mezzo, tanto più che il primo che ha chiamato il soccorso è stato l'autista del mezzo che si è fermato e ha tentato di intervenire con un estintore» spiega in un incontro con la stampa.

 

Il malore

Restano così da vagliare le condizioni psicofisiche dell'autista su cui sarà effettuata l'autopsia per escludere che avesse assunto sostanze non consentite, oltre che accertamenti tecnici sul cellulare per dimostrare che quel salto nel vuoto non sia stato originato da un attimo di distrazione. Non si esclude un colpo di sonno sebbene appare accertato, come afferma Massimo Fiorese l'amministratore delegato della società di trasporto, che il turno di lavoro dell'autista - descritto come «esperto alla guida e appassionatissimo del suo lavoro» - fosse iniziato da non più di tre ore, consentendogli di fare la navetta tra il camping Hu di Mestre e Venezia non più di due o tre volte.  Che la tesi di un malore sia la più accreditata lo raccontano le immagini immortalate dalle telecamere e descritte dal capo della procura. «L'impatto del pullman è avvenuto una cinquantina di metri prima della rottura del guardrail e della caduta, sembrerebbe che il bus si sia accostato al guardrail, lo abbia affiancato per una cinquantina di metri, poi c'è stata un'ulteriore sterzata, l'appoggio verso destra e la caduta. Non risulta che ci sia stato un incendio nel senso tecnico del termine, c'è stata una fuoriuscita di gas delle batterie, su queste stiamo facendo degli accertamenti». Tutti concordano - testimoni e primi feriti sentiti da carabinieri e polizia locale -, e ci vorrà poco per accertarlo con precisione, che il bus viaggiava lentamente, a causa del traffico, di un tratto di strada interessato da lavori di ammodernamento e di uno svincolo che porta a rallentare. «C'è un'indagine in corso, ma l'autobus - spiega l'ad della ditta di trasporti Fiorese - era praticamente fermo».

Il guasto

Che non sia la velocità su quel rettilineo la causa dell'incidente mette d'accordo tutti, sono due invece i punti spigolosi dell'indagine su cui lavora anche la polizia. Le batterie al litio e la doppia barriera di protezione che non bastano a frenare il pullman. Bisognerà capire, con video e consulenze, se il bus possa aver avuto un problema proprio alle batterie che lo alimentano. Per chi conosce da vicino i mezzi di trasporto, le batterie sono sicure, prive di gas, contengono «liquidi di raffreddamento che lavorano a una temperatura controllata», se c'è un principio di incendio - solo parte della carrozzeria risulta annerita - sarebbe piuttosto dovuto a un «impianto elettrico di bassa tensione». Che di incendio non si possa parlare concorda la procura che però vuole approfondire sul tema dell'elettrico, così come accertamenti sono in corso «sul guardrail e sul parapetto esterno che dà sul baratro». A un primo sguardo la barriera che costeggia la strada comunale porta i segni del tempo, tanto che sono in corso investimenti ingenti per garantire la sicurezza su quel tratto di strada, ma è tutto da dimostrare che abbia un ruolo in quanto accaduto, come ritiene invece Fiorese. «È un guardrail vecchio, degli anni Cinquanta, forse è una concausa dell'incidente. Guardando le immagini si nota quasi l'autobus fermo, poi precipita, i fotogrammi fanno ipotizzare che possa essersi trattato di un malore».

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