Marchionne: «Quest'anno 5 milioni di auto,
sicuramente in futuro avremo un partner»

Sergio Marchionne ad di Fca
Sergio Marchionne ad di Fca
Lunedì 12 Gennaio 2015, 17:53 - Ultimo agg. 14 Gennaio, 19:03
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DETROIT - «Un segnale positivo per il paese, quasi da festeggiare». Così l'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, commenta l'assunzione di 1.500 persone a Melfi, che diventerà lo stabilimento più grande d'Italia.



«Stiamo assumendo persone perchè ne abbiamo bisogno, no per il Jobs Act, è un segnale estremamente positivo per il Paese. Stiamo assumendo persone non per il Jobs Act, ma perchè ne abbiamo bisogno. Ieri ho mandato un messaggio per avvisarlo di questa decisione, era anche il suo compleanno, ma non mi ha ancora risposto, credo abbia molto da fare. A Melfi avremo mille lavoratori nuovi di zecca che senza il jobs act sarebbero stati assunti come interinali, con una copertura di tre anni. Le nuove regole sul lavoro servono a dare la possibilità di gestire insieme allo Stato l'eventualità che il mercato si restringa. Nessuno assume con l'obiettivo di licenziare ma i mercati non dipendono da noi e l'assenza di regole per la condivisione fa perdere qualsiasi interesse a investitori stranieri. Il fatto che ci sia un sistema di regole che aiuta a gestire anche una potenziale contrazione del mercato aiuta moltissimo, non siamo più una realtà anomala. Non ce l'ho con Landini, ma bisogna dire la verità: la realtà è che bisogna assumere, fare le macchine, venderle ed esportale. La risposta è questa. Bisogna farlo con umiltà, a testa bassa e senza fregnacce».



Il numero uno di Fiat Chrysler passa a parlare degli obiettivi dell’anno appena iniziato: «I mercati dell'auto di Europa, Brasile e Stati Uniti cresceranno nel 2015: non ci sarà una doppia cifra di aumento ma è una buona notizia perché non ci sarà un calo. Noi nel 2015 venderemo per la prima volta oltre 5 milioni di auto. Siamo in linea con la guidance del piano industriale al 2018 reso noto lo scorso maggio. Lo stabilimento brasiliano di Pernambuco aprirà entro il primo trimestre di quest'anno e quello in Cina a fine anno. Dobbiamo gestire al meglio tante cose, ma siamo sulla strada giusta. Un partner industriale è un passaggio dovuto, senza nessuna restrizione su un possibile candidato. Non sappiamo quando, ma sicuramente avverrà, è nella logica delle cose».



Il manager italo-canadese conclude parlando della Ferrari di cui da qualche mese è presidente: «Speriamo che l'Ipo del 10% di Ferrari ci sia entro il primo semestre, ma non abbiamo ancora deciso la seconda piazza per la quotazione. La valutazione di Ferrari è assimilabile a quella di un luxury good. La casa di Maranello ha la possibilità tecnica di produrre fino a 10 mila vetture l’anno, ma l'obiettivo resta quello di produrre meno della domanda che si evolve. Ne venderemo, per dirla come Enzo Ferrari, sempre una di meno di quanto vuole il mercato. Andrò ad alcuni Gran Premi, sarà un anno difficile per Ferrari in Formula 1. Non voglio alimentare polemiche, ma la realtà è che siamo partiti indietro. La cosa importante è impegnarsi, tenere la testa bassa e cercare di vincere».





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