«Ditemi come è morta mia figlia». Dopo il pianto inconsolabile, poche parole e poi il crollo. Distrutto dal dolore, Mickael, il padre di Julie Tronet, la 21enne studentessa francese trovata morta nell’abitazione universitaria di via Pappacoda a Lecce, domenica scorsa, non ha retto davanti al corpo senza vita della figlia. Attimi struggenti quelli vissuti ieri pomeriggio nella camera mortuaria del “Vito Fazzi” di Lecce, dove Mickael con la compagna, la madre Nathalie e il fratello di Julie, sono arrivati intorno alle 15, dopo aver trascorso diverse ore del mattino in Questura a Lecce.
Il riconoscimento nella camera mortuaria
Nella fredda camera dell’ospedale, l’uomo chinato sulla salma della figlia ha sussurrato qualche parola in francese, con gli occhi resi lucidi dalle lacrime.
I due sono usciti all’esterno per pochi istanti, una sigaretta accesa e poi buttata via, una carezza della donna sul braccio del compagno, quasi a volerlo consolare nella tragedia e poi il rientro all’interno dell’edificio con il figlio dell’uomo che li aveva raggiunti. In mano al giovane una busta gialla con dentro, probabilmente, dei documenti che sarebbero stati firmati da li a breve.
La madre di Julie
Quasi in contemporanea, dalle scale al primo piano è scesa la madre di Julie accompagnata dall’interprete italiana. Le due donne hanno fatto ritorno al piano terra per ricomporre il quadro familiare, protetto dall’esterno dagli agenti di polizia. I dialoghi con gli investigatori sono ripresi e proseguiti sino alle 14. Poi l’uscita da una porta secondaria della questura. Il padre, la madre e il resto della famiglia si sono recati in automobile all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce per il riconoscimento di Julie. L’arrivo nei parcheggi del nosocomio, e poi un tratto da compiere a piedi per raggiungere la camera mortuaria. A guidare la famiglia, nel doloroso tragitto, ancora l’interprete italiana messa a disposizione dall’Università del Salento.
A seguire la giovane compagna e il padre di Julie, con volto sofferente e occhi coperti da scuri occhiali da sole. Poi la madre Nathalie e il figlio. Una volta dentro la famiglia ha dovuto attendere affinché gli agenti della polizia scientifica terminassero i rilievi successivi all’autopsia svolta al mattino dai dottori Alberto Tortorella e Giacomo Mongelli. Nell’attesa, nell’anticamera della sala, nessun cenno o smorfia di dolore sul viso. Soltanto il silenzio, interrotto dalle lacrime quando al riparo da tutti, e davanti al corpo senza vita della giovane figlia, i genitori e i familiari hanno esternato il proprio strazio e la voglia di verità.