Kata, la mamma: «Qualcuno ha visto ma non parla». Si cerca il Dna della piccola in due trolley e un borsone​

Tra gli indagati per la scomparsa della piccola ci sono anche due zii di Kata

Kata, il padre: «Incolpano la nostra famiglia, ci offendono». Si cerca il Dna della piccola in due trolley e un borsone
Kata, il padre: «Incolpano la nostra famiglia, ci offendono». Si cerca il Dna della piccola in due trolley e un borsone​
Mercoledì 13 Settembre 2023, 11:33 - Ultimo agg. 14 Settembre, 07:22
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Kata, il padre della piccola scomparsa a Firenze si sfoga in un incontro con la stampa organizzato dai suoi legali davanti all'hotel Astor . «In procura non mi dicono niente, noi siamo i genitori, vogliamo sapere almeno qualcosa. Siamo con l'angoscia di non sapere nulla, quindi fare questa cosa di indagare mio fratello e mio cognato mi fa pensare tante cose, che non trovano niente e vogliono mettere nei guai noi, la mia famiglia, e questo non va bene», ha detto Miguel Angel Romero Chicclo. «Ho fiducia in mio fratello e in mio cognato, li conosco bene, sono sicuro che non sanno niente e hanno detto tutta la verità», «incolpare la mia famiglia mi offende».

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La mamma in lacrime

«Ci sono persone che hanno visto e non vogliono parlare», ha accusato invece Katherine Alvarez, madre della piccola peruviana di cui non si hanno più notizie dal 10 giugno scorso. «Mi auguro che questa indagine avvicini alla verità, spero di riabbracciare presto la mia bimba», ha aggiunto la donna.

Nell'ambito dell'inchiesta che ipotizza il reato di sequestro a scopo di estorsione aperta dalla Procura, sono indagate cinque persone tra le quali due zii della bambina, uno paterno e uno materno. «Siamo sicuri che gli zii non c'entrino nulla», ha aggiunto la madre di Kata, che poi si è detta convinta che la sua bambina sia ancora viva. «Spero solo di trovare mia figlia», ha concluso tra le lacrime

Le indagini

Tra gli indagati , tutti ex occupanti abusivi dell'albergo, ci sono anche due zii di Kata: quello materno, Abel Alvarez Vasquez, detto Dominique, 29 anni, in questo momento detenuto nel carcere fiorentino di Sollicciano per il presunto «racket delle camere», e il fratello del padre della bambina scomparsa, Marlon Edgar Chicclo Romero, 19 anni. E sarebbe stato proprio il mercato dell'affitto delle stanze nello stabile occupato il motivo della presunta ritorsione che si sarebbe abbattuta sull bimba. Il «racket delle camere» è un'altro filone di indagine seguito dagli investigatori nell'inchiesta principale legata al sequestro di persona, che all'inizio di agosto ha portato a quattro misure cautelari, con la detenzione in carcere dello zio materno di Kata.

 

Il Dna

La Procura di Firenze ha disposto nei confronti dei cinque indagati accertamenti tecnici irripetibili, volti ad accertare la presenza di materiale biologico o genetico e all'estrapolazione di eventuali profili del Dna (da borsoni, trolley e da rubinetti di stanze dell'hotel Astor) e alla loro successiva comparazione con quello della piccola vittima sparita nel nulla. Si sospetta, infatti, che la bimba, viva o morta, possa essere stata messa all'interno di un borsone o di un trolley e poi portata via. Gli accertamenti sono svolti, con l'ausilio di consulente tecnico nominato dalla Direzione distrettuale antimafia diretta dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli, nei confronti dei cinque soggetti indagati: «tre di loro - spiega un comunicato della Procura - sono stati ripresi dalle telecamere fuoriuscire, rispettivamente, con un borsone e con due trolley - che per dimensioni avrebbero potuto occultare la bambina - dall'hotel Astor il 10 giugno dopo la scomparsa di Mia Kataleya, oggetti che gli stessi avrebbero poi utilizzato anche il 17 giugno in occasione dello sgombero dello stabile».

Gli indagati

Gli altri due indagati, precisa la Procura, «sono occupanti di tre distinte stanze nei cui rubinetti dei bagni sono state individuate tracce di presunta sostanza ematica l'11 giugno in occasione della perquisizione effettuata il giorno seguente il sequestro della piccola Kata». Nei prossimi giorni i carabinieri eseguiranno anche degli scavi più approfonditi nell'ex albergo alla ricerca di possibili tracce della bimba. Nel frattempo la Procura ha inoltrato una richiesta di rogatoria internazionale in Perù per sentire 13 persone considerate testimoni informati sui fatti. Non è esclusa neppure la pista che Kata possa essere rapita e trasferita in Perù.

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